Sapevamo già che Spider-Man: No Way Home ha (ri)utilizzato, in maniera più o meno sottile, footage (noto e inedito) degli Spider-Man diretti da Sam Raimi e Marc Webb, e che gli interventi degli attori presenti nelle vecchie saghe, anche nel nuovo film, sono stati ritoccati digitalmente laddove necessario, al di là delle normali necessità legate agli effetti visivi, per apparare l’aspetto di alcuni degli stessi, in primis per l’età che avanza (vent’anni sono tanti!). Oggi scopriamo che, addirittura, l’interprete di Sandman Thomas Haden Church non ha dovuto neanche muoversi da casa per partecipare al film.
In un’intervista con Befores and Afters, il Supervisore degli effetti speciali Kelly Port ha difatti affermato:
Be’, avevamo la sua voce. Non abbiamo avuto modo di avere molti riferimenti visivi, ma abbiamo potuto usufruire della sua voce e abbiamo avuto scannerizzazioni, texture e cose del genere.
Tutti gli elementi grafici, presumibilmente, erano d’archivio, mentre la voce oramai è tranquillamente registrabile da casa: molti attori e doppiatori, con la pandemia, si sono dotati di tutti gli strumenti adatti per registrare direttamente nelle proprie abitazioni, se necessario.
Per il resto, le scene che coinvolgono Sandman sono state in gran parte rielaborazioni al computer, come vi avevamo già raccontato (seguono spoiler!):
Come spiega The Direct, il ritorno di Flint Marko in forma umana al termine del film è stato ottenuto rielaborando una scena di Spider-Man 3: quella in cui Flint si disintegra dopo essere caduto in una pozza d’acqua, alla fine della battaglia con l’Arrampicamuri nelle fogne. Attraverso un’abile manipolazione, in No Way Home vediamo l’Uomo Sabbia subire il processo opposto, cioè ritrovare le sembianze umane. La scena è però la stessa, modificata e ricollocata in un nuovo contesto.
Sempre su Spider-Man: No Way Home:
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Fonte: Befores and Afters