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Kirk Douglas, 10 film per ricordare un attore leggendario

Pubblicato il 06 febbraio 2020 di Marco Triolo

Kirk Douglas sembrava, letteralmente, un’icona immortale. Un’espressione che di solito è figurativa, ma che nel suo caso lo definiva alla perfezione. A 103 anni, compiuti lo scorso dicembre, era un pezzo della vecchia Hollywood che si ostinava a non volerci lasciare. Purtroppo, come tutte le cose, anche la sua vita doveva finire prima o poi. Ma è stata una vita così intensa, vissuta fino all’ultimo, che di certo Douglas un bel riposo se l’è meritato. Specialmente dopo aver lasciato dietro di sé una filmografia così ricca e variegata.

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Per celebrare l’icona il giorno dopo la sua scomparsa, abbiamo raccolto dieci ruoli che ne hanno definito la carriera e lo hanno impresso a fuoco nella memoria di intere generazioni…

Le catene della colpa (1947)

Dirige Jacques Tourneur e Douglas è affiancato da Robert Mitchum e Jane Greer. Le catene della colpa è un classico noir incentrato sul gestore di una stazione di servizio (Mitchum) in fuga dal suo passato come investigatore privato. Quando un suo vecchio cliente (Douglas) si rifà vivo per incaricarlo di cercare la sua amante (Greer), fuggita con 40 mila dollari, gli sarà impossibile rifiutare. Douglas è qui impegnato nel ruolo del villain, lui che di solito ha sempre brillato in parti da eroe. Eppure dimostra di saper fare tutto con la stessa classe. Il film è stato rifatto da Taylor Hackford come Due vite in gioco.

Il grande campione (1949)

Prima nomination all’Oscar per Kirk Douglas, in un film sulla boxe che ha anticipato altri titoli del filone (come Rocky e Toro scatenato). L’attore interpreta Midge Kelly, un ragazzo povero con un talento naturale per il pugilato. Sceneggiatura di Carl Foreman (Mezzogiorno di fuoco, I cannoni di Navarone). Oscar al montaggio di Harry Gerstad.

L’asso nella manica (1951)

Una tagliente satira sul giornalismo d’assalto, ma anche sul pubblico che se lo beve, L’asso nella manica di Billy Wilder regalò a Douglas uno dei suoi ruoli più feroci. Lo troviamo nei panni di un reporter, cacciato da svariati giornali, intenzionato a ricostruirsi una carriera sfruttando la storia di un uomo bloccato in una miniera.

Il bruto e la bella (1952)

Seconda nomination all’Oscar per Kirk Douglas. Nel film di Vincente Minnelli, l’attore interpreta un produttore cinematografico senza scrupoli, la cui storia è raccontata in flashback da un’attrice (Lana Turner), un regista (Barry Sullivan) e uno sceneggiatore (Dick Powell) che lo odiavano. A quanto si dice, il mega-produttore David O. Selznick assunse degli avvocati per scoprire se il personaggio fosse basato su di lui. Douglas fu nuovamente snobbato dall’Academy.

Ulisse (1954)

Non solo Spartacus. Kirk Douglas interpretò anche Ulisse in questo adattamento dell’Odissea prodotto in Italia e firmato da Mario Camerini. La sceneggiatura è, tra gli altri, di Camerini, Franco Brusati ed Ennio De Concini. Douglas è affiancato da Silvana Mangano ed Anthony Quinn.

20.000 leghe sotto i mari (1954)

Il più celebre adattamento del romanzo di Jules Verne, prodotto dalla Disney è diretto dal veterano Richard Fleischer. Douglas interpreta Ned Land, mentre il ruolo del Capitano Nemo è interpretato da James Mason. Nel cast anche Peter Lorre. Un vero classico del cinema d’avventura capace di affascinare anche oggi.

Brama di vivere (1956)

Ed ecco il ruolo che fruttò a Kirk Douglas la terza candidatura agli Oscar. Quello di Vincent Van Gogh nel biopic diretto da Vincente Minnelli. Fu il collega Anthony Quinn, però, a vincere come non protagonista per il breve ruolo di Paul Gauguin. A soffiare l’Oscar a Douglas fu invece Yul Brynner per Il re ed io. Douglas si dovette accontentare di un Golden Globe.

Orizzonti di gloria (1957)

Orizzonti di gloria è la prima collaborazione tra Kirk Douglas e Stanley Kubrick, nonché un’eccezionale parabola sull’insensatezza della guerra. Douglas interpreta un ufficiale francese e avvocato che assume l’incarico di difendere tre soldati scelti come capri espiatori di una campagna militare disastrosa durante la Prima Guerra Mondiale. Un ruolo magnetico in uno dei film che proiettarono Kubrick nell’Olimpo dei più grandi.

Spartacus (1960)

Fu proprio grazie a Orizzonti di gloria che Kubrick ottenne la regia di Spartacus. Kirk Douglas (anche produttore) lo chiamò a sostituire Anthony Mann, da lui licenziato dopo una settimana di riprese. Purtroppo, l’armonia del set di Orizzonti di gloria non si ripeté, e i due finirono per non parlarsi più dopo questo film. Il risultato è comunque epocale. E Douglas passò anche alla storia per aver voluto accreditare lo sceneggiatore Dalton Trumbo, all’epoca nella lista nera del senatore McCarthy perché sospetto comunista. Fu proprio il credito, voluto fortemente da Douglas, che aiutò Trumbo a uscire dalla lista nera e tornare a lavorare.

Solo sotto le stelle (1962)

Douglas è affiancato da Gena Rowlands e Walter Matthau in questo western contemporaneo, scritto ancora una volta da Dalton Trumbo. L’attore interpreta John W. “Jack” Burns, veterano della Guerra di Corea che vive come un cowboy e viaggia di città in città. Jack decide di farsi arrestare per evadere dal carcere con un suo vecchio amico, un uomo incarcerato per aver dato aiuto a degli immigrati clandestini. Uno dei film preferiti di Kirk Douglas stesso, che ottenne una nomination ai BAFTA, ma come al solito venne ignorato.