Le trattative tra SAG-AFTRA (il sindacato degli attori) e l’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP) si sono concluse con un nulla di fatto nella giornata di mercoledì. Gli attori sono tornati in strada con i loro cartelli e hanno ripreso lo sciopero che ormai è entrato nel quarto mese.
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Fran Drescher ha accusato l’AMPTP di usare tattiche di bullismo – per aver intenzionalmente travisato con la stampa i dati sulla condivisione dei profitti – e la stessa strategia fallimentare che hanno cercato di usare contro la WGA. Drescher e il capo negoziatore Duncan Crabtree-Ireland hanno dichiarato:
“Abbiamo sacrificato troppo per arrenderci al loro ostruzionismo e alla loro avidità. Siamo uniti e pronti a negoziare oggi, domani e tutti i giorni.”
Le trattative erano riprese il 2 ottobre, dopo l’accordo provvisorio raggiunto tra la WGA e gli studios il 24 settembre confermato dai membri del sindacato in questi giorni. Dicevamo SAG-AFTRA è tornata a contrattare con i quattro CEO (David Zaslav di Warner Bros Discovery, Ted Sarandos di Netflix, Donna Langley di NBCUniversal e Bob Iger di Disney) e con il capo dell’AMPTP Carol Lombardini.
Secondo una fonte del settore, l’incontro e i colloqui sono stati sospesi quando le due parti non sono riuscite a trovare un accordo reciproco in merito alla proposta della SAG-AFTRA sulla ripartizione delle entrate per lo streaming, per la quale hanno chiesto il 2% dei ricavi, e la questione dell’IA.
In merito allo streaming le due parti non concordano sui costi sulla divisione dei profitti: secondo il sindacato il costo è di circa $500 milioni all’anno, meno di 57 centesimi di dollaro per abbonato. Mentre gli studios stimano che la proposta suggerita dal sindacato degli attori, costerebbe “più di $800 milioni all’anno”, $1.08 ad abbonato.
🧵To Our Fellow #SagAftraMembers:
It is with profound disappointment that we report the industry CEOs have walked away from the bargaining table after refusing to counter our latest offer. (1/11) pic.twitter.com/nd2PfpDH4F
— SAG-AFTRA (@sagaftra) October 12, 2023
Ted Sarandos aveva così commentato ieri:
“Ieri sera hanno introdotto un balzello sugli abbonati che si aggiunge ad altri ambiti”. L’ha definito un “passo azzardato”.
David Simon, il creatore di The Wire, parlando della decisione degli studios di sospendere le trattative e di criticare la SAG-AFTRA per aver chiesto una quota dei profitti degli studios, ha dichiarato a Deadline:
“È una tattica. Dicono che non si può avere qualcosa e che non si otterrà mai qualcosa, e ‘la DGA si è accordata per questo e voi non capite la nostra industria’. Dicono queste cose, e poi un mese dopo – se si tiene duro – improvvisamente si trovano sul tavolo”.
Gli attori Anthony Rapp e Jack Mulcahy, membri del comitato di negoziazione della SAG-AFTRA, hanno dichiarato a Deadline che la storia si sta ripetendo, citando il fermo delle negoziazioni tra l’AMPTP e la WGA ad agosto.
WHY WE’RE STRIKING: “[For] a deal that will rise all boats in our union and for all of our union brothers and sisters…” – Anthony Rapp, Jack Mulcahy, SAG-AFTRA negotiating committee, at today’s rally in NYC #SAGAFTRAStrong pic.twitter.com/keUGUkNi86
— Deadline Hollywood (@DEADLINE) October 12, 2023
La divisione dei profitti avviene già in ambito sportivo, con le leghe sportive, al momento sembra un accordo irraggiungibile per gli attori.
Rimane anche il problema con l’I.A., con gli studios che vogliono il consenso alla replica digitale per un intero universo cinematografico o per qualsiasi franchise, sin dal primo giorno di lavoro. Mulcahy ha dichiarato che queste specifiche trattative sono diverse dalle tre precedenti a cui ha partecipato.
Ha detto:
“Nel 2020 abbiamo dovuto condurre l’intera trattativa su Zoom per sei settimane, quindi eravamo più preoccupati dei protocolli Covid e di far tornare le persone al lavoro. Quindi, qualsiasi cosa ci sia sfuggita in quella trattativa si sta ritorcendo contro di noi adesso”.
Ha proseguito:
“Tuttavia, l’avvento e la minaccia dell’intelligenza artificiale ci ha riuniti. Storicamente, quella stanza è stata un po’ separata: artisti, attori, stunt, extra. Ma questa volta, con l’IA che è una minaccia esistenziale, ci siamo uniti completamente e siamo stati sulla stessa lunghezza d’onda fin dal primo giorno”.
Proprio nelle ultime 48 ore è scoppiata una nuova polemica sui social proprio sull’uso degli extra digitali.
Nel mirino è finito il film Prom Pact, di Disney+, dove un’intera fila di persone negli spalti è stata generata al computer. La compagnia può usare questo finto pubblico in tutti i suoi progetti se non verranno cambiati gli accordi.
Reminder this is what SAG-AFTRA is fighting against pic.twitter.com/dsZl130uif
— Caiden Reed | Ghostface-Doo (@caiden_reed) October 12, 2023
Nel frattempo ieri è stata presentata una proposta di legge bipartisan, sostenuta dai senatori Chris Coons (D-Del.), Marsha Blackburn (R-Tenn.), Amy Klobuchar (D-Minn.) e Thom Tillis (R-N.C.), che mira a proteggere le sembianze di attori, cantanti e altri artisti dall’uso dell’AI.
Il Nurture Originals, Foster Art, and Keep Entertainment Safe (NO FAKES) Act riterrebbe responsabili gli individui o le aziende che producono repliche digitali non autorizzate di individui in una performance, insieme alle piattaforme che ospitano tali contenuti.
Il disegno di legge esclude alcune repliche digitali dalla responsabilità in base alle tutele del Primo Emendamento. Ad esempio, sono escluse le repliche di notiziari o trasmissioni sportive, documentari o opere storiche, o satiriche o parodistiche.
Uno degli ultimi esempi è una canzone generata dall’intelligenza artificiale utilizzando le sembianze di Drake e The Weeknd, trasmessa in streaming su tutte le piattaforme dove ha ottenuto milioni di visualizzazioni prima di essere tolta, su richiesta dell’etichetta degli artisti.
Recentemente Tom Hanks ha avvertito i suoi follower su Instagram che è stato ricostruito con l’IA per una pubblicità per un piano di assicurazione dentistica, ma senza autorizzazione. A Stephen Fry hanno rubato la voce per un documentario.
Coons ha dichiarato in un comunicato:
“I creatori di tutta la nazione chiedono al Congresso di definire politiche chiare che regolino l’uso e l’impatto dell’IA generativa, e il Congresso deve trovare il giusto equilibrio per difendere i diritti individuali, rispettare il Primo Emendamento e promuovere l’innovazione e la creatività dell’IA”.
Blackburn ha dichiarato che la proposta di legge è un:
“Buon primo passo per proteggere la nostra comunità creativa, impedendo ai modelli di IA di rubare [nome, immagine e somiglianza] di qualcuno e assicurando che a questi diritti sia data la massima considerazione dalla legge”.
Cari membri della SAG-AFTRA,
È con profonda delusione che vi comunichiamo che i CEO dell’industria si sono allontanati dal tavolo delle trattative dopo aver rifiutato di controbattere la nostra ultima offerta. Abbiamo negoziato con loro in buona fede, nonostante la scorsa settimana abbiano presentato un’offerta che, incredibilmente, valeva meno di quella che avevano proposto prima dell’inizio dello sciopero.
Queste aziende si rifiutano di proteggere gli artisti dall’essere sostituiti dall’IA, si rifiutano di aumentare i vostri salari per stare al passo con l’inflazione e si rifiutano di condividere una minima parte degli immensi ricavi che il vostro lavoro genera per loro. Abbiamo fatto grandi e significativi passi avanti da parte nostra, compresa la completa trasformazione della nostra proposta di condivisione dei ricavi, che costerebbe alle aziende meno di 57 centesimi per abbonato ogni anno. Le compagnie hanno rifiutato le nostre proposte e si sono rifiutate di controbattere.
Invece usano tattiche da bulli. Proprio stasera hanno intenzionalmente travisato con la stampa il costo della proposta di cui sopra, sovrastimandolo del 60%. Hanno fatto lo stesso con l’I.A., sostenendo di voler proteggere il consenso degli interpreti, ma continuando a chiedere il “consenso” il primo giorno di lavoro per l’uso della replica digitale di un interprete per un intero universo cinematografico (o per qualsiasi franchise).
Le compagnie stanno utilizzando la stessa strategia fallimentare che hanno cercato di infliggere alla WGA: diffondere informazioni fuorvianti nel tentativo di ingannare i nostri membri e indurli ad abbandonare la nostra solidarietà e a fare pressione sui nostri negoziatori. Ma, proprio come gli sceneggiatori, i nostri iscritti sono più intelligenti e non si faranno ingannare.
Sentiamo il dolore che queste aziende hanno inflitto ai nostri iscritti, ai nostri capitani dello sciopero, agli iscritti ai sindacati IATSE, Teamsters e Basic Crafts e a tutti coloro che operano in questo settore. Abbiamo sacrificato troppo per arrenderci al loro ostruzionismo e alla loro avidità. Siamo uniti e pronti a negoziare oggi, domani e ogni giorno.
La nostra determinazione è incrollabile. Unitevi a noi nei picchetti e nelle manifestazioni di solidarietà in tutto il Paese e fate sentire la vostra voce.
Un giorno in più. Un giorno in più. Fino a quando sarà necessario.
Il vostro Comitato di Negoziazione TV/Teatro.