Se avete visto Joker sapete bene che il film si apre a più interpretazioni. La questione principale è: quanto di quello che abbiamo visto è frutto solo della fantasia di Arthur, il personaggio interpretato da Joaquin Phoenix?
Intervistato dal Los Angeles Times, il regista Todd Phillips ha parlato di alcuni aspetti della pellicola, a cominciare dalla caratterizzazione del protagonista.
Ho sul serio apprezzato il fatto di poter prendere questo personaggio e farci quello che volevamo. La sceneggiatura di Joker è stata la più divertente da scrivere, perché ho dovuto solo infrangere le regole.
Per quanto riguarda l’attendibilità di Arthur, la sua follia, il regista ha ammesso che sia lui che il co-sceneggiatore Scott Silver non hanno mai discusso questo argomento con Joaquin Phoenix.
Io, Scott e Joaquin non abbiamo mai parlato della natura di Arthur. Non abbiamo mai detto “È un narcisista, è questo e quest’altra cosa”. Non volevamo che Joaquin si tuffasse nel personaggio con questi punti di riferimento. Quello che semplicemente ci siamo detti è che vive al di fuori di questo mondo. Non so nemmeno se Arthur sia malato di mente. Cammina solo in maniera diversa rispetto al resto del mondo.
Questo film si può interpretare in diversi modi. Si può pensare che questa sia soltanto una delle sue storie e che quello che a cui abbiamo assistito non sia mai successo. Ma non sto dicendo che è così. Molte persone che l’hanno visto mi hanno detto: “Ho capito, si è solo inventato questa storia. Tutto il film è la barzelletta di Arthur. […] Potrebbe anche non essere il Joker”.
Arthur è quindi il vero Joker o ha ispirato il futuro clown del crimine?
Forse il personaggio di Joaquin ha ispirato il vero Joker. Non possiamo saperlo sul serio. L’ultima battuta del film è “Non capiresti”. Stanno succedendo molte cose interessanti lì dentro.
Il regista si è poi soffermato sulla risata del personaggio. In tutto il film c’è un momento solo in cui sentiamo Arthur ridere in maniera sincera ed è negli ultimi minuti.
Quello è l’unico momento in cui Arthur ride in maniera sincera. Nel film ci sono diverse risate. Quella che esprime la sua sofferenza, quella falsa che cerca di omologarsi agli altri, che è la mia preferita. Ma alla fine, quando è chiuso in quella stanza di Arkham, quella è l’unica risata autentica.
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