LEGGI ANCHE: La recensione del finale di WandaVision
Le produzioni del Marvel Cinematic Universe sono ricche di riferimenti ai fumetti originali, ma talvolta si spingono persino oltre i confini marvelliani. È il caso di un’inquadratura che abbiamo visto nel finale di WandaVision, nella prima scena dopo i titoli di coda. Ovviamente si tratta di spoiler, quindi proseguiamo dopo il salto.
Al termine della battaglia tra Wanda Maximoff e Agatha Harkness, quando Westview è ormai libera dall’incantesimo, le autorità sono impegnate a raccogliere prove. Monica Rambeau viene convocata nel cinema Coronet da una detective, che poi scopriremo essere un’agente Skrull inviata da Nick Fury. Ebbene, il cartellone del cinema riporta il titolo di un film fittizio, Tannhäuser Gate, palese citazione da Blade Runner.
È il celebre monologo del replicante Roy Batty, parzialmente improvvisato da Rutger Hauer. Consapevole che il suo ciclo vitale stia per finire, Roy rievoca le meraviglie cui ha assistito nella sua breve esistenza, tra cui “i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser” (in originale: “c-beams glitter in the dark near the Tannhäuser Gate”). Roy, insomma, ci ricorda che un individuo è formato dalle esperienze che ha vissuto, indipendentemente dal fatto che sia una forma di vita naturale o artificiale.
Si tratta dello stesso dibattito che ha luogo tra Vision e White Vision durante l’episodio, quando viene citato il paradosso della nave di Teseo. White Vision ha il corpo originale dell’androide, ma non i suoi ricordi, la sua identità; Vision, invece, ha i ricordi e l’identità dell’androide, ma non il suo corpo. Entrambi sono quindi Visione, ma entrambi sono incompleti. Quando Vision riattiva le memorie di White Vision, quest’ultimo recupera la sua consapevolezza di sé, e vola via attraverso il lucernario della biblioteca.
Le porte di Tannhäuser, però, potrebbero riferirsi genericamente anche allo spazio, dove andrà Monica dopo la chiamata di Fury. In ogni caso, si tratta di un piacevole e arguto easter egg.
LEGGI ANCHE:
– Svelata l’identità del personaggio di Evan Peters in WandaVision
– Il making of di WandaVision dal 12 marzo su Disney+
– La storia del Darkhold nel Marvel Cinematic Universe
– Le citazioni e i riferimenti nell’episodio finale
– Le conseguenze del finale di WandaVision
– La spiegazione delle scene dopo i titoli di coda di WandaVision
– La nostra intervista ai protagonisti della serie
Con Elizabeth Olsen e Paul Bettany, WandaVision è la prima serie dei Marvel Studios in esclusiva streaming su Disney+. La serie unisce la televisione classica e il Marvel Cinematic Universe, in cui Wanda Maximoff e Visione — due individui dotati di superpoteri che vivono esistenze suburbane idealizzate — cominciano a sospettare che non tutto sia come sembra.
Oltre a Elizabeth Olsen e Paul Bettany, nel cast figurano anche Kat Dennings (Darcy Lewis), Randall Park (Jimmy Woo), Teyonah Parris (Monica Rambeau), Kathryn Hahn (Agnes), Emma Caulfield e Evan Peters (Pietro Maximoff).
La serie è stata scritta da Jac Schaeffer, la sceneggiatrice di Captain Marvel e Black Widow.
La regia è stata invece affidata a Matt Shakman, esperto regista televisivo che ha diretto episodi di The Good Wife, Fargo, C’è sempre il sole a Filadelfia, Psych, Revenge, You’re the Worst, Game of Thrones e molte altre serie.
Per supportare la piattaforma Disney+, la Casa di Topolino spingerà molto sulle serie tv dei Marvel Studios, che inizialmente saranno Loki, WandaVision, The Falcon and the Winter Soldier, Hawkeye, What If…?, She-Hulk, Ms. Marvel e Moon Knight.
Kevin Feige le ha paragonate ai cortometraggi Marvel One Shot, poiché consentiranno di spostare l’attenzione su personaggi che solitamente non hanno un ruolo da protagonisti.
Fonte: ComicBook.com