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Oggi è mercoledì, ed è arrivato perciò su Disney+ un nuovo episodio di Daredevil: Rinascita (qui ho scritto dei primi due). Quale giorno più propizio, dunque, per spulciare un po’ di curiosità sul buon vecchio Matt Murdock nei fumetti Marvel? Sì, a cominciare dal fatto che è grazie a lui se sono nati Leonardo, Donatello, Michelangelo e Raffaello…
Letteralmente. Kevin Eastman e Peter Laird, i creatori delle Teenage Mutant Ninja Turtles, erano dei fan dei mutanti Marvel (e in particolare dei Nuovi Mutanti di Claremont) e del Daredevil di Frank Miller. Quando creano le Turtles, il loro omaggio al Matt Murdock di Miller arriva al punto di far condividere a Daredevil e alle TMNT le STESSE origini.
Come raccontato da Splinter nel primo numero di Teenage Mutant Ninja Turtles, è la medesima sostanza radioattiva che priva Matt Murdock della vista e gli potenzia gli altri sensi a trasformare, in quello stesso incidente stradale, quattro tartarughine domestiche in Leonardo, Donatello, Raffaello e Michelangelo.
E se il Daredevil di Miller aveva Stick (“bastone”) e i ninja della Mano, le Turtles di Eastman e Laird – in un fumetto che è molto più violento rispetto alla versione edulcoratissima di quei personaggi che proporrà la serie animata delle Tartarughe Ninja – hanno Splinter (“scheggia”) e i ninja del Clan del Piede…
Daredevil viene creato perché, essenzialmente, il fumetto di Spider-Man sta andando sorprendentemente bene e l’editore Martin Goodman chiede a Stan Lee un personaggio simile. Questo lega a filo doppio i due personaggi, che già dai primi anni hanno tantissime cose in comune. Kingpin, tanto per dirne una, fa la sua prima apparizione sulle pagine di Amazing Spider-Man 50, nel ’67. Il secondo avversario affrontato da Daredevil, sul numero 2 del suo fumetto? Electro.
Per dar forma a questo nuovo eroe, Stan Lee prova a coinvolgere il co-creatore di Spider-Man, Steve Ditko, che però declina l’invito. Lee si rivolge allora a Bill Everett, che disegna il nuovo personaggio con l’aiuto di Jack Kirby. Venticinque anni prima, nel 1939, Bill Everett era stato uno degli autori del primissimo fumetto della futura Marvel, Marvel Comics 1, per cui aveva riciclato un personaggio creato per un progetto di un fumetto promozionale rimasto inedito. Quel personaggio era Namor il Submariner, che diventerà uno dei super-eroi più amati della casa editrice di Martin Goodman, insieme alla Torcia Umana originale di Carl Burgos e al Capitan America di Joe Simon e Jack Kirby.
Ma questa non è, purtroppo, una storia a lieto fine. Torniamo al 1964. Everett non riesce a stare dietro ai tempi di un mensile da oltre venti pagine, e non completa neanche il primo numero di Daredevil, le cui pagine vengono inchiostrate in tutta fretta da Steve Ditko e Sol Brodsky, che in Marvel curava la produzione. Dal secondo numero, perciò, a disegnare Daredevil arriva Joe Orlando.
Bill Everett torna a lavorare per la Marvel due anni dopo, disegnando anche nuove storie del suo Namor, ma muore nel ’73, a soli 55 anni, pagando un prezzo carissimo per una vita spesa in compagnia di alcol e tabacco sin da giovanissimo.
Creato nel ’64, Daredevil fu per quindici anni un personaggio di seconda, forse anche terza fascia alla Marvel. Le vendite erano in calo e il fumetto, quando arriva a scriverlo Roger McKenzie, a fine anni Settanta, era a rischio cancellazione. A salvarlo fu un ventenne del Maryland, e il suo nome, come sapete, era Frank Miller. Miller aveva già disegnato Daredevil su The Spectacular Spider-Man 27 (febbraio 1979), e solo tre mesi dopo, a partire da Daredevil 158, diventa il disegnatore regolare della testata.
Ma a Miller non piacevano le storie di McKenzie, e dopo qualche mese ottiene di potersele scrivere da solo, le sue avventure del diavolo di Hell’s Kitchen. Storie imbevute di atmosfere da romanzi hardboiled e di ninja, perché ha scoperto nel 1980 i manga e il fascino dei duelli a colpi di katana grazie a a un numero di Kozure Okami (Lone Wolf and Cub), prestatogli dalla sua ragazza dell’epoca.
Durante la run di Miller, le vendite di Daredevil arrivano a sfiorare le 300mila copie mensili, e nascono Elektra, la saga di Born Again/Rinascita a fumetti, e più in generale alcune delle storie Marvel più belle e amate di sempre.
Quando Martin Goodman chiede a Stan Lee, come detto, di creargli “un altro Spider-Man”, uno degli spunti di partenza è il primo Daredevil. Si tratta di un personaggio della Golden Age del fumetto USA, creato da Jack Binder nel 1940 e pubblicato dalla Lev Gleason Publications. Anche se le sue abilità sono molto diverse da quelle di Matt Murdock – sostanzialmente, questo primo Daredevil era bravissimo… a lanciare un boomerang – questo vigilante aveva diversi tratti in comune con quello lanciato dalla Marvel 24 anni dopo.
Bart Hill, il primo Daredevil, era infatti diventato muto per lo shock, dopo l’omicidio dei suoi genitori, e proprio la voglia di vendicarli lo aveva reso un vigilante. Matt Murdock sarà reso cieco dal suddetto incidente con una sostanza radioattiva e spinto anche lui a diventare Daredevil per ottenere giustizia dopo l’uccisione del padre, il pugile “Battling Jack” Murdock.
Nuove avventure del primo Daredevil sono state pubblicate, a partire dai primi anni 90, da diverse case editrici USA. Ironia della sorte: per evitare problemi di diritti con il Daredevil Marvel, il personaggio viene chiamato in questa incarnazione moderna con vari nomi, tra cui The Death-Defying Devil. Devil è stato per decenni il nome italiano del Daredevil Marvel…
Il Matt Murdock interpretato da Charlie Cox in TV ha avuto diverse relazioni e flirt (Claire Temple, Karen Page, Elektra, She-Hulk… e ora Heather Glenn in Rinascita, a giudicare dalle immagini circolate nei mesi scorsi). La sua controparte a fumetti ha avuto avventure e relazioni praticamente con mezzo universo Marvel femminile, dalla Vedova Nera alla Gatta Nera, da Echo a Lady Deathstrike e Dakota North.
Nelle questioni di cuore, però, Matt sembra avere una particolare predilezione per le relazioni difficili. Visto che una killer ninja (Elektra) non gli era bastata, si segnala la sua lunga frequentazione con un’ALTRA assassina (però psicopatica), Typhoid Mary. Una donna a dir poco tormentata, con diverse personalità, almeno una delle quali voleva Matt Murdock molto morto.
E buona fortuna, Murdock, se ti dimentichi un anniversario.