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Mai, mai, scorderai… e chi diavolo se lo dimentica. Impossibile. Nella storia della TV italiana, esiste un prima e un dopo l’arrivo sulle reti locali, nell’87, di Ken il Guerriero, questo anime giapponese in cui le teste esplodevano per un’applicazione molto rigida dei principi della pranoterapia, una guerra mondiale aveva disseminato tra i pochi superstiti tizi giganteschi e deformi, e in soccorso del protagonista, l’uomo dalle sette stelle, il salvatore della Divina Scuola di Hokuto, arrivava suo fratello. Cioè Gesù. Ecco sette cose che forse non sapevate – e se le sapevate pigiatevi la tsubo della memoria per dimenticarle – sul mondo di Kenshiro.
1. I DOLORI DEL GIOVANE KENSHIRO
I due autori del manga di Hokuto no Ken sono, come noto, Tetsuo Hara (disegni) e Buronson (nome d’arte di Yoshiyuki Okamura, superfan di Charles Bronson; testi). Ma l’idea di base di Ken il Guerriero non venne a nessuno dei due. Fu l’editor di Hara, Nobuhiko Horie, a suggerirgli lo spunto iniziale: un manga su un esperto di arti marziali che distruggeva i suoi avversari colpendo i loro punti di pressione. Videro così la luce due racconti one-shot, nell’aprile e nel giugno dell’83, aventi per protagonista… un Kenshiro teenager incastrato per un crimine non commesso, nel Giappone degli anni 80.
Ai lettori le due storie piacquero e così venne messa in cantiere una serie. Hara si sarebbe dovuto occupare stavolta solo dei disegni, ai testi venne chiamato Buronson e l’ambientazione contemporanea venne soppiantata da un futuro post-apocalittico devastato da un conflitto mondiale negli anni 90. Con un Kenshiro più maturo e circondato da citazioni di quanto piaceva a Buronson: i film di Bruce Lee, Mad Max e tante icone pop di quegli anni (vedi punto 4).
2. KENSHIRO COME?
Hokuto no Ken vuol dire “Pugno delle stelle del nord”, o “Pugno dell’Orsa Maggiore”, perché Ken, scritto con il kanji utilizzato in Kenshiro, significa pugno, e Hokuto indica in giapponese il Grande Carro. Solo che “Pugno del Grande Carro dell’Orsa Maggiore” era in effetti un nome un tantinello lungo, meglio Ken il Guerriero. E ok, Kenshiro delle (sette) stelle del nord. Ma di cognome? Nel fumetto pilota (fuori canon), il giovane protagonista si chiamava Kenshiro Kasumi. Nella serie classica non si fa menzione della cosa, ma quel cognome torna nel prequel a fumetti Ken il guerriero: Le origini del mito, avente per protagonista lo zio di Ken, un altro Kenshiro Kasumi. Sì, insomma. Avesse mai una casa e un citofono, Kenshiro ci scriverebbe sopra lo stesso nome della ninja tettona dei giochi Dead or Alive...
3. MADSHIRO
Buronson, dicevamo, amava Mad Max. Soprattutto il secondo film della serie (ribattezzato qui da noi Interceptor – Il guerriero della strada). Una delle pellicole più influenti di sempre, per il modo in cui ha dato un volto, e soprattutto una cresta, ai selvaggi del dopobomba. Il manga di Kenshiro pesca così a piene mani dall’opera di George Miller, piazzando addosso al protagonista lo stesso abbigliamento del “Mad” Max Rockatansky di Mel Gibson. Ma da Mad Max 2 arrivano anche molti dei nemici affrontati da Kenshiro e più in generale il setting e la psicologia del personaggio. Un uomo solitario e silenzioso come uno degli eroi di Sergio Leone, che se ne va per la sua strada, finché il destino non gli butta addosso, così, a tradimento, il ruolo pochissimo impegnativo di “Salvatore del Secolo”. L’uomo a cui appiopparono quasi la santità, insomma.
4. FREDDIE MERCURY E HULK HOGAN
Il volto e le movenze di Kenshiro, nella prima serie, sono ispirati soprattutto a Bruce Lee. Nella seconda si vira in modo netto verso il il Sylvester Stallone di Cobra, occhiali a specchio compresi. Buona parte degli antagonisti e dei co-protagonisti di manga e anime sono frutto di un frullatone di cinema action anni 80. E non solo. Raoul è un mix del Rutger Hauer replicante di Blade Runner e di Arnold Schwarzenegger (quale avversario migliore, per un eroe che a quel punto ha la faccia di Stallone?). Busk è Hulk Hogan, e il suo vice Barona è Mr. T (per una rimpatriata da Rocky III). Falco è Dolph Lundgren, Ain somiglia a Mickey Rourke, Han/Ronn a Freddie Mercury. E Geira, che nel manga è il gemello di Jabba the Hutt, nell’anime ricorda un po’ Danny DeVito con il suo immancabile sigaro. Toki, invece… no, niente: Toki è sempre stato, per aspetto e personalità, un Gesù Cristo muscoloso.
5. VIULENZA
Come presero i genitori di fine anni 80/primi anni 90, fratelli minori di quelli che un decennio prima avevano montato su grossi casini per Goldrake e Mazinga, il tasso di violenza smodato di Ken il Guerriero? Male, che domande. Pure voi. Un movimento di mamme portò nel ’94 alla sospensione delle repliche di Ken su un’emittente toscana, Rete 37 di Firenze. Il che fece inalberare a quel punto i loro figli, che presero a protestare animatamente e a raccogliere firme per riportare la pranoterapia esplosiva postapocalittica di Kenshiro in TV. Uno scontro generazionale feroce, come neanche quelli da motorini negati dopo una sudatissima promozione, come si legge in questa cronaca dell’epoca. E oh, mai un uccello d’acqua di Nanto in soccorso degli studenti con la sua Stella della Giustizia, quando serve.
Quel che è meno noto è che anche in Giappone si temeva di urtare la sensibilità di qualcuno. In una chiacchierata qualche anno fa con l’animatore della serie, l’uomo che ha portato il manga su schermo, Masami Suda, è emerso che il team era molto preoccupato per la violenza visiva dell’anime. Da qui la scelta di edulcorare le esplosioni cerebrali con quei giochi di luce o quelle scene in silhouette e di rendere quanto più grotteschi possibile gli avversari enormi affrontati da Kenshiro.
6. FIST OF THE NORTH STAR, IL FILMMHH
Esistono diverse trasposizioni live action della storia di Hokuto no Ken, tutte accomunate da un’indicibile livello di pezzenteria. Fist of the North Star è un film USA del ’95 per il mercato dell’home video, diretto da Tony Randel e interpretato da Gary Daniels. Oltre che da Rufio di Hook e da Malcolm McDowell, nei panni di un anziano maestro che ha ancora un mutuo da pagare. È talmente brutto che negli anni, grazie a YouTube, è diventato un nuovo classico della risata. Ma il film farsa sudcoreano del ’93 è perfino peggiore. Lo trovate sul tubo, se proprio vi va di farvi del male.
7. TEATRO E SCHIUMA
E il musical? Si è detto di quelli di Sailor Moon e Saint Seiya, vuoi che non ci sia anche uno straccio di spettacolo teatrale giapponese per Hokuto no Ken? E infatti c’è, fresco fresco. È andato in scena per la prima volta a Tokyo lo scorso settembre e i protagonisti sono… gli sgherri senza nome della serie, la carne da cannone in cresta e linguacce presa a cazzotti da Kenshiro. Il titolo, infatti (Hokuto no Ken – Seikimatsu Zako Densetsu), parla della “leggenda di un teppista qualunque di fine secolo”, anziché di quella “del Salvatore di Fine Secolo”. Uno spettacolo non dedicato al primo della lista dell’anime, ma proprio agli ultimi degli… eh.
E poi, chiaro, a darci sempre grandi (ma grandi) soddisfazioni ci pensano le pubblicità giapponesi, portatrici poco sane di follia e meraviglia. Se siete muniti di due occhi e di un profilo Facebook, avrete intravisto per forza quella qui sopra, qualche settimana fa. Kenshiro, testimonial di un bagnoschiuma, combatte a colpi di sapone. Perché l’igiene è importante, pure tra i selvaggi postapocalittici.
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