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Portobello: la prima clip ufficiale della serie HBO su Enzo Tortora
Clayface: Tom Rhys Harries sarà il protagonista del nuovo film targato DC Studios
Francesca Michielin è la voce narrante di Bambi – Una vita nei boschi: guarda il trailer
Dune 3: Nakoa-Wolf Momoa e Ida Brooke saranno i figli di Paul Atreides. Confermati Jason Momoa e Hans Zimmer
Oscar alla carriera: Tom Cruise, Dolly Parton, Debbie Allen e Wynn Thomas premiati ai Governors Awards
Land of the Lost: Netflix lavora al reboot della serie cult anni ’70
Il regista di Prey anticipa un misterioso nuovo progetto dopo Predator: Killer of Killers e Badlands
Darren Aronofsky e Google DeepMind presentano Ancestra: il primo corto Gen-AI
HBO Max ha diffuso la prima clip ufficiale di Portobello, la serie evento firmata da Marco Bellocchio che arriverà nel 2026 sulla piattaforma. L’annuncio arriva in una data altamente simbolica: il 17 giugno, giorno in cui, nel 1983, Enzo Tortora venne arrestato.
Ed è proprio quel momento che viene evocato nella sequenza diffusa: Fabrizio Gifuni, nei panni del conduttore televisivo, appare con lo sguardo piegato, il volto segnato dalla sofferenza e le mani strette dalle manette. Un’immagine potente, che riporta alla memoria uno degli errori giudiziari più clamorosi della storia italiana.
La camicia celeste, l’umiliazione silenziosa, il gelo del metallo ai polsi: Bellocchio sceglie di partire da qui, da uno degli istanti più dolorosi nella vita di Tortora. Un momento che diventa dichiarazione d’intenti: raccontare, senza filtri né retorica, la frattura insanabile tra giustizia e verità. E, allo stesso tempo, restituire dignità a un uomo che fu simbolo della TV italiana con il suo Portobello, e che venne travolto da un’accusa infondata.
Fabrizio Gifuni affronta un ruolo di straordinaria complessità, chiamato a incarnare non solo un personaggio pubblico iconico, ma anche la sua dimensione più intima e tragica. Con lui, un cast di altissimo livello: Lino Musella, Romana Maggiora Vergano, Barbora Bobulova e Alessandro Preziosi.
Portobello è la prima produzione italiana realizzata per HBO Max. La serie è prodotta da Our Films, Kavac Film, Arte France e The Apartment Pictures, con la produzione esecutiva di Lorenzo Mieli e Mario Gianani.
DC Studios ha annunciato il nome dell’attore che interpreterà Clayface nel prossimo film dedicato al celebre villain dell’universo DC: si tratta di Tom Rhys Harries, attore gallese già noto al pubblico televisivo per la serie Suspicion di Apple TV+, dove ha recitato al fianco di Uma Thurman.
La scelta è arrivata dopo un casting competitivo che ha visto in lizza anche volti noti come Jack O’Connell (28 anni dopo), Tom Blyth (Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente), George MacKay (1917) e Leo Woodall (The White Lotus).
Il film sarà diretto da James Watkins (Speak No Evil) e rappresenta uno dei progetti di punta dei DC Studios di James Gunn e Peter Safran, in arrivo dopo Supergirl: Woman of Tomorrow, previsto per settembre 2026. Le riprese si svolgeranno nel Regno Unito, presso i Warner Bros. Studios di Leavesden.
Clayface è un personaggio storico dell’universo Batman, comparso per la prima volta nel giugno del 1940 sulle pagine di Detective Comics #40. Nella sua versione originale, era un attore caduto in disgrazia che decide di assumere l’identità di un personaggio da lui interpretato in un film horror, trasformandosi in un criminale con la capacità di cambiare forma grazie a un corpo simile all’argilla.
La produzione del film è affidata a James Gunn, Peter Safran, Matt Reeves e Lynn Harris. Il primo trattamento della sceneggiatura è stato scritto da Mike Flanagan , con successive revisioni firmate da Hossein Amini, già candidato all’Oscar per Le ali dell’amore e autore di Drive.
Il 26 giugno arriva nei cinema Bambi – Una vita nei boschi, un film sorprendente che riprende la storia resa celebre dal classico Disney del 1942 e la trasforma in un’esperienza visiva e narrativa completamente nuova. Niente animazione, niente CGI: questa volta Bambi è reale. A raccontare la sua storia, in Italia, è la voce intensa e delicata di Francesca Michielin.
Diretto dal francese Michel Fessler (La marcia dei pinguini), il film si ispira al romanzo originale Bambi. La vita di un capriolo, scritto nel 1923 da Felix Salten. Prima ancora dell’iconica versione animata, il libro già raccontava il percorso di crescita di un giovane cerbiatto in un mondo tanto meraviglioso quanto spietato.
Fessler ha scelto di riportare questa storia sul grande schermo in modo autentico: niente personaggi antropomorfi o animazione digitale, ma animali veri – cervi, lepri, aquile, cinghiali, procioni – filmati in libertà nelle foreste del Loiret, in Francia, grazie al lavoro del team di Animal Contact.
“Partecipare a questo progetto è stato per me molto commovente e intenso,” ha dichiarato Francesca Michielin. “Bambi rappresenta la purezza dell’infanzia, quel momento in cui si è fragili ma pieni di meraviglia. È un film che parla a tutte le età, un viaggio tra dolcezza, paura, scoperta e resilienza.”
La trama segue le orme del piccolo Bambi che vive sereno con la madre e gli amici del bosco – tra cui un corvo, un coniglio e la cerbiattina Faline – fino all’arrivo dell’autunno e della stagione della caccia. La perdita della madre lo lascia solo, ma sarà il padre, il maestoso Principe della foresta, ad aiutarlo a crescere e ritrovare coraggio.
Bambi – Una vita nei boschi è stato descritto dallo stesso regista come “una dichiarazione d’amore per la natura selvaggia, i suoi legami, le sue regole, i suoi equilibri fragili che dobbiamo imparare a rispettare.” Alcune critiche sono arrivate per l’uso di animali veri, ma la produzione ha assicurato che tutte le riprese si sono svolte nel pieno rispetto del loro benessere.
L’universo cinematografico di Dune si espande ancora: Dune: Messiah, terzo film diretto da Denis Villeneuve, inizierà le riprese nell’estate 2025 e si arricchisce di due giovani volti destinati a essere centrali nella storia. Nakoa-Wolf Momoa e Ida Brooke interpreteranno Leto II e Ghanima, i gemelli nati da Paul Atreides (Timothée Chalamet) e Chani (Zendaya), dopo gli eventi narrati in Dune: Parte Due.
Per entrambi è un debutto importante: Nakoa-Wolf è il figlio di Jason Momoa, che tornerà anche lui nel nuovo film nel ruolo di Duncan Idaho, questa volta come ghola. Ida Brooke, invece, ha già lavorato in progetti come Silo di Apple TV+ e The Primrose Railway Children.
Il progetto riparte sulla scia del grande successo di Dune: Parte Due, che ha incassato oltre 700 milioni di dollari nel 2024 e ha vinto due Oscar, conquistando critica e pubblico. Villeneuve, inizialmente restio a procedere subito con un terzo capitolo, ha invece trovato una nuova ispirazione e ha deciso di dare continuità alla saga. L’uscita è attesa per dicembre 2026, anche se la data non è ancora ufficiale.
Dune: Messiah sarà ambientato dodici anni dopo il secondo film e seguirà Paul Atreides nel difficile ruolo di Imperatore Muad’Dib, alle prese con le conseguenze del jihad che ha scatenato e con i conflitti morali derivanti dal potere assoluto. Sarà un capitolo più politico e riflessivo, che esplora la fragilità dell’eroe e il peso della leadership.
Accanto a Chalamet e Zendaya torneranno anche Florence Pugh (Principessa Irulan) e Jason Momoa. Robert Pattinson è in trattative avanzate per interpretare Scytale, l’ambiguo e pericoloso antagonista della storia. E a conferma del ritorno del team creativo originario, Hans Zimmer comporrà ancora una volta la colonna sonora: il celebre compositore ha già anticipato durante un’intervista a Variety che è al lavoro sul film.
Hans Zimmer on scoring “Dune: Messiah”: “We’ve got something — we’re on our way.” #F1TheMovie pic.twitter.com/LDgUqGqOvz
— Variety (@Variety) June 16, 2025
Nel frattempo, continua anche l’espansione televisiva dell’universo creato da Frank Herbert: la serie prequel Dune: Prophecy, ambientata 10.000 anni prima degli eventi principali, è stata rinnovata per una seconda stagione dopo il debutto su Max.
Con un cast che si rinnova e si espande, una narrazione sempre più ambiziosa e il ritorno di Villeneuve e Zimmer, Dune: Messiah si prepara a essere uno degli eventi cinematografici più attesi del 2026.
La 16ª edizione dei Governors Awards si terrà il prossimo 16 novembre alla Ray Dolby Ballroom di Ovation Hollywood, e l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha annunciato i quattro artisti che riceveranno i prestigiosi riconoscimenti onorari: Tom Cruise, Debbie Allen e Wynn Thomas riceveranno l’Oscar alla carriera, mentre Dolly Parton sarà premiata con il Jean Hersholt Humanitarian Award per il suo impegno filantropico.
La presidente dell’Academy, Janet Yang, ha commentato così la scelta: “Celebriamo quattro figure leggendarie la cui carriera ha lasciato un’impronta profonda e duratura nella nostra comunità cinematografica. Artisti visionari, capaci di ispirare e contribuire in modi straordinari alla cultura, all’arte e alla società.”
I premiati:
La celebre cantante e attrice Dolly Parton sarà invece premiata con l’Oscar umanitario per la sua attività instancabile a favore dell’educazione e del benessere sociale. Con oltre 100 milioni di dischi venduti e due nomination all’Oscar per miglior canzone originale (Nine to Five, Travelin’ Thru), Parton ha costruito un’imponente opera filantropica attraverso la Dollywood Foundation e il progetto Imagination Library, che dal 1995 ha distribuito oltre 285 milioni di libri a bambini in tutto il mondo.
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Netflix e Legendary Television stanno sviluppando un reboot di Land of the Lost, la storica serie sci-fi per ragazzi nota in Italia come La valle dei dinosauri. Il progetto è ancora nelle prime fasi: è in corso la ricerca di uno sceneggiatore, ma alla produzione ci saranno i creatori originali Sid e Marty Krofft, affiancati da Deanna Krofft Pope, COO della loro società.
Andata in onda su NBC dal 1974 al 1976, la serie seguiva Rick Marshall e i suoi figli, Will e Holly, risucchiati in un mondo preistorico abitato da dinosauri, rettili umanoidi chiamati Sleestak e dai Pakuni, esseri primitivi tra cui il giovane Cha-Ka, che diventa loro alleato. Nonostante la breve durata, la serie è diventata un cult anche grazie all’uso della stop-motion e a un immaginario avventuroso e misterioso.
Con questa nuova versione, Netflix conferma l’interesse per i reboot di serie storiche, dopo Lost in Space, One Day at a Time e la futura La casa nella prateria.
Legendary Television, che produce anche Dune: Prophecy per HBO e Tomb Raider per Netflix, guiderà il progetto, che punta a rilanciare un franchise intramontabile per una nuova generazione.
Dopo il successo di Prey, Dan Trachtenberg è tornato al lavoro sull’universo Predator con ben due progetti paralleli: il film animato Predator: Killer of Killers, appena uscito, e il prossimo live-action Predator: Badlands. Ma la vera notizia è che tutto questo serve a spianare la strada a un terzo progetto segreto, che il regista definisce “completamente inedito”.
“Avevo tre idee dopo Prey. Ho fatto Killers e Badlands insieme perché volevo arrivare il prima possibile alla terza,” ha dichiarato a SFX Magazine. “Non è solo un sequel per cavalcare il successo, è qualcosa che non si è mai visto nella fantascienza né nel mondo dei Predator.”
Disponibile su Hulu negli USA e su Disney+ in Italia e UK dal 6 giugno, Killer of Killers è un’antologia animata che segue tre guerrieri in epoche storiche diverse alle prese con lo stesso spietato Yautja. Dalla vendicativa vichinga Ursa nell’841 d.C., al ninja Kenji nel Giappone feudale, fino al pilota John Torres durante la Seconda guerra mondiale, ogni storia esplora nuovi approcci al concetto di caccia e sopravvivenza. Un Easter egg ben nascosto conferma che l’antologia è ufficialmente canonica all’interno del franchise.
Il prossimo 7 novembre arriverà invece al cinema Predator: Badlands, che segna il ritorno della saga al live-action. Non si conoscono ancora molti dettagli sulla trama, ma sappiamo che sarà ambientato in un contesto distopico e vedrà come protagonisti Dimitrius Schuster-Koloamatangi nel ruolo di un Predator emarginato di nome Dek, e Elle Fanning come Thia, un androide della Weyland-Yutani – la stessa megacorporazione legata all’universo Alien.
E proprio questo dettaglio ha acceso l’immaginazione dei fan: il collegamento tra Predator e Alien si fa sempre più concreto, e molti iniziano a pensare che si stia lentamente preparando il terreno per un nuovo crossover Alien vs. Predator.
Trachtenberg non ha ancora rivelato nulla di concreto sul “terzo progetto”, se non che si tratterà di qualcosa di “mai visto” né nella fantascienza, né nel mondo dei Predator. E intanto, un’altra dichiarazione ha alimentato l’hype: durante la promozione di Alien: Romulus, il regista Fede Álvarez ha lasciato intendere di essere aperto a collaborare con Trachtenberg su un film crossover tra i due franchise.
“Forse dovremmo fare qualcosa tipo Dal tramonto all’alba, come Tarantino e Rodriguez: io dirigo una parte, lui l’altra,” ha detto Álvarez con un sorriso.
Con Killer of Killers già disponibile, Badlands in arrivo a novembre e un potenziale mega crossover all’orizzonte, il franchise Predator sta vivendo una seconda giovinezza. E a giudicare dall’entusiasmo di Trachtenberg, il meglio potrebbe ancora arrivare.
Debutta al Tribeca Festival Ancestra, il primo cortometraggio nato dalla collaborazione tra Darren Aronofsky e Google DeepMind per esplorare il potenziale dell’intelligenza artificiale generativa nel cinema. Diretto da Eliza McNitt e prodotto dallo stesso Aronofsky, il corto di 8 minuti è una fusione tra live-action e sequenze create con Gen-AI, che porta gli spettatori dentro l’esperienza più primordiale: il grembo materno.
Il film inaugura l’iniziativa Primordial Soup, un nuovo progetto con cui Aronofsky e Google vogliono sperimentare forme narrative inedite attraverso strumenti tecnologici d’avanguardia, lasciando agli artisti il controllo creativo. Come dichiarato, l’obiettivo è quello di creare “nuovi modelli per il ruolo dell’AI nel cinema”.
Ancestra nasce da un’esperienza reale e drammatica della regista: una complicazione durante la nascita, in cui fu scoperto un foro nel suo cuore. Partendo da quell’evento, McNitt ha costruito un viaggio intimo e potente, unendo archivi familiari, immagini del padre scomparso e fotografie della sua infanzia, con cui ha addestrato i modelli AI per ricreare un neonato ispirato alla propria biografia.
Il corto è stato realizzato da un team di oltre 200 artisti e tecnologi, unendo riprese dal vivo e contenuti generati con strumenti sviluppati da Google, tra cui il recente modello Veo, in grado di creare video realistici a partire da input testuali o visivi.
McNitt è già nota nel panorama delle esperienze immersive per il progetto VR Spheres, una trilogia prodotta sempre da Aronofsky e presentata al Sundance, con le voci di Millie Bobby Brown, Jessica Chastain e Patti Smith.
I prossimi due cortometraggi del ciclo Primordial Soup non sono ancora stati annunciati, ma si sa che continueranno ad esplorare le potenzialità della Gen-AI e del modello Veo.