Giornate degli Autori, la sezione indipendente che corre parallela alla Mostra di Venezia, ha fatto sapere che Nadav Lapid è il presidente di giuria.
Ha 45 anni, tre lungometraggi, numerosi corti e documentari alle spalle e nel 2019 ha vinto l’Orso d’Oro alla Berlinale con Synonymes. Ha studiato filosofia e si è diplomato in cinema al Sam Spiegel Film and Television School di Gerusalemme. In patria è stimato anche come scrittore ma il nuovo cinema israeliano si rispecchia in lui che pure vive fra Tel Aviv e Parigi. È stato membro di giuria alla Semaine de la Critique di Cannes e al Festival di Locarno. Nadav Lapid ha accettato l’invito delle Giornate degli Autori intendendolo come un servizio al cinema in un’annata tanto difficile.
Guiderà una giuria anomala, composta da 27 giovani appassionati di cinema provenienti da tutti i paesi europei, nell’ambito del progetto del Parlamento Europeo 27 Times Cinema che a Venezia sarà coordinato dal direttore del festival di Karlovy Vary, Karel Och. La giuria ufficiale delle Giornate, presieduta da Nadav Lapid, assegnerà il GdA Director’s Award, consistente in un premio di 20mila euro al miglior film della selezione ufficiale (composta da 10 titoli) nel corso di una delibera pubblica, trasmessa in streaming sui canali social delle Giornate venerdì 11 settembre.
«Da sempre intendiamo il nostro concorso – dice il Delegato generale Giorgio Gosetti – non come una semplice gara di eccellenze ma come un’opportunità per sostenere il miglior cinema indipendente dopo l’anteprima mondiale veneziana. Per questo cerchiamo personalità di grande forza e lungimiranza come Nadav Lapid per guidare la discussione di un gruppo eterogeneo di spettatori appassionati che sanno guardare il cinema del futuro. Desideriamo ringraziarlo di aver accettato e siamo certi che saprà imprimere la sua visione alla prossima edizione della sezione indipendente della Mostra, voluta dagli autori italiani per promuovere talenti di ogni nazione».
«Persino nel film più nichilista, misantropo, ironico e disperato – scrive Lapid – c’è, inevitabilmente, una radice di speranza. Di conseguenza un ottimismo. La fiducia nella capacità di un certo suono e una certa immagine di coesistere e fondersi. Bisogna credere che l’audiovisivo abbia un’eco sull’animo umano, che le cose abbiano un senso e che tale senso possa essere costruito sullo schermo. Questa radicata fiducia che tutto ciò abbia un significato, che sia in connessione, rappresenta il modo in cui mi sento per il ruolo che sono stato invitato a svolgere come Presidente di Giuria delle Giornate alla prossima Mostra del cinema di Venezia. In tempi normali, essere membro di una giuria è qualcosa di funzionale, in qualche modo un atto burocratico, al servizio della fragile e meravigliosa macchina del cinema internazionale. Ma questa pandemia ci obbliga a guardare oltre l’orizzonte del nostro universo cinematografico, a chiederci che senso abbia tutto questo? Quanto peso? È ancora tanto importante? Dobbiamo continuare a credere nel cinema? Forse, speriamo, l’esistenza stessa della Biennale può essere una risposta».
«Siamo felici e orgogliosi di avere Nadav Lapid come Presidente della Giuria – osserva Gaia Furrer, che da quest’anno firma la selezione delle Giornate -. Nello scandagliare i meandri della psiche umana nei suoi angoli più remoti, il cinema di Lapid rappresenta un atto di risveglio, rinascita e di rivolta. È un cinema ribelle, urgente e catartico. E mai come adesso abbiamo bisogno di autori che sappiano confrontarsi con il contemporaneo e che sappiano interrogare il cinema e le sue possibilità».
Il programma di Venezia 77m che si terrà dal 2 al 12 settembre, verrà annunciato il 28 luglio.
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