Al cinema da oggi e per tre giorni, fino a dopodomani (19-21), City Hunter The Movie: Angel Dust, nuovo lungometraggio anime di City Hunter. Cinque anni dopo il precedente City Hunter: Private Eyes, Kenji Kodama (affiancato da Kazuyoshi Takeuchi) torna a dirigere una pellicola d’animazione su Ryo Saeba, l’investigatore privato nato nell’85 in un manga di Tsukasa Hōjō e divenuto in seguito protagonista di un anime molto popolare negli anni Novanta anche in Italia. Un film in cui non mancano le comparsate di lusso, dai fumetti di Hōjō e non…
Trasposizione di un importante arco narrativo del manga, praticamente la parte iniziale della sua conclusione, City Hunter The Movie: Angel Dust trascina il duo formato dai colleghi Ryo Saeba e Kaori Makimura in un caso che si dimostra molto più complesso e pericoloso del previsto. La loro cliente è infatti legata a un segreto per cui sembra essere finita nel mirino di persone senza scrupoli. Ma le cose staranno davvero così? In tutto questo, a ogni modo, rispuntano persone e organizzazioni del passato di Ryo…
Pur rivolto ovviamente ai fan di City Hunter, Angel Dust è un film d’animazione fruibile da chiunque, a patto di calarsi nello spirito, che resta quello tipico della vecchia serie animata. In buona sostanza, bastano le informazioni che il film stesso dà allo spettatore nei suoi primi minuti: Ryo Saeba è un allupato di livello Ataru Moroboshi, con gli occhi a cuoricino per ogni donna che incontra, e la collega Kaori dà sfogo alla sua gelosia colpendolo con martelloni da cento tonnellate. Poi, in un vortice di eventi via via più action, il tono cambia e Ryo dimostra di esser sì un inaffidabile, infoiatissimo cosplayer di Don Johnson in Miami Vice, ma anche un detective infallibile con la sua pistola e determinato nei momenti più drammatici. Un’altalena di mood e situazioni diversi, ma appunto: è sempre stato così con City Hunter.
Forte di un doppiaggio in italiano che annovera le voci storiche di Ryo e Kaori, Guido Cavalleri e Jasmine Laurenti, City Hunter The Movie: Angel Dust vanta anche le comparsate, dicevamo, di altri personaggi molto noti. E stavolta non si tratta solo delle tre sorelle di Occhi di Gatto, altra celebre creazione di Tsukasa Hōjō – le sorelle Hitomi, Rui e Ai Kisugi, note in Italia come Sheila, Kelly e Tati Tashikel – ma anche di un certo ladro ossessionato dal gentil sesso proprio come Ryo, e del suo compare dalla mira infallibile. Posate i forconi: non è uno spoiler perché il distributore del film – Plaion Pictures, sotto etichetta Anime Factory – ha fatto ampiamente cenno alla cosa nel promuovere la pellicola.
Visimamente il film è piacevole soprattutto per tutte quelle animazioni disegnate a mano, che compensano una cura a tratti non omogenea per tutto quello che viene mosso a schermo e un’estetica che in alcuni punti fa un po’ a cazzotti tra il look anni 80 dell’anime originale ed elementi più moderni. Chi ama Tokyo, in ogni caso, ritroverà molti luoghi reali a Shinjuku e dintorni.
City Hunter The Movie: Angel Dust ha un tono divertito e complice che ne fa scorrere bene la visione. La parte finale è più drammatica, perché si tratta come detto di riportare alla luce nomi e segreti sepolti (e, in particolare, una figura del manga mai trasposta finora su piccolo o grande schermo) e di far parlare i proiettili. È anche, con ogni probabilità, il film in cui sentirete pronunciare più volte il termine “alzabandiera” (in giapponese è “mokkori”), proprio nel significato che immaginate…
E per come finisce, ti fa venire voglia di vederne subito un altro. Speriamo di essere accontentati.
(Ma anche qualcosa di buono, a cercare bene sotto i rottami)
Come ad esempio che ha creato le Ninja Turtles. Letteralmente.
Amore e kung fu a Roma, nel nuovo film di Gabriele Mainetti