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Alla regia di One Piece Film: Red troviamo Goro Taniguchi, noto per aver diretto le serie e i film di Code Geass. Ventiquattro anni fa aveva diretto lo speciale One Piece: Defeat The Pirate Ganzak!, prima opera animata tratta dall’opera di Eiichiro Oda. Lo speciale del Jump Super Anime Tour ’98 ebbe anche una breve distribuzione nelle sale giapponesi.
Alla produzione troviamo due figure chiave del franchise: i produttori Shinji Shimizu e Hiroaki Shibata. Per anni Shimizu ha chiesto al sensei Oda di poter inserire Shanks nei film, e finalmente con Red è stato possibile.
Il design dei personaggi è infine realizzato ancora una volta da Masayuki Sato, qui al suo quinto lungometraggio della serie, che copre anche il ruolo di direttore dell’animazione.
Abbiamo avuto il piacere di parlare con loro della realizzazione del film durante la conferenza stampa e la roundtable tenutesi a Lucca Comics & Games.
Goro Taniguchi: Sono sincero, non ho avuto nessun tipo di ansia e non ho sentito alcuna pressione da parte di nessuno nell’affrontare questo ruolo molto importante.
Non solo, la TOEI Animation che mi ha chiesto per ben tre volte di fare il regista e soprattutto, ho pensato di rispondere alla fiducia postami non solo dalla Toei Animation, ma volevo anche ripagare quello che ha sempre fatto Oda Eiichiro, autore dell’opera originale.
Questo non significava ignorare i nostri fan, il nostro obiettivo ultimo era quello di rendere ancora più conosciuto One Piece. Quindi la mia responsabilità non solo era raggiungere altre persone e utilizzare al meglio la genialità dello staff che in questo caso ha veramente dato il meglio di sé.
Taniguchi: Bisogna tenere conto che, come ben già sapete, l’anime di One Piece va in onda sulle emittenti da 23 anni, quindi si rifà a un modello di business che risale a 23 anni fa. Bisogna tener conto che in questi 23 anni sono cresciute e sono arrivate delle generazioni di fan che hanno iniziato ad amare questo manga, questo anime.
One Piece non è un prodotto esclusivo del Giappone, ha milioni di fan in tutto il mondo perché ha dei contenuti che sono comuni a livello globale.
Quindi ci siamo domandati se era giusto che ci adagiassimo su questo supporto globale e per questo ci siamo dati da fare. Abbiamo capito che era assolutamente importante raggiungere nuove persone, persone che magari non si erano mai avvicinate a One Piece. Il nostro obiettivo quindi non era adagiarsi su quello che avevamo già ottenuto ma arrivare a toccare altre persone nuovi fan.
Questo ovviamente perché One Piece è ricco di avventure, allora perché noi staff, il cast, tutto il corpo della produzione e anche i fan non possono non affrontare tante avventure?
Taniguchi: Ovviamente se avessimo pensato di apportare una grande evoluzione anche nei termini di carattere dei personaggi, ovviamente non sarebbe più stato One Piece, per cui siamo stati molto attenti a mantenere le caratteristiche proprie di ogni singolo personaggio.
In particolare tenevo molto al personaggio di Luffy, per quanto riguarda le sue movenze le sue caratteristiche tipiche, che lo definiscono come protagonista, e quindi per ogni singola scena dove c’era Luffy mi sono sempre interfacciato con Oda.
Ovviamente ci sono anche dei personaggi che non sono quasi mai apparsi in questi lungometraggi animati, come Jinbei. Quindi abbiamo pensato anche come utilizzare questi personaggi con delle espressioni nuove, che esulavano dal resto delle opere e di questo forse può il nostro character designer Sato-san può dirci qualcosa.
Masayuki Sato: Per me è la quinta volta che faccio parte di questo team per l’animazione, ma ogni volta mi prodigo affinché ogni singolo personaggio richiami l’originale, sono molto attento a questo.
Ovviamente ci sono dei personaggi come Jinbei, Shanks o addirittura dei personaggi che ho disegnato per la prima volta, pur rimanendo fedeli alle caratteristiche principali della storia originale, il mio obiettivo è sempre stato quello di tirare fuori il massimo del fascino di ogni singolo personaggio nelle sue movenze ed espressioni.
Taniguchi: Fammi correggere una cosa, nel ’98 era stato fatto uno special che non è stato fatto per la tv ma per la rivista Shonen Jump. Lo staff non era quello della Toei ma di un’altra azienda, Production I.G. Questo è importante.
Ovviamente nonostante sia apparente che io sia tornato dopo 20 anni ad essere uno dei registi di One Piece, in realtà lo staff non è lo stesso e la casa di produzione non è la stessa, quindi l’impianto è totalmente diverso.
Quello che ho fatto è andare a parlare con i doppiatori, sono andato in primis a parlare con il doppiatore di Luffy che è Tanaka Mayumi. Ovviamente la prima cosa che ho fatto è stato parlare con il tutto cast e tutto lo staff, comunicando loro che questo era il mio intento in modo tale che tutti si sforzassero per la produzione di questo lungometraggio ed è davvero stato uno sforzo fatto insieme.
Oltre la gioia che mi ha dato tutto il cast e lo staff e il supporto, rivedere il sensei Oda per nulla cambiato mi ha reso davvero felice.
Taniguchi: Assieme allo sceneggiatore Kuroiwa, quando stavamo lavorando alla bozza della sceneggiatura avevamo già deciso dove, come e quando mettere le parti musicali. L’obiettivo era questo, guardare l’intero film significa vivere il concerto di Uta.
Ogni scena che riguardava la parte musicale doveva nascere e concludersi come una storia. In questo caso le scene con le danze, ogni step delle movenze delle mani e dell’intera danza, è stata realizzata coreografata da questa professionista di nome Mikiko, che ha fatto parte dei nostri incontri per la creazione del film.
Dovete capire che questo lungometraggio nonostante sia un anime, è stato costruito e sviluppato come se utilizzassimo attori veri. Per cui se attraverso il film percepiste qualcosa come se fosse un film live action, saremmo veramente onorati.
Shibata: Soprattutto per le scene riguardanti la parte della danza, abbiamo lavorato con la motion capture. Tutta la parte coreografica della signora Mikiko è stata fatta con la motion capture e poi l’abbiamo incorporata nei modelli CG.
Ovviamente sulla base di quello che era stato realizzato con la motion capture, il character designer Sato-san è riuscito a dare la sensazione che i personaggi del film fossero davvero vivi.
Il risultato finale è totalmente diverso da quello che abbiamo ottenuto con Precure. Però tutto quello che la Toei, con l’introduzione della computer grafica effettuata con Precure 17 anni fa, tutta questa esperienza ci è stata utile per produrre One Piece Red.
La cosa divertente e che mi rende particolarmente felice è che 10 anni fa ho prodotto Precure e in una di queste opere è stato proprio il character designer Sato-san a realizzare i personaggi, quindi One Piece Red non solo è stato un momento in cui abbiamo sfruttato in maniera positiva l’esperienza accumulata con Precure ma abbiamo riunito lo stesso staff in quest’ultima opera.
Taniguchi: Anche in altri anime troviamo delle scene live. Posso dire che dal mio punto di vista con One Piece Red non abbiamo cercato di fare qualcosa sulla falsa riga altri anime con scene musicali.
Il mio desiderio che è stato comunicato allo staff, era di far riferimento a dei veri artisti in musical come Les Misérables, The Greatest Showman ossia delle grandi opere musicali. In modo da creare qualcosa di simile anche in One Piece Red.
Sato: Per quanto riguarda l’animazione, diversamente dalla maniera tradizionale, c’era la computer grafica, le riprese in motion capture sono state la nostra base. La cosa più importante è stata rendere ogni scena ancora più ricca, quasi molto realistica.
Abbiamo prodotto il maggior numero di disegni possibili, per la riproduzione dei movimenti delle mani, in modo tale che rendessero [Uta ] ancora più viva, ancor più reale.