Cinema

Oltre Mickey 17: il viaggio di Robert Pattinson nel cinema d’autore

Pubblicato il 06 marzo 2025 di Filippo Magnifico

È sempre difficile scrollarsi di dosso i pregiudizi, soprattutto quando il tuo esordio avviene in un franchise così amato e odiato al contempo come Twilight. Eppure, Robert Pattinson ce l’ha messa tutta, senza mai rinnegare le sue origini, ma scegliendo con cura i suoi progetti. E se qualcuno lo considera ancora un teen idol, beh, si sbaglia di grosso: Pattinson è senza dubbio uno degli attori più interessanti e sfaccettati della sua generazione.

Dopo aver raggiunto la fama mondiale con la saga di Twilight, che lo ha trasformato in un’icona teen, l’attore britannico ha saputo reinventarsi, allontanandosi dalle etichette e abbracciando ruoli più complessi e impegnativi nel cinema d’autore. Con l’uscita di Mickey 17, il nuovo film di Bong Joon-ho, Pattinson continua a consolidare la sua reputazione di interprete capace di navigare con maestria tra progetti di alto valore artistico, confermando la sua posizione di punta nel panorama cinematografico contemporaneo.

La transizione dal cinema commerciale al cinema d’autore

Dopo il successo planetario di Twilight, molti si aspettavano che Robert Pattinson continuasse a recitare in film destinati a un vasto pubblico, ma l’attore ha scelto un percorso diverso, lontano dalla tentazione di rimanere nel mondo delle produzioni blockbuster. Sebbene il suo passaggio al cinema d’autore sia stato graduale, è stato decisivo. Pattinson ha intrapreso una strada più coraggiosa e meno convenzionale, con ruoli che sfidano e ampliano la sua immagine, rifiutando di essere etichettato come il “bel ragazzo” da copertina.

Pellicole come Remember Me, Bel Ami, e soprattutto Cosmopolis di David Cronenberg, insieme a The Rover e Good Time dei fratelli Safdie, hanno segnato un netto distacco dal cinema commerciale, permettendogli di esplorare personaggi tormentati, psicologicamente complessi e moralmente ambigui. Questo gli ha consentito di mostrare una profondità interpretativa che va ben oltre la sua precedente immagine di icona romantica.

Tuttavia, Pattinson non ha mai rinunciato a ruoli di grande visibilità. Film come Tenet di Christopher Nolan e The Batman di Matt Reeves, pur essendo più “commerciali”, sono stati scelti con una precisa direzione artistica. Questi progetti gli hanno permesso di entrare in contesti più mainstream senza compromettere la sua integrità artistica, portando sempre una forte componente autoriale. La sua capacità di combinare la dimensione blockbuster con una profonda ricerca del personaggio ha consolidato la sua reputazione come uno degli attori più interessanti della sua generazione.

La sua evoluzione lo ha reso apprezzato sia dal pubblico che dalla critica, che ha riconosciuto in lui un talento fuori dal comune, capace di affrontare progetti più intimi, audaci e rischiosi. Il cinema d’autore, con la sua ricerca di profondità psicologica e umana, è diventato il terreno ideale per Pattinson, che ha abbracciato storie che spaziano dal dramma all’introspezione, collaborando con registi visionari e innovativi.

Mickey 17: un ulteriore passo nel suo percorso artistico

Con Mickey 17, Pattinson si immerge in un progetto che non solo arricchisce il suo già ampio bagaglio cinematografico, ma lo porta anche a collaborare con uno dei registi più acclamati della scena internazionale: Bong Joon-ho. Dopo aver vinto l’Oscar per Parasite, il regista coreano ha creato una pellicola di fantascienza che, pur appartenendo a un genere che può sembrare distante dalle tematiche esplorate in molti dei suoi lavori precedenti, mantiene il suo caratteristico approccio umanista e psicologico.

Il film segue il personaggio di Pattinson, Mickey, intrappolato in un loop esistenziale in cui è costretto a vivere e morire ripetutamente. Una premessa che parla di identità, morte e sopravvivenza, temi profondi che ben si prestano alla sensibilità di Pattinson. Il suo ruolo in Mickey 17 non è solo un’occasione per esplorare le dinamiche di un film di fantascienza, ma anche una sfida interpretativa che lo mette al centro di una narrazione esistenziale e psicologica.

Il ruolo di Pattinson nel panorama del cinema d’autore contemporaneo

Pattinson non è l’unico attore della sua generazione ad aver scelto di percorrere la strada del cinema d’autore, ma la sua capacità di restare coerente alla sua visione artistica lo ha reso un punto di riferimento. Con una carriera che include collaborazioni con registi come Cronenberg, Claire Denis e Robert Eggers, Pattinson ha saputo diventare il volto ideale per progetti che spingono oltre i confini della tradizionale narrativa cinematografica.

Guardando al futuro, Pattinson sembra destinato a continuare su questa strada, scegliendo ruoli che sfidano non solo la sua immagine pubblica, ma anche la percezione del pubblico riguardo a cosa significa essere un attore di talento nel cinema di oggi.

In un panorama cinematografico sempre più frammentato, Pattinson ha saputo mantenere una certa coerenza artistica, preferendo ruoli che lo mettano alla prova, scegliendo registi con una visione forte e progetti che, come Mickey 17, lo pongono al centro di narrazioni stratificate. Il suo statuto come attore di cinema d’autore è ormai solido, e il futuro non può che riservargli ulteriori successi e sfide stimolanti.

QUI trovate la nostra recensione di Mickey 17