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WGA: I membri hanno ratificato il nuovo contratto triennale con l’AMPTP

Pubblicato il 10 ottobre 2023 di Marlen Vazzoler

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È ufficiale: gli sceneggiatori hanno ufficialmente approvato il loro accordo triennale con gli studios. Ieri pomeriggio, dopo una settimana di votazioni, la stragrande maggioranza dei membri della WGA ha votato a favore della ratifica dell’Accordo con l’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP), ponendo definitivamente fine allo sciopero di 148 giorni.

I voti validi sono stati 8.525 ovvero “il 99% dei membri della WGA”, gli iscritti ammontano a 11mila. In un’e-mail inviata ai membri è stato comunicato che: “Ci sono stati 8.435 ‘sì’ e 90 ‘no'”.

Il risultato di lunedì, arriva quasi due settimane dopo il raggiungimento dell’accordo provvisorio tra le due parti siglato il 24 settembre.

In un comunicato la presidente della WGA West, Meredith Stiehm, ha ringraziato la leadership, i capitani dello sciopero e il personale della WGA per aver lavorato alla stipula del contratto.

Ha dichiarato:

“Grazie alla solidarietà e alla determinazione, abbiamo ratificato un contratto con guadagni e tutele significative per gli scrittori di ogni settore della nostra associazione. Insieme siamo riusciti a realizzare quello che molti ritenevano impossibile solo sei mesi fa”.

L’Alliance of Motion Picture and Television Producers, che rappresenta gli studios nella contrattazione, si è congratulata con la WGA per la ratifica del contratto:

“Che rappresenta guadagni significativi e tutele per gli scrittori”. Ha aggiunto: “È un progresso importante per il nostro settore che gli sceneggiatori siano tornati a lavorare”.

La ratifica è un passo necessario per far ripartire l’industria. Ma la produzione non potrà riprendere finché l’AMPTP non raggiungerà un accordo con la SAG-AFTRA, i cui 160.000 membri sono in sciopero dal 14 luglio. Le trattative con il sindacato degli attori sono riprese la scorsa settimana e proseguiranno mercoledì con un nuovo incontro.

Le due parti sono ancora in disaccordo sull’aumento delle tariffe minime, sulla proposta di una quota di ricavi per lo streaming e su altri punti.