Verso la fine del 2020, la Warner Bros. ha annunciato che tutti i film presenti nel listino del 2021 saranno distribuiti contemporaneamente nelle sale e su HBO Max.
Una decisione che, inutile dirlo, è stato accolto da un bel po’ di polemiche. In molti si sono chiesti perché, con la prospettiva di un vaccino, la major avesse avesse intrapreso una strada così estrema.
A conti fatti, quella della Warner Bros. potrebbe rivelarsi la scelta più lungimirante, in grado perlomeno di consentire ai suoi film di uscire e di non ricorrere ad ulteriori rinvii causati dalla pandemia e dalla conseguente chiusura dei cinema.
A 2021 iniziato, infatti, la prospettiva non è delle più felici. Nessuno si aspettava un ritorno alla normalità istantaneo, è vero, ma una riapertura delle sale sembra ancora una prospettiva lontana (in America il 65% dei cinema risulta chiuso, compresi territori molto importanti come New York e Los Angeles, mentre abbiamo parlato della situazione nel nostro territorio, analizzando le possibili soluzioni, su Cineguru).
Ovviamente la cosa era stata presa in considerazione. Gran parte dei blockbuster più attesi sono stati rimandati al periodo estivo, ma ci sono ancora alcuni titoli fissati in un periodo “critico”.
Ad esempio Morbius, il cinecomic con Jared Leto basato sull’omonimo vampiro della Marvel, era slittato a marzo 2021 ma nelle ultime ore è già stato annunciato un ulteriore rinvio a ottobre.
Questo è un chiaro segnale, un campanello di allarme per altri titoli come ad esempio The King’s Man e il film su Cenerentola della Sony, che dovrebbero uscire tra febbraio e marzo negli Stati Uniti. Soprattuto l’uscita del secondo sembra alquanto improbabile, dato che non abbiamo ancora visto niente del film.
E poi c’è No Time to Die, diventato un vero e proprio simbolo dello stato attuale del cinema. Il primo grande film vittima della pandemia, la cui uscita al momento è fissata per il prossimo aprile (UPDATE: sta già girando voce che il film uscirà nell’autunno del 2021).
Cosa succederà, quindi? È tutto un work in progress ma per quanto possa sembrare assurdo la Warner Bros. ha già trovato la sua personale soluzione.
Durante l’Investor Day, la Disney aveva promesso che avrebbe fatto il possibile per garantire l’uscita cinematografica dei suoi principali blockbuster, ma anche lei potrebbe ricorrere alla sua piattaforma, Disney+, in caso di emergenza. E chi non ha una piattaforma personale, potrebbe ricorrere, come già successo, a realtà come Netflix e Amazon Prime Video.
Secondo quanto riportato da Variety, neanche le uscite fissate per il periodo più caldo possono considerarsi sicure. La situazione è in continuo divenire, e nel calderone viene anche buttato Black Widow, il cinecomic Marvel con protagonista Scarlett Johansson. La Disney ha più volte ribadito che il film arriverà nei cinema, ma è anche vero che la stessa cosa era stata detta per Soul, da poco sbarcato su Disney+.
Sia chiaro, non si tratta di decisioni prese a cuor leggero, perché comportano inevitabilmente perdite economiche.
Si prenda il caso di Wonder Woman 1984, il primo film ad arrivare contemporaneamente nei cinema (dove aperti, ovviamente) e su HBO Max. Secondo le stime, il film potrebbe perdere 100 milioni di dollari e non è ancora chiaro se gli abbonamenti alla piattaforma compenseranno la mancata vendita dei biglietti, cosa che, ovviamente, riguarda anche gli altri titoli Warner che seguiranno la stessa strada.
Proprio per questo Variety sottolinea che in alcuni casi, per titoli del calibro del già citato No Time to Die e Fast & Furious 9, l’opzione migliore sarebbe un ulteriore rinvio, forse l’ultimo estremo tentativo.
Sia MGM che Universal hanno preferito non commentare la cosa ma è ovvio che le discussioni siano già in atto, perché una decisione va presa entro gennaio per evitare altre spese inutili (soprattutto nel caso di Bond, le perdite a livello di marketing sono già alte).
Lo scorso luglio Universal e AMC hanno stretto un accordo che consente ai film della major di essere distribuiti in PVOD dopo soli 17 giorni dal passaggio in sala, ma sembra non ci sia l’intenzione di provare questa strada con un titolo importante come F9.
Insomma, al momento l’unica cosa certa è che non ci sono certezze. Si prevede che il “balletto dei rinvii” proseguirà almeno per i prossimi sei mesi.