SerieTV ScreenWEEK Originals The Doc(Manhattan) is in
Tutto ha inizio la bellezza di ottantuno anni fa, con un altro Addams. È il 1938 e il fumettista Charles Addams, un ventenne del New Jersey, realizza illustrazioni da qualche anno per il magazine New Yorker. Quell’anno dà vita alla prima di una serie di vignette da una pagina dedicate a una stramba famiglia gentile dai gusti macabri, che vive in una casa spettrale in Cemetery Ridge e i cui membri non hanno un nome. È nato il fumetto che in seguito prenderà il nome di The Addams Family, e che il creatore omonimo porterà avanti da freelance fino alla sua morte, cinquant’anni dopo, nell’88.
Fast forward fino al 1964. La ABC vuole tirar fuori dai fumetti di e degli Addams una serie TV. Uno show in bianco e nero da mezz’ora, affidato al produttore David Levy. Levy vuole a sua volta che venga rispettato lo spirito delle opere di Charles Addams, e che sia chiara la natura di questi personaggi. In un’intervista rilasciata a un giornale di Pittsburgh spiega che “La famiglia Addams è composta da persone vere, non mostri o soggetti grotteschi. Ma abbiamo preservato le creature di Charles Addams, rispettato il tono dei suoi fumetti. Perché Addams non è solo un fumettista, ma un grande commentatore sociale”.
E anche se non tutti lo ricordano, la satira sociale è uno degli elementi principali della serie anche in TV. Con episodi dedicati alla politica e alle elezioni (“Gomez the Politician” e “Gomez the People’s Choice”), alle manie di Hollywood, alle isterie da Beatlemania (con Lurch trasformato in idolo delle teenager nella penultima puntata della prima stagione). Frutto anche del fatto che a lavorare sulle storie de La Famiglia Addams c’è Nat Perrin, produttore e head writer della serie. Un avvocato che non aveva mai praticato, ritrovatosi un giorno nel camerino di Groucho Marx e diventato suo fraterno amico e a lungo collaboratore. Cosa mancava, per la versione TV de La Famiglia Addams? I nomi dei protagonisti.
Per quelli fu coinvolto il loro creatore, Charles Addams, che propose una serie di nomi. Per il capofamiglia si trattava di scegliere tra Gomez e Repelli, e fu il suo interprete, John Astin, a optare per il primo. Per il figlio maschio degli Addams, Charles propose Pubert, ma era il ’64 e sulla ABC era già tanto vedere una coppia ammiccante come Gomez e Morticia: Pugsley era un nome più innocuo. “Pubert” sarebbe stato comunque ripreso, molto tempo dopo, per il terzo figlio degli Addams, nel film del ’93 La famiglia Addams 2 . Ora sapete perché in quel film hanno chiamato un neonato Pubert.
Il passionale Gomez Addams, di origini spagnole e sempre pronto a pronunciare con trasporto un “querida” per l’affascinante moglie (soprattutto quando questa parla francese), è John Astin, dicevamo, che all’epoca ha solo trentaquattro anni e viene dai palchi di Broadway, dove si è fatto un nome che l’ha portato in TV, in sitcom come Dennis the Menace. Nel ’72 avrebbe sposato la collega Patty Duke e sarebbe diventato padre adottivo di suo figlio: lo Sean Astin de I Goonies, Il Signore degli Anelli e Stranger Things.
La pacata Morticia Addams, che coltiva piante carnivore e delle rose pota via i fiori, è Carolyn Jones, attrice texana che da ragazzina non poteva andare al cinema, a causa di seri problemi respiratori, e si accontentava di leggere sulle riviste quanto succedeva sul grande schermo. Diventata un’attrice di successo, aveva già ricevuto una nomination all’Oscar nel ’57 per La notte dello scapolo (The Bachelor Party), e l’anno dopo aveva vinto un Golden Globe per Vertigine (Marjorie Morningstar). Ai tempi de La Famiglia Addams si era appena concluso il secondo dei suoi quattro matrimoni: con uno sceneggiatore con tante idee nella testa chiamato Aaron Spelling. Esatto, il papà di Charlie’s Angels, Beverly Hills 90210, The Love Boat e tutto il resto.
Lo Zio Fester, Jackie Coogan, è una delle figure più importanti della storia di Hollywood e dell’entertainment USA in generale. A sette anni era stato il co-protagonista de Il monello di Charlie Chaplin, il che l’aveva reso il primo bambino star del cinema. Ma tempo dopo fece causa alla madre e al patrigno per averlo sfruttato per arricchirsi e sperperare milioni di dollari, il che mise in moto una serie di eventi che portò a una legge dello stato della California del 1939 che tutela i giovani artisti. E che porta il suo nome, Coogan Act.
Ted Cassidy, Lurch, era un ex bambino prodigio intelligentissimo, che aveva lavorato per la radio (fu tra i primi a intervistare i testimoni oculari dell’omicidio Kennedy) e iniziato ad accumulare parti grazie alla sua altezza (2 metri e 6 cm). Avrebbe continuato anche dopo La Famiglia Addams, facendo ad esempio il Bigfoot, al posto di André the Giant, in alcuni episodi de L’uomo da sei milioni di dollari. È apparso anche in Star Trek e in diverse altre serie, e ha doppiato vari cartoni per Hanna-Barbera. Era ad esempio, tra le altre cose, la voce originale di Frankenstein Jr. nel contenitore Frankenstein Jr. e gli Impossibili. Era sempre Cassidy a “interpretare” Mano. È scomparso nel ’79, a 46 anni.
La Nonna, la madre di Gomez, era l’interprete di vaudeville Blossom Rock, il Cugino Itt l’italoamericano Felix Silla, attore di piccola statura che è apparso in decine di film e serie, da Star Trek a Star Wars: Il ritorno dello Jedi e Battlestar Galactica. Mercoledì (Wednesday Addams) e Pugsley, infine, erano interpretati da due giovani attori alle prime esperienze. Lisa Loring oggi ha 61 anni ed è uscita da un lungo viaggio nel tunnel chiamato eroina; Ken Weatherwax si è dedicato negli anni al lavoro dietro le quinte, allestendo set. Come Carolyn Jones e molti altri protagonisti di questa storia, è scomparso anche lui, portato via da un infarto a 59 anni, nel 2014.
La Famiglia Addams debutta sulla ABC il 18 settembre del ’64, per il primo di 64 episodi divisi in due stagioni. In Italia arriva sulla RAI poco dopo, nel ’66. Accompagnato dal celeberrimo tema con schiocco di dita non thanosiano, composto da Vic Mizzy, lo show ottiene buoni ascolti, ma viene battuto dalla diretta concorrenza de I mostri (The Munsters), che va in onda nelle stesse due stagioni sulla rivale CBS. La natura da working class monster di Herman Munster e famiglia batte l’agiato fancazzismo degli Addams e la loro quotidiana mostruosità più suggerita. Fintanto che gli Addams restano in TV, peraltro, il New Yorker si rifiuta di pubblicare il loro fumetto, commissionando a Charles Addams lavori di altro tipo: l’editor William Shawn non vuole che il suo pubblico raffinato venga contaminato da personaggi che “in TV può guardare chiunque”. Probabilmente questa frase la pronuncia facendo roteare in un bicchiere del brandy di un’ottima annata e lodando la tauromachia.
Dopo la fine della serie TV, gli Addams tornano in scena per un crossover con Scooby-Doo, l’episodio speciale del ’72 Scooby-Doo incontra la famiglia Addams, aka “Wednesday Is Missing”, in cui Astin, Jones, Cassidy e Coogan doppiano i loro personaggi. La voce di Pugsley, in quel cartone, è di una bambina di dieci anni che diventerà famosa. Si chiama Jodie Foster. L’episodio speciale funge da traino per una serie animata vera e propria degli Addams, che arriva l’anno dopo, dura 16 episodi e ha sempre Jodie Foster a doppiare Pugsley.
Il cartone e soprattutto le repliche in syndication dello show originale nato quasi dieci anni prima, nel frattempo, ridanno popolarità agli Addams, preparando il terreno per una reunion vera e propria di Gomez e famiglia. Nel ’77 va in onda così il film TV Halloween con la famiglia Addams (Halloween with the New Addams Family). Passerà ancora qualche anno, prima di rivedere il franchise in azione. A inizio anni 90, con un progetto della Orion Pictures condotto in porto, viste le difficoltà di quest’ultima, dalla Paramount: il film La famiglia Addams del 1991, diretto da un esordiente Barry Sonnenfeld e nuovo punto di partenza per una serie lunghissima di seguiti, film TV, nuove serie televisive, cartoon, videogame, musical.
Tutti accomunati da quello snap! snap! che Vic Mizzy aveva tirato fuori per caso, un giorno, per accompagnare il motivetto che stava presentando ai produttori dello show del ’64.
Ma pensa te.
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