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Nope: YEP OR NOPE? La recensione (spoilerosa) di Roberto Recchioni

Pubblicato il 27 luglio 2022 di Roberto Recchioni

Esiste la convinzione diffusa che dei film di Jordan Peele sia difficile parlare in sede critica, per non rovinare la sorpresa agli spettatori, essendo l’elemento sorpresa così importante nella narrazione del regista di Scappa – Get Out, Noi e del nuovissimo Nope.
Ora, io concordo e non concordo su questa tesi (diciamo che se per Get Out il punto di svolta è davvero nodale per valutare il film, lo è molto meno per Noi e niente affatto per Nope) ma sono in un periodo pacifico della mia vita e non voglio stare a discutere con i nazispoileristi, quindi segnalerò ogni possibile spoiler.

YEP

Immagini molto belle (ma era il minimo che ci si potesse aspettare da un genio come Hoyte van Hoytema), personaggi ben costruiti e molto umani, portati in vita da un ottimo cast attoriale e sostenuti da ottimi dialoghi. La gestione della a tensione resta straordinaria fino a quando Peele si muove nei territori che conosce meglio

ATTENZIONE SPOILER: menzione d’onore per la sequenza della scimmia che, per quanto poco giustificabile (e faticosamente inserita) nella struttura del film, vale da sola il prezzo del biglietto e rappresenta un’opera nell’opera.

NOPE

Purtroppo, Nope è il film meno interessante tra quelli girati da Pelle fino a questo momento e il più convenzionale per tematiche e narrazione. È anche il primo film del regista che non gioca sulle metafore sociali e che prova a essere il più largo (?) possibile per il grande pubblico, cercando più il puro intrattenimento che la profondità. E proprio su questo terreno “facile”, fallisce. Perché non è per nulla semplice essere “facili”.

ATTENZIONE SPOILER: per farla breve, Nope è una versione un poco supponente di Tremors. I presupposti sono identici: un mostro alieno che mangia gli abitanti di una piccola comunità rurale. La minaccia è identica (il vermone di di Tremors si nasconde sottoterra, quello di Nope tra le nuvole, ma è lo stesso) e proprio come nel film con Kevin Bacon e Fred Ward, la lotta con la creatura è definita da meccaniche ben precise (non devi fare rumore in Tremors, non devi guardarlo direttamente in Nope). I personaggi hanno la stessa valenza: redneck che devono sbarcare il lunario e che hanno un interesse anche economico nel mostro. E tutto lo sviluppo narrativo e drammatico segue le stesse rotte. Questo è un problema? No, perché Tremors è un bellissimo film. Ma è un bellissimo film che non si prende mai sul serio mentre Nope sembra convinto di stare reinventando la ruota e di raccontare qualcosa di più intelligente, profondo e complesso di un “semplice” film di genere. Non è così, perché se hai la pretesa di dire qualcosa di più di Tremors (e Peele questa pretesa ce l’ha eccome e ce lo ribadisce in ognuna delle sue bellissime sequenze temporalmente dilatate) allora non ti puoi limitare ad inserire a forza un approfondimento su un personaggio di dubbia utilità alla storia o di creare un altro personaggio per fare un (banalissimo) discorso sull’occhio cinematografico che guarda la realtà e la plasma. E tutte queste cose finiscono per ammazzare una storia che, di fondo, sarebbe stata anche divertente e animata da alcune buone intuizioni.
Se proprio volessimo fare un parallelo con un regista che con Peele ha parecchio a che spartire, M. Night Shyamalan, potremo dire che se Get Out era Il sesto senso di Peele e Noi il suo Unbreakable, Nope è il suo Signs. Tirate voi le conclusioni.

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