Dopo due episodi clamorosi, non poteva non esserci una puntata di passaggio. Un po’ per tirare il fiato, un po’ per cominciare a introdurre la mitologia che, in questa seconda stagione di The Mandalorian, avrà probabilmente un peso più rivelante che nella prima. Così, lasciatasi alle spalle i deserti western e i mostri, la serie torna a un altro topos già battuto, quello dell’heist movie, per introdurre al live action un personaggio che i fan di Star Wars: The Clone Wars conosceranno bene, Bo-Katan (Katee Sackhoff).
Sulla luna Trask, Din Djarin incontra Bo-Katan e altri due guerrieri mandaloriani (tra cui la wrestler Sasha Banks), con cui esegue un colpo ai danni di una nave di ex imperiali, in cambio di ulteriori informazioni su dove trovare i guerrieri Jedi. Dire più di questo vorrebbe dire spoilerare la puntata, perciò limitiamoci per ora a dire che, dall’incontro con Bo-Katan, emerge un dato molto interessante che ribalta un po’ la prospettiva di Mando, o quanto meno la allarga. Ne riparliamo più sotto, nella sezione spoiler.
The Heiress, ovvero “l’ereditiera” (ovvero Bo-Katan, ex sovrana di Mandalore), è, come dicevamo, un episodio di passaggio. Lo si capisce innanzitutto dalla durata, 35 minuti, in linea con gli episodi della prima stagione. Questo non significa che non sia divertente, intendiamoci, ma, a differenza dei primi due episodi, stavolta la trama è un puro pretesto per introdurre una serie di elementi che verranno ripresi più avanti, e re-introdurne altri. C’è Titus Welliver che fa la parte di un ex ufficiale imperiale, e dai suoi dialoghi capiamo che Moff Gideon non era solo nella sua missione di ricostruire l’Impero. L’implicazione, qui, è che The Mandalorian servirà da tessuto connettivo tra la trilogia classica e quella sequel, e ci spiegherà in che modo i resti dell’Impero si siano evoluti nel Primo Ordine. È sempre più evidente, comunque, che dopo Il ritorno dello Jedi l’Impero non è magicamente scomparso nel nulla, ma che, come in una guerra vera, i suoi seguaci sono semplicemente in fuga.
Dicevamo che, stavolta, la trama è un pretesto per parlare di altro, di massimi sistemi. Esattamente l’opposto di quanto accadeva nei primi due episodi, in cui era l’azione a dominare sui dialoghi e sulla mitologia. La seconda puntata, The Passenger, era addirittura un’enorme deviazione, partita da un incidente di percorso che finiva per diventare problema da risolvere. In The Heiress, invece, sembra che a Jon Favreau (ancora una volta sceneggiatore) e Bryce Dallas Howard (che torna alla regia dopo il quarto episodio della prima stagione) interessi molto poco l’heist in sé. La scena è comunque molto divertente e girata e confezionata con il solito gusto cinematografico, ma, come il resto dell’episodio, è un passaggio verso altro, verso rivelazioni che torneranno utili.
La puntata regala anche un finale alla micro-trama di Frog Lady, la donna-rana che Mando ha scortato su Trask, in cerca del marito. E strizza l’occhio ai fan includendo i Mon Calamari, la specie anfibia di cui fa parte il leggendario ammiraglio Ackbar.
Trame si chiudono, altre se ne aprono, il viaggio prosegue “verso nuove e incredibili avventure”. Il prossimo episodio arriverà il 20 novembre, sarà diretto da Carl Weathers e dovrebbe vedere il ritorno del suo Greef Karga e della Cara Dune di Gina Carano. Attendiamo trepidanti.
The Heiress non solo introduce la versione live action di Bo-Katan, ma namedroppa un altro personaggio molto atteso e proveniente da Clone Wars, Ahsoka Tano. Sappiamo già che sarà interpretata da Rosario Dawson, ma non sappiamo quando esordirà. Non aspettiamoci che accada nella prossima puntata, anche se Mando è partito alla volta di Corvus, dove dovrebbe trovarsi la Jedi. Come detto, la settimana prossima Din Djarin dovrebbe ritrovare i suoi vecchi compagni di avventure e questo significa che farà tappa su Navarro prima di proseguire.
In The Heiress ritroviamo, anche se in forma di ologramma, Moff Gideon (Giancarlo Esposito), che trama per ricostruire l’Impero. E scopriamo che Bo-Katan gli sta dando la caccia, per recuperare la sua Darksaber. Come detto, aspettiamoci di rivederla in futuro, perché questa trama acquisterà sicuramente importanza. Inoltre, possiamo dire addio alla “culla volante” di Baby Yoda, che d’ora in poi dovrà camminare e faticare come tutti.
Infine, vale la pena di parlare del colpo di scena dell’episodio: Mando scopre che la sua filosofia di vita, che prevede che un mandaloriano non possa mai togliersi l’elmo davanti ad altre persone, non è condivisa da tutta la civiltà mandaloriana, ma solo dal gruppo di fanatici religiosi che lo ha salvato e cresciuto. Questo seme forse sboccerà, dando a Jon Favreau la possibilità di far togliere a Din Djarin l’elmo e a Pedro Pascal di mostrare finalmente la sua faccia in pubblico. Ma siamo sicuri di volerlo? Dopo tutto, quest’ultima puntata ha dimostrato ancora una volta come l’attore sia abilissimo nel recitare con il linguaggio del corpo e con la voce, regalando un’espressività non comune a un personaggio che, di fatto, non ha espressioni. Staremo a vedere.
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