In principio era Superman: Legacy. Poi – pure comprensibilmente, in quanto nuovo Superman del nuovo universo condiviso degli eroi DC – si è deciso di lasciar perdere la Legacy e intitolarlo solo Superman, come non succedeva dal film di Richard Donner del ’78. Già, ma a parte proprio la pellicola di Donner con Christopher Reeve, quali sono le altre fonti d’ispirazione a cui ha guardato James Gunn per il suo Superman? Cosa sappiamo ci sarà nel suo film, in arrivo nel luglio del 2025? Una serie di indicazioni ce le ha fornite lo stesso Gunn poco più di una settimana fa, rispondendo su Threads a un fan che gli ha posto esattamente questa domanda. “Da dove comincio?”, ha risposto il regista, prima di lasciare la parola a una serie di immagini tratte dai fumetti e dalle serie animate di Superman, dagli albori fino a oggi. Ecco quello che quelle immagini ci dicono.
La prima foto mostra un Superman della Golden Age che spezza le catene. L’immagine viene dalla quarta di copertina di Superman 1, un albo del 1939. L’eroe kryptoniano, nato sulle pagine di Action Comics l’anno prima, era allora molto diverso dal Superman che conosciamo, e non solo per il logo pettorale. Innanzitutto, non volava: il Superman delle origini si limitava a fare salti altissimi. Avrebbe acquisito il potere del volo solo in seguito, dapprima in un programma radiofonico, e poi a seguire nei cartoon e nei fumetti (riprendiamo l’argomento più sotto).
Le primissime avventure di Superman, inoltre, non si svolgevano nell’immaginaria Metropolis (introdotta solo a partire dal numero 16 di Action Comics), ma a Cleveland, in Ohio, la città in cui vivevano i giovani creatori del personaggio, Jerry Siegel e Joe Shuster. La cosa è collegata al film di James Gunn? Sì, perché parte delle riprese – iniziate il 29 febbraio scorso, indicato canonicamente come “il compleanno” di Superman – si svolgeranno proprio a Cleveland.
Non ci riferiamo a un ballo finalmente a misura d’uomo portato in Italia grazie al coro femminile di stato della Radio e Televisione bulgara, ma al Superman di All Star Superman, maxiserie a fumetti di 12 numeri pubblicata tra il 2005 e il 2008 in cui Grant Morrison e Frank Quitely ci raccontano una meravigliosa storia fuori continuity di Superman. Un Superman a cui resta un solo anno di vita e che tra una serie di problemi e questioni di vecchia data a cui cercherà di dare una soluzione, trova il tempo di mostrare l’eroismo di piccoli, grandi atti come salvare questa ragazza che vuole suicidarsi.
Nel 2011 ne è uscita una versione animata, parte della collana DC Universe Animated Original Movies.
La terza foto di Gunn è una cel, un rodovetro originale del cartoon di Superman. La spettacolare serie animata dei fratelli Fleischer, 17 corti prodotti per il grande schermo tra il 1941 e il 1943 che hanno reso canonico il volo di Superman, già introdotto – dicevamo – dallo show radiofonico… e da qualche svista nei fumetti. La ragione di questa scelta era molto semplice: animare l’eroe in volo era molto più semplice e veloce di mostrarlo alle prese con i suoi “salti più alti di un palazzo”. La cosa fu accolta con entusiasmo dagli spettatori e si decise di farlo volare anche nei fumetti.
In questa splash page proveniente da un altro fumetto acclamatissimo del kryptoniano, Che cosa è successo all’uomo del domani? (Whatever Happened to the Man of Tomorrow?), una storia immaginaria in due parti scritta da Alan Moore e disegnata da Curt Swan nel 1986, Superman piange accanto al supercane Krypto. Si sottolinea ancora una volta l’umanità dell’uomo d’acciaio.
Questa vignetta viene dalla miniserie Superman: Stagioni (Superman for All Seasons), di Jeph Loeb e del compianto Tim Sale, che nel ’98 ha raccontato Superman e il suo mondo attraverso il punto di vista di comprimari storici: Lois, Lex, Lana Lang. Qui siamo nel primo numero, quello è Jonathan Kent, il padre adottivo di Clark, e Gunn sembra suggerirci con questa immagine quanto sia importante il background dell’eroe, il fatto che oltre che un profugo alieno e un essere dotato di poteri incredibili, Clark Kent è sempre un ragazzone di campagna, venuto da Smallville e dal Kansas rurale.
Kingdom Come di Mark Waid e Alex Ross fu, nel 1996, il contraltare perfetto di Marvels, la miniserie che due anni prima aveva lanciato – in casa Marvel – la carriera dello stesso Ross. Se lì Alex Ross e Kurt Busiek si erano concentrati sul senso di meraviglia, appunto, del passato Marvel, Kingdom Come ci porta in un futuro distopico in cui i nuovi eroi sono virtualmente indistinguibili dai supervillain (buongiorno, supertizi della prima Image!), e tocca a quelli della vecchia guardia rimettere le cose a posto. A cominciare da un Superman ingrigito, ma poche volte così monolitico, iconico.
Oltre ai discorsi su cosa rende un eroe tale, il Superman di James Gunn ha sicuramente ripreso da Kingdom Come il logo pettorale che vedremo sul torace del nuovo Clark Kent, David Corenswet.
Dritto dalla Silver Age, e nello specifico da Giant Superman Annual 6, del 1962, arriva questo quadretto della Superman Family. Gunn vuole dirci che vedremo un cast di comprimari più vasto rispetto alle precedenti incarnazioni cinematografiche dell’eroe? Probabilmente. Se ve lo state chiedendo, nell’immagine appaiono personaggi come Bizarro (clone non riuscitissimo di Superman, diremo), la Legione dei Super-Eroi, Mr. Mxyzptlk (subdolo folletto di un’altra dimensione), la sirena Lori Lemaris (tra i vari amori di Superman con la doppia allitterazione in L: Lois Lane, Lana Lang…), il super-cavallo Comet e pure la superscimmia Beppo!
Dagli anni Sessanta scivoliamo agli inizi del decennio scorso, quando l’universo DC a fumetti affrontò un soft reboot con il rilancio chiamato New 52. Quella che vedete è una copertina variant realizzata da Michael Choi per Action Comics 4, con un Superman agli inizi in quella nuova realtà.
La serie animata di Superman del 1996 (Superman: The Animated Series, da noi nota come Le avventure di Superman) permise ad Alan Burnett, Bruce Timm e Paul Dini di bissare il successo ottenuto qualche anno prima con l’acclamata serie su Batman. Ma soprattutto di rendere nuovamente Superman, per il grande pubblico, un personaggio dotato di grande umanità e con cui fosse possibile empatizzare. Qui, se volete approfondire, ho raccontato la storia di questo cartoon e i suoi tanti pregi.
Dopo il tentato rilancio con il citato New 52, la DC Comics tornò sui propri passi nel 2016, rimescolando nuovamente le carte, e ripristinando gran parte della vecchia continuity, con la fase Rinascita (DC Rebirth). A ogni modo, nell’attuale versione del personaggio, Lois Lane (e il figlio dei due, Jon Kent) rivestono una grandissima importanza. Difficile che vedremo Jon in giro, ma il tutto ruoterà ovviamente attorno alla relazione con Lois (Rachel Brosnahan).
La pagina in questione è stata pescata da Gunn su Action Comics 1035, scritto da Phillip Kennedy Johnson e disegnato da Daniel Sampere. Nella pagina precedente, Superman dice a Lois che l’amore per lei “è la cosa più forte che conosca”. “Dimostramelo”, risponde Lois.
Note di Love is in the air, dissolvenza, sesso ad alta quota.