ScreenWEEK Originals Animazione
La pallavolo con Mila e Shiro (o prima ancora con Mimì), il basket con Gigi la trottola e poi Slam Dunk… arrivava un anime dedicato a un nuovo sport, e i suoi spettatori diventavano giovani appassionati di quella disciplina. È successo anche con Tutti in campo con Lotti, grazie al quale, d’un tratto, i ragazzini di metà anni 80 si ritrovarono a discutere di buche, par, mazze, green, bunker e… spaghetti, sì.
Ashita tenki ni naare, il titolo originale di Tutti in campo con Lotti, vuol dire all’incirca “Speriamo domani sia una bella giornata”. Tratto da un manga partito qualche anno prima (vedi punto 2), l’anime di Lotti esordisce su Fuji TV il 6 ottobre del 1984 e va in onda per 47 episodi, fino al 27 settembre 1985. Prima il sabato pomeriggio alle 6, poi il venerdì alle 7. Uno degli sceneggiatori principali della serie è Noboru Shiroyama, al lavoro negli anni 70 e 80 in tanti anime storici, da Georgie a Lupin III e Lulù l’angelo tra i fiori, passando per Ugo re del judo. Da noi, Tutti in campo con Lotti ha debuttato su Italia 1 nel luglio del 1986 ed è stato replicato più volte, anche di recente (ad esempio nel 2004 sulla defunta Italia Teen Television).
Il manga di Ashita tenki ni naare, dicevamo, aveva cominciato la sua pubblicazione tempo prima, serializzato sulla rivista Weekly Shonen Magazine della Kodansha dal gennaio del 1981. L’anime copre solo la prima parte del fumetto (grossomodo fino al volume 26), che è andato avanti fino al 1991, per un totale di 58 volumetti. L’autore del manga di Lotti era Tetsuya Chiba, il disegnatore di Ashita no Joe / Rocky Joe. Un altro manga di Chiba diventato un anime è Ore wa Teppei, Io sono Teppei, storia come Rocky Joe di un ragazzino scapestrato che si dedica con profitto allo sport (il kendo, in questo caso), approdato sulle reti private italiane sempre nei primi anni 80.
Lotti si chiama in originale Taiyo Mukai. I nomi dei personaggi, nella versione italiana dell’anime, sono il consueto mix da spokon approdato sulle reti Fininvest dell’epoca, un po’ lasciati in originale, un po’ italiani o anglofoni: Gervaso, Sammy… Non è però il caso di Valentino: il campione si chiama così anche in giapponese (pure se il suo nome viene traslitterato erroneamente nell’anime in VaRentino, per quella vecchia storia del rapporto problematico dei nipponici con la L). E gli spaghetti? Anzi, gli “Spa-ghet-ti!”? La parola utilizzata da Lotti, in quanto figlio di una ristoratrice, per scandire – come consigliatogli da Taky – le fasi dello swing per colpire la pallina? Alla fine è una traduzione appropriata del termine originale: in giapponese, Lotti/Taiyo dice infatti “Cha-shu-men!”. Il chashumen è un ramen preparato con un certo tipo di carne di maiale (chashu). Spaghetti al posto dei tagliolini in brodo, insomma. Lì siamo.
Parte dei milioni di adulti giapponesi che adorano oggi il golf devono la loro passione al manga e all’anime di Lotti, che, come spesso accadeva con le serie sportive, contenevano uno spazio dedicato alle tecniche di gioco. Il “Cha-shu-men!” del protagonista fece decisamente presa sui giovani giapponesi degli anni 80. Quello di Lotti non era però il primo manga di successo dedicato al golf. Pro Golfer Saru, storia di una scimmia giocatrice di golf, è stato pubblicato tra il ’74 e l’80 e ha ricevuto un seguito (Shin Pro Golfer Saru) e varie trasposizione televisive. La principale di queste serie TV è andata in onda nell’85, contemporaneamente al finale di Lotti, aumentando la febbre (ma, visto il contesto, dovremmo dire la scimmia) del golf nel paese del Sol Levante. L’autore di Pro Golfer Saru era Motoo Abiko, alias Fujiko Fujio (A): parte del duo Fujiko Fujio con Hiroshi Fujimoto, alias Fujiko F. Fujio (il papà di Doraemon. Sì, questa cosa dei loro nomi d’arte è un casino). I Fujiko Fujio hanno creato, tra gli altri, Carletto il principe dei mostri e Nino, il mio amico ninja.
Queste foto sbiadite – una scansione di una vecchia rivista – sono l’unica testimonianza reperibile in Rete di un coin-op di Lotti, un cabinato da sala dedicato alla stella del golf col ciuffo antipioggia, dalla Capcom. Un gioco arcade del 1991 – l’anno in cui è terminata la pubblicazione del manga, dicevamo – di cui non esistono praticamente altre tracce, perché non è emulato nel MAME. Zero screenshot decenti, zero filmati, zero zero, come la farina. Ai tempi in cui su Internet si trova un longplay di qualsiasi cosa abbia anche solo lontanamente avuto a che fare con i videogame negli ultimi trent’anni, pure i display delle bilance da farmacia, se dotati di due lucette colorate. Quanti cabinati ne saranno circolati davvero, a Tokyo e dintorni, di questo gioco di Lotti? Due?
La sigla di Tutti in campo con Lotti è stata scritta da Alessandra Valeri Manera ed Enzo Draghi, e interpretata da un giovane Manuel De Peppe, già Matt dei Bee Hive in Love Me Licia, la trasposizione live action di Kiss Me Licia, e in seguito Gabriele di Don Tonino. Draghi, l’autore del brano, era invece come noto la voce di Mirko nei brani dei Bee Hive. Sul lato B del 45 giri di Tutti in campo con Lotti c’era “Tu con noi”, sempre cantato da De Peppe e inciso sulla musica di “Flash Flash Gordon”, un brano della Valeri Manera e di Augusto Martelli che nel 1985 era stato usato come sigla per il cartoon di Flash Gordon della Filmation.
Pochi sanno che la storia di Lotti è continuata di recente in un nuovo manga, serializzato sulla rivista per golfisti Albatross View (nota semplicemente come Alba) a partire dal maggio dello scorso anno. Si intitola Shin Ashita tenki ni naare ed è scritto da Tomoshi Shinoda e disegnato, con la benedizione di Chiba, da Toshiya Masaoka, già autore negli anni 80 di diversi manga a tema golfistico. In questo seguito, Lotti ha 46 anni, è stato lontano dal green per parecchio tempo e ora torna al suo primo amore, incontrando alcuni vecchi amici. La forza dello sport, o dei carboidrati da spaghetti/tagliolini. Una delle due.