7 cose che forse non sapevate su Memole dolce Memole

7 cose che forse non sapevate su Memole dolce Memole

Di DocManhattan

I folletti venuti dallo spazio insieme a Memole, i minuscoli profughi del pianeta Filofilo, in realtà erano 245. Non 243, come cantava la Cristinona nazionale nella sigla. Licenze poetiche per lanciare un anime che ha avuto un notevole successo, tanto in Italia quanto in Giappone. Dove, con il suo cappello a punta, Memole ha portato a una piccola, grande rivoluzione.

1. È MEMORU IL NOME MIO

Tongari Bōshi no Memoru, cioè “Memole dal cappello a punta”, debutta in Giappone, su TV Asahi, il tre marzo del 1984. Da principio va in onda il sabato alle 19, ma a partire dal 22° dei suoi 50 episodi, l’anime viene spostato alla domenica mattina, alle 8,30. Inaugurando così un nuovo slot per gli anime prodotti da Toei utilizzato poi per più di trent’anni.

Da noi, Memole è arrivata due anni dopo, nel gennaio dell’86 su Italia 1, con il titolo di Memole Dolce Memole.

2. COME CONTINUA?

Oltre alle 50 puntate della serie, esiste uno speciale cinematografico di 16 minuti del marzo ’85, proiettato nell’edizione primaverile di quell’anno del Toei Cartoon Festival (Toei Manga Matsuri), appuntamenti speciali in cui, durante le vacanze scolastiche, la Toei porta in sala i beniamini degli anime televisivi, riuniti in una proiezione speciale. A far compagnia a Memole c’erano Kinnikuman, Ganmo e il super sentai Dengeki sentai Changeman.

Il 21 luglio, sempre dell’85, è uscito in home video l’OAV Marielle no hosekibako (“Lo Scrigno di Mariel”), che racconta del primo incontro tra Memole e la sua amica terrestre. Pur doppiato all’epoca della messa in onda dell’anime sulle reti Fininvest, con le stesse voci, è stato trasmesso per la prima volta in Italia solo nel 2004, con il titolo di Memole dolce Memole – Il film, su Italia Teen Television (Sky).

3. SAILOR MEMOLE

La regia di Memole è di Jun’ichi Sato, in seguito regista di serie di successo come Sailor Moon e Keroro. Negli anni 80, Sato ha lavorato agli storyboard e alla regia di anime come Z Gundam, Juny peperina inventatutto e Maple Town. Ha curato anche gli storyboard per Cowboy Bebop, Neon Genesis Evangelion e I cieli di Escaflowne, utilizzando spesso lo pseudonimo di Kiichi Hadame.

4. HELLO, SPANK!

Lo sceneggiatore di Memole è invece Shunichi Yukimuro, veterano dell’animazione giapponese, che ha scritto in carriera per serie storiche come Rocky Joe, Babil Junior, Candy Candy, Dottor Slump & Arale… Nel ’79 ha creato, con i disegni di Shizue Takanashi, il manga di Hello, Spank!, divenuto due anni dopo un’altra serie animata molto popolare. #TeamTorakiki, sempre.

5. LA VOCE DI DEBORAH (A BIM BUM BAM)

Memole, che ha un’età apparente di 5 o 6 anni, ma in realtà su Filofilo (in giapponese Rilulu) era una ventiquattrenne, o qualcosa del genere, era doppiata da Debora Magnaghi. In seguito la Magnaghi è diventata uno dei volti di Ciao Ciao, il contenitore per ragazzi su Rete 4, insieme a Davide Garbolino. Dall’89 è passata a Bim Bum Bam, che ha condotto per dieci anni, insieme a Manuela Blanchard, Roberto Ceriotti, Carlo Sacchetti, Carlotta Pisoni Brambilla e Marco Bellavia. Gli ultimi due sono apparsi con lei nelle serie live action di Licia, dove la Magnaghi era Hildegard.

6. LE SIGLE

La sigla italiana – come ti sbagli – è stata scritta da Alessandra Valeri Manera, su musica di Giordano Bruno Martelli, e interpretata da Cristina D’Avena. Le musiche originali erano invece di Nozomi Aoki, compositore artefice delle colonne sonore di anime come Ken il guerriero, Capitan Harlock e Galaxy Express 999. Volete sentire l’opening giapponese di Memole? Anche se poi sapete che vi resta nel cervello e non ne esce più?

Ecco fatto. ME-MO-RUUUU (vi si era avvisati, eh). 

7. SPOT! 

Questa è invece una raccolta di spot televisivi nipponici di allora. La qualità video è quella che è, ma chi se ne importa, in un tripudio di dolcetti, puzzle, giochi e casette in miniatura, che se siete un’ex ragazzina degli anni 80 che oggi compra a forza alle figlie quelle stanzine e quei salottini carissimi per coniglietti e gattini kawaii, anche se le figlie non vogliono, siete autorizzate a piangere. Non lo diciamo a nessuno. Parola.

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