Intervista da Deadline a Cannes, dove si trova per presentare una proiezione di Rolling Thunder di John Flynn, Quentin Tarantino ha fatto luce sulla trama del suo prossimo e molto probabilmente ultimo film, The Movie Critic. All’epoca dell’annuncio, girava voce che avrebbe parlato della celebre critica Pauline Kael, ma non sarà così: il film sarà ispirato alla vera storia di un critico che scriveva per una rivista porno, le cui recensioni Tarantino leggeva quando da adolescente si guadagnava qualche spicciolo caricando riviste porno in un distributore automatico. “La maggior parte della roba era troppo zozza da leggere, ma c’era questa rivista porno che aveva una rubrica di cinema molto interessante”, spiega il regista.
The Movie Critic si svolgerà nel 1977, in California, “ed è basato su questo tizio realmente esistito, ma mai diventato famoso, che scriveva recensioni per una rivista porno”. Tarantino non rivela il nome della persona, né quello della rivista o della rubrica, che nel film si chiamerà The Popstar Pages. Il regista spiega:
Scriveva recensioni di film mainstream ed era un critico di seconda fascia. Secondo me era molto bravo. Era terribilmente cinico. Le sue recensioni erano un incrocio tra il primo Howard Stern e quello che Travis Bickle [di Taxi Driver] avrebbe scritto se fosse stato un critico cinematografico […]. Pensa alle pagine del diario di Travis.
E ancora:
Ma il critico della rivista porno era molto, molto divertente. Era molto rude. Diceva le parolacce, usava epiteti razzisti. Ma la sua roba era molto divertente.
Tarantino spiega che “scriveva come se avesse 55 anni ma ne aveva circa 35”:
Morì a poco meno di quarant’anni. Non mi era chiaro all’inizio, ma ora che ho fatto altre ricerche penso che sia stato per complicazioni dovute ad alcolismo.
Vista l’età del personaggio, Quentin Tarantino pensa che dovrà cercare quello che sarà “un nuovo protagonista per me”, dato che i suoi attori fidati, come Brad Pitt e Leonardo DiCaprio, sono troppo vecchi per la parte. Il regista ha un’idea su chi questo attore potrebbe essere, ma non si sbilancia. Di una cosa è certo, però: sarà americano. E spiega la ragione:
Ovviamente non ho nulla contro i britannici, ma viviamo in un’epoca molto strana oggi. Penso che quando la gente esaminerà quest’epoca del cinema e [vedrà] tutti questi attori britannici che fingono di essere americani e tutti questi attori australiani che fingono di essere americani, sembreranno irreali. Nessuno recita mai nella sua voce oggi.
Infine chiarisce:
Comunque, non si tratta di xenofobia. I britannici avrebbero molti più problemi se degli attori americani andassero là con i loro accenti alla Dick Van Dyke a interpretare famosi britannici. Non vogliono vedere quella roba.