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Strizzate un po’ gli occhi e lo vedrete apparire. Sì, anche senza bisogno dello starnuto che serve a evocarlo. Dalle nebbie dense d’affetto delle TV private dei primi anni ’80, Il mago pancione Etcì si è impresso nella memoria di una generazione, con la sua testa a pera, i baffi all’insù da Telegattone e i pistolotti da genio dal cuore buono (lo cantava del resto pure la sigla: “Sono il mago pancione… con un cuore così”). E allora ecco sette curiosità sul mago pancione Etcì, e potete leggerle anche se non vi siete beccati un raffreddore da aria condizionata. Pratico!
Ideato dal solito Tatsuo Yoshida per la sua Tatsunoko, Il mago pancione Etcì è un anime andato in onda per la prima volta in Giappone, su Fuji TV, tra il 5 ottobre del 1969 e il 27 settembre del 1970, ogni domenica pomeriggio alle 18. Da noi le sue 52 puntate (ognuna divisa in due spezzoni da dieci minuti, per un totale quindi di 104 episodi) sono arrivate solo nell’83, sulle reti locali. Il titolo originale della serie è Hakushon Daimao: Hakushon è il nome del protagonista, mentre “Daimao” significa “il grande demone”, che in italiano sarebbe suonato in effetti leggermente strano per un genio della lampada bonaccione. Il nome del ragazzino aiutato da Etcì/Hakushon era frutto della fusione del nome vero giapponese e del suffisso vezzeggiativo chan usato per i bambini: Kan-chan (“il piccolo Kan”) divenne quindi in Italia Kanchan. Quello della figlia del mago, Akubi, venne tradotto alla lettera in Sbadiglio. A richiamare la ragazzina dispettosa era infatti proprio uno sbadiglio: alla madre serviva un singhiozzo, al padre uno starnuto. La fiera delle reazioni fisiche involontarie.
Akubi/Sbadiglio è stata protagonista di due spin-off de Il mago pancione nel decennio scorso. Yobarete Tobidete! Akubi-chan, del 2001, e Akubi Girl, del 2006 (i cui episodi duravano solo un paio di minuti). In entrambi i casi, Akubi aiutava delle bambine in difficoltà e dallo sbadiglio facile. In Italia sono stati trasmessi su Hiro e poi Italia 1 da fine 2009, sempre con il titolo di Akubi Girl, con tanto di sigla di Cristina D’Avena.
In quanto personaggio storico della Tatsunoko, ancora molto amato nel Sol Levante da milioni di ex bambini, il mago pancione è apparso o è stato citato in diversi anime e film collegati. Nelle scene iniziali della trasposizione live action di Yattaman (Yattaman – Il film di Takashi Miike), ad esempio, tra le rovine del quartiere di Shibuya distrutto dalla battaglia si vede, oltre a una statua dell’Ape Magà, anche un poster con Sbadiglio. Etcì è citato anche nella serie di Yattaman del 2008 e in Abenobashi – Il quartiere commerciale di magia… o in un episodio dei Power Rangers.
La solita Saban Entertainment realizzò nel ’92 un doppiaggio in inglese della serie del mago pancione, ribattezzandola Bob in a Bottle. Il mago divenne Bob, sua figlia Illana, Kan-chan Joey. La serie non venne trasmessa a quanto pare negli USA, ma in Canada, Australia e Nuova Zelanda, e poi tradotta in altre lingue (spagnolo, portoghese, tedesco…), come sarebbe successo nel ’95 con Honeybee Hutch, l’insalatona dell’Ape Magà made in Saban. L’anno dopo arrivarono i Mighty Morphin Power Rangers, e così in un episodio della prima serie (“I finti Power Rangers” / “A Bad Reflection on You”) è andata in scena un’autocitazione di casa Saban. Si intravede il cartone in TV e Bulk (Paul Schrier) dice che si tratta della sua serie animata preferita.
Il mago pancione è uno dei lottatori del videogioco Tatsunoko vs. Capcom: Cross Generation of Heroes, uscito in sala giochi e su Nintendo Wii in Giappone nel 2008. Quando però poco più di un anno dopo è arrivata la versione internazionale di quel picchiaduro, ribattezzata Tatsunoko vs. Capcom: Ultimate All-Stars e uscita anche in Europa (gennaio 2010), Etcì era sparito. Non tanto per una questione di scarsa popolarità nel mercato occidentale di riferimento, cioè gli USA, quanto perché poco apprezzato dai giocatori per il suo set di mosse. Il problema non era il personaggio in sé, quanto quella sua incarnazione specifica. Tanto che venne escluso anche dalla riedizione per il mercato nipponico di Ultimate All-Stars, che includeva i nuovi personaggi aggiunti per l’estero.
La sigla italiana Il mago pancione Etcì è stata scritta da Mario Scotti – bassista che ha lavorato con decine di cantanti italiani, da Baglioni a Renato Zero – e cantata dai suoi figli, Andrea e Sabrina Scotti. L’altra faccia del 45 giri della RCA era dedicata alla sigla di Capitan Jet. Il testo de Il mago pancione Etcì cita la formula magica utilizzata nell’anime, “Aulì, aulè, tulilem blem blu”. Una filastrocca per bambini finita anche in un brano di Adriano Celentano del 1961, Aulì-Ulè (il lato B del singolo di 24.000 baci).
Hakushon è stato protagonista di tutta una serie di spot e iniziative promozionali: nell’anime era ghiotto di hamburger, tanto per dirne una, per via di un cambiamento apportato all’ultimo secondo dalla Tatsunoko per accomodare le esigenze dello sponsor. Via le crocchette e dentro gli hamburger, come quelli surgelati della Marushin Foods.
Tra le tante iniziative legate al mago pancione non poteva perciò mancare la consacrazione definitiva tipica di quella macchina da guerra che in Giappone è il mondo dell’entertainment: la trasposizione live action, il dorama. Nel novembre del 2013 è andato in onda lo special televisivo Hakushon Daimao. In cui il protagonista era ovviamente interpretato, come da tradizione, da un attore-cantante-tarento di bella presenza completamente diverso e quindi sepolto sotto dieci chili di trucco, lattice e dentoni finti. In questo caso Shingo Murakami della idol band Kanjani Eight.
Dopo il Carletto interpretato dal leader degli Arashi, praticamente i Backstreet Boys nipponici, valeva tutto.