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Steven Spielberg ha ricevuto l’Orso d’Oro alla carriera al Festival di Berlino 2023, e a consegnarglielo, a sorpresa, è stato Bono, il frontman degli U2, ospite del festival per la presentazione del documentario Kiss The Future, incentrato sul celebre concerto tenuto dalla band irlandese nella Sarajevo post-bellica del 1997.
Il regista è salito sul palco per ritirare il premio e ha colto l’occasione per affrontare di petto i fantasmi della storia:
L’onore ha un significato particolare per me perché sono un regista ebreo. Mi piace pensare che questo sia un piccolo momento in una più ampia, continua opera di guarigione dei luoghi spezzati della storia, ciò che gli ebrei chiamavano Tikkun Olam, la riparazione e il risanamento del mondo.
Il popolo tedesco ha dimostrato la volontà di leggere la storia del proprio paese, confrontarsi con le sue lezioni su antisemitismo, intolleranza e xenofobia, precursori dell’Olocausto. Altri paesi, incluso il mio, possono imparare molto dalla coraggiosa determinazione del popolo tedesco ad agire per prevenire la presa del potere dei fascisti.
Spielberg ha scherzato sul fatto di non essere pronto a ricevere un premio alla carriera:
Mi allarma un po’ sentirmi dire che ho vissuto una vita intera, perché non ho finito e voglio continuare a lavorare. Voglio continuare a imparare, scoprire e spaventare a morte me stesso e a volte spaventare a morte voi.
Devo tornare ad alcuni di quei primi film del terrore, ma questa è un’altra storia per un’altra volta. Fin quando mi darà gioia e fin quando il pubblico potrà trovare gioia e altri valori umani nei miei film, sarò riluttante ad annunciare la fine delle riprese.
Consegnando il premio a Steven Spielberg, Bono ha citato Sugarland Express, definendolo un film che ha avuto un impatto fortissimo su di lui da giovane. Nel film, Goldie Hawn interpreta una donna che prende in ostaggio un agente di polizia nel disperato tentativo di riunirsi con suo figlio prima che venga messo in adozione. Ha detto Bono:
L’intera situazione fa scalpore a livello mediatico, quando rapiscono un poliziotto e il mondo attende di vedere cosa accadrà.
È una situazione molto spielberghiana. Nel cinema, nell’utero con vista che è il cinema, guardo il volto della madre proiettato sullo schermo di nove metri. La madre è interpretata dalla grande Goldie Hawn, ma io vedo solamente mia madre, come la vedevo da bambino, gigantesca, imperfetta.
Piango nonostante il mio cuore sia pieno di gioia, perché so che mia madre verrà sempre a cercarmi. Questo è puro cinema. No, è puro Spielberg. Il nome sta già diventando un aggettivo.
Fonte: Deadline