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7 cose che forse non sapevate su Jem

Pubblicato il 21 maggio 2019 di DocManhattan

Il mio nome è Jem, sono una cantante, bella e stravagante, ballo il rock’n roll. E il testo proseguiva con un Vesto assai elegante che insomma, dai, ok solo per gli standard pop anni 80 dai colori così sgargianti da far precipitare gli elicotteri. In questa puntata di AnimAzione, come sono nate Jem e le Holograms, chi cantava le loro canzoni e perché ancora si ricorda il loro regno della cassettina.

1. JERRICA(LÀ) 

Jem, la storia di Jerrica Benton e della casa discografica dai conti in rosso pompeiano ereditata dal padre, la Starlight Music – salvata grazie al computer olografico Synergy che trasforma la protagonista in una popstar di successo, accompagnata da un gruppo dal nome appropriato, le Holograms – va in onda negli USA in syndication tra il 6 ottobre dell’85 e il 2 maggio dell’88, per un totale di 65 episodi divisi in tre lotti. Da noi arriva su Italia 1, all’interno di Bim Bum Bam, nel marzo del 1987, con gli episodi trasmessi spesso in ordine casuale. Il successo della serie fu enorme, soprattutto negli States, dove Jem è stato per diversi mesi il cartoon più seguito a cavallo tra l’86 e l’87, e in assoluto il terzo programma per bambini in syndication più visto. E questo nonostante la linea di giocattoli per cui era nato fosse tramontata da un pezzo.

2. LE BAMBOLE CON CASSETTINA E LA SFIDA CON LA BIONDA

Come tanti altri cartoon dell’epoca, quello di Jem era stato creato con l’unico scopo di spingere una linea di bambole prodotte dalla Hasbro, vendute insieme a delle musicassette che contenevano i brani delle Holograms e delle rivali Misfits adoperati nella serie animata come dei veri e propri videoclip. La sfida portata a Barbie sul suo terreno, con una linea di personaggi che includevano il fidanzato Rio Pacheco, un Ken finito nel triangolo tra Jerrica e Jem senza sapere che si trattava della stessa persona, fu raccolta dalla Mattel. Arrivò poco dopo la linea Barbie Rock Star, che includeva le sue cassettine compilation a base di cover degli A-ha, Duran Duran e altre band popolari di allora, e personaggi vestiti buttando loro addosso, a caso, capi fluorescenti pescati dai guardaroba di Madonna e Cyndi Lauper. Le vendite delle due linee rivali non beneficiarono di questo effetto specchio riflesso, e quella di Jem fu chiusa da Hasbro a fine ’87. Diversi mesi prima della fine della corsa della sua trasposizione animata.

3. ARCOBALENI DA G.I. JOE

Il cartoon di Jem venne commissionato dalla Hasbro alle stesse compagnie che avevano tirato fuori per lei le serie dei G.I. Joe e dei Transformers: lo studio di animazione Sunbow Entertainment, fondato a New York nell’80 da una grande agenzia pubblicitaria, la Griffin-Bacal Advertising, e la Marvel Productions, divisione losangelina della Marvel Comics che si occupava dei cartoon tratti dai propri albi e di quelli su licenza. Ad animare il tutto, con la collaborazione di alcuni studi coreani, la giapponese Toei Animation. Oltre che per le serie precedenti legate ai giocattoli Hasbro, Marvel e Toei avevano già collaborato sui cartoon dell’Uomo-Ragno dei primi anni 80 e su titoli come Dungeons & Dragons. Ma il merito della trama di Jem va nello specifico a una singola persona. Una scrittrice allora poco più che trentenne dell’Illinois chiamata Christy Marx.

4. IL TRIANGOLO SÌ

Christy Marx ha scritto in carriera davvero di tutto, dai videogame ai minicomic allegati ai giocattoli dei Masters of the Universe e di Jayce and the Wheeled Warriors, passando per i fumetti (per DC Comics, Marvel e altri). E per un sacco di TV. È partita nel ’78 da un episodio della serie animata dei Fantastici Quattro, è passata per L’Uomo-Ragno e L’Uomo-Ragno e i suoi fantastici amici, i G.I. Joe, Capitan Power e i combattenti del futuro. È stata lei a creare le biografie dei personaggi per la serie e a inventare vari comprimari, oltre a scriverne in prima persona 23 puntate. Poteva sapere che il triangolo Jem/Jerrica/Rio (che non ballava sulla sabbia) era simile a quello tra Creamy/Yu e Toshio, andato in onda due anni prima ne L’Incantevole Creamy? Per il mondo di allora non impossibile, certo, ma abbastanza difficile. Dopo Jem, la Marx ha scritto per decine di altre serie, animate e non, da Babylon 5Rombi di tuono e cieli di fuoco per i Biocombat.

5. LA SIGLA E I BRANI

In ogni episodio di Jem venivano eseguiti circa tre brani, ciascuno con il suo videoclip, per gettarsi tra le braccia della neonata MTV Generation. In totale sono stati realizzati 187 video e 151 pezzi, cantati dalle Holograms, dalle Misfits e dalla terza band, le Stingers.

A scrivere e arrangiare i brani erano Robert J. Walsh (compositore che lavorava per Marvel Productions) e Anne Bryant. Samantha Newark era la voce originale di Jem /Jerrica, e da ragazzina era stata una cantante piuttosto celebre, ma le parti canore della protagonista furono affidate all’esordiente Britta Phillips. La sigla italiana, “Jem”, era scritta dalla solita Alessandra Valeri Manera su musica di Ninni Carucci, ed era cantata da Cristina D’Avena.

6. NOTE A FUMETTI

La metà di questo decennio ha visto un ritorno di fiamma per il mondo di Jem e le Holograms. Sono state realizzate nuove doll per collezionisti e, tra le altre cose, hanno visto la luce nuovi fumetti (dopo quelli a fotoromanzo pubblicati su Topolino negli anni 80 e quelli di alcune riviste a tema di quei tempi, come il Jem Magazine della Panini).

La IDW, casa editrice specializzata nello spremere franchise popolari degli anni 80, molti dei quali su licenza Hasbro, ha lanciato ad esempio nel 2015 una serie a fumetti che rappresentava un reboot di Jem, scritta da Kelly Thompson e disegnata da Sophie Campbell. Con un nuovo design, nuove storie e una relazione amorosa tra Kimber Benton, la sorella di Jerrica, e Mary “Stormer” Phillips delle Misfits. La serie si è conclusa nel 2017, dopo 26 numeri e alcuni albi extra.

7. JEM E LE HOLOGRAMS, IL FILMMMMHH

E questa faccenda del ritorno di fiamma di metà decennio ci porta al film live action, sempre del 2015. Jem e le Holograms (Jem and the Holograms), diretto da Jon M. Chu, il regista di un paio di Step Up, di un paio di robe su Justin Bieber e di G.I. Joe – La vendetta. Un curriculum apparentemente perfetto per un film musicale tratto da una serie di giocattoli Hasbro. Prodotto con soli 5 milioni di dollari, Jem e le Holograms è riuscito nell’impresa di incassare meno della metà di quella cifra a livello globale. In mezzo alla pioggia di critiche negative e bocciature, qualcuno ha salvato l’interpretazione di Aubrey Peeples, qui nei panni di una Jerrica Benton che diventa famosa grazie ai video su Internet. Ah, pure nel film c’è Synergy, ma è un robottino chiamato 51N3RG.Y. Come un ragazzino troll di un videogame online. Per non farsi mancare nulla, Chu e la produzione hanno sfruttato l’affetto dei fan per il cartoon originale, chiedendo di spiegare in un video il perché di quell’affetto. Filmati che sono stati poi usati per il film, fingendo che tutto quell’amore sia per la nuova Jem.

Christy Marx, tagliata fuori dalla produzione del film, è stata avvisata dalla Hasbro giusto un attimo prima dell’annuncio ufficiale della pellicola. Nonostante nessuno abbia pensato di coinvolgere la persona che ha dato una storia e uno scopo a quei personaggi, la scrittrice ha espresso in un post su Facebook nel 2014 la sua stima per Chu, sperando che il regista, un vero fan di Jem, potesse tirarne fuori un film per la nuova generazione, una reinterpretazione di Jem che fosse comunque in linea con la tagline delle bambole Hasbro: truly outrageous.

Uh, fuochino.

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