Nonostante i numerosi alti e bassi che l’hanno contraddistinta, Glee è una delle serie tv più popolari di sempre. Il primo episodio andava in onda esattamente 15 anni fa sulla rete televisiva statunitense FOX, la quale decise di attuare una strategia atipica e lanciare – soltanto – il pilot a maggio, così da stuzzicare l’interesse degli spettatori e far parlare – nel bene e nel male – dello show per tutta l’estate; una strategia vincente se si pensa agli ascolti ottenuti quella sera e nelle seguenti stagioni televisive. Glee fu infatti un vero e proprio successo, capace di lanciare definitivamente la carriera di Ryan Murphy. La popolarità di quest’ultimo dopo l’ideazione di Glee è aumentata a dismisura, facendolo divenire uno degli sceneggiatori/registi/produttori più acclamati del piccolo schermo.
Ben presto la serie divenne un fenomeno di massa, capace di attirare su di sé le attenzioni di tutto il mondo. Non era, infatti, scontato che un teen drama musicale sarebbe stato in grado di incollare davanti allo schermo persino i non amanti dei due generi, eppure è successo. Glee si è rivelata una scommessa vinta, con il plauso generale di pubblico e critica. Il primo episodio ha appena compiuto 15 anni e dopo averlo rivisto possiamo affermare quanto, nonostante alcune scelte di regia un po’ acerbe, sia invecchiato benissimo.
Oggi siamo abituati a vedere serie tv che si prendono anche troppo i loro tempi, entrando nel vivo solamente dopo un cospicuo numero di episodi, mentre il pilot di Glee presenta subito la storia in modo chiaro e lineare; probabilmente proprio questa fu la vera mossa vincente dello show. I protagonisti di Glee sono i cosiddetti “losers”, gli emarginati rimasti troppo a lungo nelle retrovie e che invece la serie vuole porre al centro delle vicende. Tali motivazioni spingeranno il professore di spagnolo Will Schuester (Matthew Morrison) a riportare in vita il Glee club, ovvero il club di canto e ballo della scuola, così da far esprimere a pieno le potenzialità di tutti i partecipanti. Nel farlo incontrerà però molteplici difficoltà, in primo luogo la paura di alcuni studenti nel mostrare il loro vero modo di essere e ovviamente anche la presenza di Sue Sylvester (una grandissima Jane Lynch). Quest’ultima è l’insegnante di ginnastica, nonché allenatrice delle cheerleader, preoccupata che un nuovo club possa prosciugare l’esiguo budget scolastico.
“Far parte di qualcosa di speciale rende speciali”, sono le parole pronunciate da Rachel Berry (Lea Michelle) durante il primo episodio. Esse indubbiamente riassumono lo spirito stesso con cui è nata la serie, ma soprattutto ciò che desidera comunicare. Voci fuori dal coro è un episodio capace di toccare le giuste corde emozionali di chi guarda, invitandolo a seguire le vicende di questo gruppo di ragazzi, intenti – con l’aiuto di ballo e canto – a realizzare i propri sogni.
Il tema cardine di Glee riguarda proprio la diversità in ogni sua forma e l’accettazione di se stessi, probabilmente è proprio questo ad averla resa una dei punti di riferimento per le giovani generazioni. Ad esempio, sono in molti ad aver trovato il coraggio di fare coming out grazie ai messaggi trasmessi dalla serie, la quale – tramite personaggi come Kurt (Chris Colfer), Blaine (Darren Criss) e Santana (Naya Rivera) – ha da sempre cercato di trasmettere importanti valori. Glee è andata in onda per ben sei stagioni, e nonostante il livello musicale (dei brani e dei performer) sia sempre stato di altissimo livello, è innegabile che la trama abbia avuto parecchi problemi di scrittura con il passare degli anni. Le prime tre stagioni con il gruppo – e il cast – storico del Glee club hanno rappresentato l’apice dello show, le successive tre hanno invece sofferto molte situazioni interne ed esterne allo spettacolo. I nuovi personaggi, pur provandoci, non hanno mai avuto il fascino dei precedenti – in gran parte rimasti nella serie, ma con ovviamente dei ruoli diversi – e la scomparsa di Cory Monteith, l’interprete di Finn Hudson morto il 13 luglio 2013 a causa di un’overdose, fu un tragico evento capace di scuotere profondamente il cast e i fan.
La produzione ha dovuto fare dei cambiamenti nel copione e trovare una soluzione per spiegare l’assenza del personaggio nella narrazione delle ultime due annate. Un duro colpo per uno show che già stava avendo vari problemi. Nonostante ciò, gli sceneggiatori riuscirono comunque ad andare avanti altre due stagioni, chiudendo la serie con uno splendido finale, dove abbiamo rivisto – quasi – tutto il cast storico. Le ultime annate non sono state, quindi, facili ma è ineccepibile che Glee sia riuscita a parlare ai giovani come forse nessuna serie era mai stata in grado di fare fino a quel momento. Sono passati 15 anni da quel pilot meraviglioso e se questo articolo vi ha fatto venire un po’ di nostalgia vi ricordiamo che Glee è interamente disponibile su Disney+.
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