L’Uso dell’intelligenza artificiale nell’industria cinematografico, e più in generale dell’intrattenimento, è al centro di moltissime discussioni. Si tratta di uno dei motivi (ovviamente non l’unico) per cui gli attori sono in sciopero negli Stati Uniti e a quanto pare i loro timori non sono poi così infondati.
Lo sa bene Stephen Fry, visto recentemente nella serie Netflix Sandman, che è diventato voce narrante di un documentario storico… a sua insaputa!
È stato lo stesso attore a confermare la cosa durante un intervento al CogX Festival a Londra. Fry ha mostrato una clip del documentario in questione, specificando che la voce narrante non era sua. Si trattava di una perfetta copia digitale:
Non ho detto quelle parole. È stata una macchina. Sì, questa cosa mi ha sconvolto. Hanno preso la mia lettura dei sette libri di Harry Potter e, utilizzando l’intelligenza artificiale, hanno ricreato la mia voce per realizzare quella nuova narrazione.
Stephen Fry ha poi aggiunto:
Quello che avete appena sentito non è il risultato di un mash-up, ma proviene da una voce artificiale flessibile, in cui le parole sono modulate per adattarsi al significato di ogni frase. Potrebbero utilizzarmi per leggere qualsiasi cosa, dallo spronare ad attaccare il parlamento al porno estremo, tutto senza che io ne sia a conoscenza e senza il mio consenso. E questo, ciò che avete appena sentito, è stato fatto senza che io ne fossi a conoscenza. Quando l’ho sentito, l’ho immediatamente inviato ai miei agenti sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito ed erano furiosi, non avevano idea che fosse possibile fare una cosa del genere. Gli ho detto: “Non avete ancora visto nulla”. Non passerà molto tempo prima che i video deepfake siano così convincenti.
L’attore ha concluso dicendo che quando si tratta di intelligenza artificiale, il progresso che stiamo vivendo avanzerà più rapidamente di qualsiasi altra tecnologia che abbiamo mai visto:
Su una cosa possiamo tutti essere d’accordo: viviamo in tempi dannatamente assurdi!
Viene da chiedersi come sia stata possibile una cosa del genere. Molto probabilmente la cosa era contemplata nella clausola di qualche vecchio contratto firmato da Stephen Fry, ma la preoccupazione resta.
Fonte: Deadline