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7 cose che forse non sapevate su Conan il Ragazzo del Futuro

Pubblicato il 19 febbraio 2019 di DocManhattan

Non ne fanno più serie anime come Conan il ragazzo del futuro. Perché non hai tutti i giorni un talento come quello di Hayao Miyazaki da spendere in un prodotto televisivo per ragazzi, che quei ragazzi non dimenticheranno più, finché campano. Ecco sette cose che forse non sapevate su Conan, piccolo grande eroe postapocalittico che correva con il corpo inclinato di lato di 45 gradi e aveva i piedi prensili…

1. QUARANT’ANNI FA, NEL FUTURO PASSATO

Mirai Shonen Konan, cioè Conan il ragazzo del futuro, appunto, va in onda per la prima volta in Giappone il 4 aprile del 1978. Tratto dal romanzo di fantascienza per ragazzi The Incredible Tide (1970), di Alexander Key, è ambientato nel lontano… 2008, dopo una devastante terza guerra mondiale che ha fatto colare a picco i continenti. È prodotto da Nippon Animation e viene trasmesso dalla NHK, la RAI giapponese, per 26 puntate.

In Italia, Conan arriva poco dopo, nell’81, su diverse emittenti locali. E viene poi riproposto da diversi canali più grandi, tra cui Rete 4 nell’82 e TMC negli anni 90. Nel 2007, Dynit ne realizza un nuovo doppiaggio, utilizzato da quel momento, oltre che nel mercato home video, anche nelle repliche su Cooltoon (piattaforma Sky).

2. “UN DISASTRO”

Oltre al sensei Miyazaki, su Conan hanno lavorato altri grandi nomi dell’animazione giapponese, come Yoshiyuki Tomino (Gundam) e Isao Takahata, in seguito cofondatore con Miyazaki dello Studio Ghibli, suo sodale per una vita e regista di capolavori come Una tomba per le lucciole. La produzione di Conan fu però tutt’altro che semplice: il team, lieto di poter lavorare a una storia più allegra dopo lo strappalacrime Marco – Dagli Appennini alle Ande, si ritrovò presto indietro con i tempi di consegna.

I sei mesi d’anticipo con cui era partita la produzione, e gli otto episodi messi in cascina prima del debutto su NHK, non bastarono. Ci volevano infatti circa due settimane per produrre una singola puntata, il che portò a sensibili ritardi nella messa in onda, tamponati dalla NHK con altri programmi. Alla fine di un frustrantissimo anno (e tre mesi) di lavoro, Miyazaki dichiarò che se non ci fosse stata la NHK, sarebbe stato “un vero disastro” e Conan non sarebbe mai stata terminata.

In patria gli ascolti, a causa sia dei ritardi, sia di uno slot anime inedito per il palinsesto NHK (il martedì alle 19,30) furono terribili, anche se si chiusero in crescendo.

Nel ’79 è uscito in sala, sempre in Giappone, un film di montaggio della serie, che apportava alcune modifiche alla storia. Esiste un altro film di montaggio, dell’84, intitolato Mirai Shonen Konan Tokubetsu-hen: Kyodaiki Giganto no Fukkatsu (il titolo internazionale è Conan the Future Boy: The Big Giant Robot’s Resurrection). 50 minuti ottenuti tagliando e incollando gli ultimi tre episodi della serie TV e proiettato lo stesso giorno di uscita di Nausicaä della valle del vento, l’11 marzo dell’84.

3. LA MAREA MENO TRISTE

Miyazaki dichiarò in un’intervista, a inizio anni 80, che aveva accettato di lavorare a questo anime solo a condizione di ottenere la facoltà di modificare la storia e il suo tono. Al Walt Disney giapponese non piaceva il mood troppo pessimistico del romanzo di Alexander Key e desiderava dar vita a un racconto più allegro e carico di ottimismo. Perché, sono parole sue, considerava “stupido riversare sui bambini il proprio pessimismo nei confronti del futuro. Se hai perso la speranza nel domani, puoi parlarne agli adulti, ma non c’è bisogno di farlo con i ragazzi. A quel punto è meglio non dire proprio nulla”. Toccata pianissimo dal sensei.

A Miyazaki non piaceva nemmeno il non troppo sottile collegamento tra la libera e pacifica High Arbor e gli Stati Uniti da una parte, e la dispotica e grigia Indastria e l’Unione Sovietica dall’altra. Pensò quindi di giapponesizzare quel mondo post-disastro con vari elementi della cultura e dello stile di vita nipponici, come la coltivazione del riso. La cosa però presentava una serie di problemi logici a catena, e fu accantonata.

4. TROPPO PERSONALE

Hayao Miyazaki si ritrovò a un certo punto troppo coinvolto nella creazione di Conan. Arrivati all’ottava puntata, si rese conto di aver trasferito nella scena del bacio sott’acqua e nell’amore di Conan per Lana un suo ideale romantico, e il tutto gli ricordava un manga realizzato ai tempi in cui era ancora uno studente.

La NHK decise di censurare, prima della messa in onda, la scena in cui Jimsey, l’amico selvaggio di Conan con una passione per le rane e un’evidente propensione al tabagismo, fumava. Il sensei si era riversato un attimo troppo nei suoi personaggi.

5. GIOCHIAMO?

Conan, Lana e l’equipaggio del Barracuda sono stati protagonisti di diversi videogiochi. Un’avventura in 2D per PC Engine (1992), un’enciclopedia digitale per 3DO (1995) e un gioco poligonale per PS2 del 2005. Tutti usciti solo in Giappone e con la voce della doppiatrice storica di Conan, Noriko Ohara (voce in carriera, tra gli altri, di Miss Dronio, Peter di Heidi e Penelope Pitstop). Esistono anche due pachinko, usciti nel 2005 e nel 2011.

6. LE SIGLE

La struggente sigla italiana di Conan dell’81, scritta da Massimo Buzzi e Lucio Macchiarella, era cantata da Georgia Lepore, interprete di tante sigle storiche, tra cui quelle delle DUE Mimì della pallavolo. Prego apprezzare, nel video, quel “regia di SHUN Miyazaki” (cavaliere di Andromeda?).

Esiste però anche una seconda sigla italiana, utilizzata ai tempi della messa in onda su TMC, a metà anni 90. Si intitola Conan, ragazzo del 2000, era cantata da Antonio Galbiati e i Cartoon Kids, ed è stata scritta da Silvio Amato e Fabrizio Berlincioni. Amato e Berlincioni hanno realizzato assieme praticamente tutte le sigle nuove per i cartoni trasmessi nel contenitore Zap Zap di TMC, da Arrivano i Superboys a Sampei.

7. L’ALTRO CONAN

Pochi lo sanno, ma esiste una sorta di seguito animato delle sgambate oblique e a piedi scalzi di Conan. Più o meno. Poco più di vent’anni dopo la conclusione della serie originale, è andato in onda Mirai Shonen Konan II: Taiga Adobencha, titolo internazionale Future Boy Conan II: Taiga Adventure. Ventiquattro puntate, tra l’ottobre del ’99 e l’aprile del 2000, che raccontano la storia di Taiga, un ragazzino che gira il Sud America con suo padre, un archeologo. Nel presente, senza alcuna traccia dell’innalzamento dei mari causata dalla terza guerra mondiale. Qual è il collegamento con Conan? Non c’è. Realizzato per Nippon Animation da un team completamente diverso e presentato a volte come sequel e altre come remake, è un anime a cui hanno appioppato a posteriori il titolo di Conan II per pure ragioni di marketing.

Il vero remake? Beh, almeno in un certo senso, lo ha firmato lo stesso Miyazaki.

È impossibile guardare Laputa – Castello nel cielo dello Studio Ghibli (1986) e non rivedere in Pazu e Sheeta Conan e Lana, no?

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