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Non è il rumore bianco dell’omonimo romanzo di Don De Lillo, ma il brusio crescente di giornalisti, delegazioni e organizzatori ad accompagnare l’inizio della 79ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, prevista dal 31 agosto al 10 settembre. Il riferimento al libro di De Lillo non è casuale: è proprio White Noise di Noah Baumbach, adattamento del capolavoro postmoderno datato 1985, il film d’apertura di questa edizione. La settimana scorsa ne abbiamo visto il teaser trailer, che già promette bene.
Baumbach inaugurerà quindi un concorso molto ricco, e anche più affollato del solito: saranno infatti 23 i lungometraggi che si contenderanno il Leone d’Oro, fra i quali ritroveremo alcune vecchie conoscenze della Mostra.
Le produzioni statunitensi, infarcite di star hollywoodiane, si prenderanno ovviamente i titoloni dei giornali. Oltre allo stesso White Noise, dove Adam Driver torna a lavorare con Baumbach e Greta Gerwig dopo Frances Ha e Storia di un matrimonio, salta subito alla mente l’attesissimo Blonde di Andrew Dominik. Le polemiche di certo non mancheranno per questo biopic su Marilyn Monroe, interpretato da Ana De Armas e tratto dal libro di Joyce Carol Oates. Quest’ultimo unisce realtà e finzione per reimmaginare la vita di Norma Jean, quindi non si tratta di una biografia interamente verosimile. Tra libertà creative e scene forti, un film che susciterà molte discussioni. Il trailer ve ne offre un assaggio, ma sappiate che l’uscita è attesa già per il 28 settembre su Netflix.
Dal canto suo, The Whale segna un doppio ritorno: quello del regista Darren Aronofsky, in concorso per la quarta volta al Lido, e del protagonista Brendan Fraser, di nuovo in scena dopo anni difficili. Anche Martin McDonagh ritorna in concorso – a cinque anni da Tre manifesti a Ebbing, Missouri – con The Bansheen of Inisherin. Il titolo italiano è Gli spiriti dell’isola, e il trailer lascia trasparire tutta la cifra stilistica del cineasta inglese (ma di origini irlandesi). Farà parlare di sé anche TÁR di Todd Field, con la sempre magnifica Cate Blanchett: qui il trailer.
C’è poi Alejandro González Iñárritu, che non dirigeva un lungometraggio dal 2016. Già in concorso nel 2014 con Birdman, il regista messicano porta stavolta un’imprevedibile ed epica commedia intitolata Bardo, o falsa crónica de unas cuantas verdades, con cui torna a lavorare nel paese natio. Ancora più clamoroso è però il ritorno di Emanuele Crialese, assente dagli schermi per ben 11 anni: Terraferma fu presentato proprio a Venezia nel 2011. Il suo nuovo film, L’immensità, è ambientato nella Roma degli anni Settanta, e può contare su Penélope Cruz come protagonista. Infine, sono enormi le attese che circondano Bones and All, seconda collaborazione tra Luca Guadagnino e Timothée Chalamet: una storia d’amore e orrore di cui è già uscito il primo teaser.
Abbiamo già citato Crialese e Guadagnino, ma non sono gli unici italiani in concorso. Il veterano Gianni Amelio, già Leone d’Oro nel 1998 per Così ridevano, porta Il signore delle formiche, rievocazione del vergognoso processo ad Aldo Braibanti: grande intellettuale, scrittore, ex partigiano antifiascista e mirmecologo (studiava le formiche) che nel 1964 fu accusato di aver plagiato l’amico Giovanni Sanfratello. Qui il trailer.
Susanna Nicchiarelli torna invece con Chiara, suo terzo biopic di una figura femminile: dopo la Christa Päffgen di Nico (Miglior Film della sezione Orizzonti nel 2017) e la Eleanor Marx di Miss Marx (in concorso nel 2020), ora è il turno di Santa Chiara D’Assisi, che abbiamo visto nella prima clip.
Alla sua seconda esperienza in concorso è anche Andrea Pallaoro: dopo Hannah, con cui Charlotte Rampling vinse la Coppa Volpi nel 2017, il regista dirige una produzione italo-americana girata negli Stati Uniti, che vede l’attrice trans Trace Lysette nel ruolo di protagonista.
Naturalmente c’è molto altro. Come da recente tradizione, la Mostra dedica spazio anche alle serie tv, che quest’anno sono tutte danesi: da un lato abbiamo Riget Exodus di Lars Von Trier, terza stagione del suo celebre show sovrannaturale; e dall’altro Copenaghen Cowboy di Nicolas Winding Refn, nuova incursione dell’acclamato regista nel noir psichedelico.
Tornando ai film, si parla già moltissimo di Don’t Worry Darling, seconda regia di Olivia Wilde, ma non per questioni artistiche. Qui il trailer, e qui un resoconto di ciò che è successo tra la regista, la protagonista Florence Pugh e il licenziato Shia LaBeouf.
Celebrato da un meritatissimo Leone d’Oro alla Carriera, Paul Schrader presenta invece Master Gardener, dopo essere stato in concorso nel 2021 con lo splendido The Card Counter. Il picco del cinema di genere è rappresentato da Pearl di Ti West, prequel del recentissimo X, di cui abbiamo già visto il trailer. L’anteprima ufficiale sarà a mezzanotte, com’è giusto che sia.
Menzione finale per Siccità di Paolo Virzì, commedia corale dalla trama vagamente apocalittica: si svolge infatti in una Roma dove non piove da tre anni, preda dell’arsura e della disperata ricerca di acqua.
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La Giuria del Concorso Ufficiale sarà presieduta da Julianne Moore, e composta da Mariano Cohn, Leonardo Di Costanzo, Audrey Diwan, Leila Hatami, Kazuo Ishiguro e Rodrigo Sorogoyen. La Mostra si svolgerà dal 31 agosto al 10 settembre.