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House of the Dragon: la storia, i personaggi, i draghi e il commento di George R. R. Martin

Pubblicato il 21 luglio 2022 di Filippo Magnifico

L’Hollywood Reporter ha pubblicato la seconda parte del lungo approfondimento dedicato a House of the Dragon, la serie prequel di Game of Thrones che racconterà la storia della Casa Targaryen.

Questa volta l’articolo si sofferma sulla storia, sui personaggi e su molti altri aspetti della serie, comprese le nuove tecnologie usate per le riprese. Ecco la traduzione dei passaggi più interessanti, che comprendono dichiarazioni dei co-showrunner Ryan Condal e Miguel Sapochnik e del cast.

Ricordiamo che il debutto di House of the Dragon in Italia è previsto per il 22 agosto su Sky e in streaming su NOW, in contemporanea assoluta con la messa in onda della tv via cavo americana.

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Un dramma familiare

Sapochnik riassume così la storia della serie:

I personaggi principali sono due donne e due uomini. C’è il Re (Viserys), suo fratello (Daemon), la figlia del Re (Rhaenyra) e la sua migliore Amica (Alicent). Poi la migliore amica diventa la moglie del Re, quindi la Regina. Quando la tua migliore amica sposa tuo padre e già abbastanza complicata come situazione. Poi tutto lentamente si evolve in una gigantesca battaglia tra le due parti.

House of the Dragon è fondamentalmente un dramma familiare. Come spiegato da Casey Bloys, a capo dei contenuti di HBO e HBO Max:

Mi piaceva l’idea di concentrarmi su una famiglia, e ovviamente i Targaryen hanno molti drammi. Mi è anche piaciuto il tema degli imperi, di come possono cadere rapidamente. Questo sono conversazioni particolarmente attuali, 20 anni fa non avrei mai pensato che saremo arrivati a parlare di questo.

La serie si apre con le due protagoniste in età adolescente (interpretate da Emily Carey e Milly Alcock). A metà stagione c’è un salto temporale di 10 anni e le due donne sono interpretate da Olivia Cooke (Ready Player One) ed Emma D’Arcy (Truth Seekers).
Per quanto riguarda Re Viserys e Daemon Targaryen, essendo più vecchi, sono interpretati dagli stessi attori per tutta la stagione, nello specifico Paddy Considine e Matt Smith.
Sono inoltre presenti altri salti temporali, la struttura per certi versi è più simile a The Crown piuttosto che a Game of Thrones.

Come dichiarato da Bloys:

Ero molto nervoso. È già difficile scegliere l’attore giusto per un ruolo, ma quando devi scegliere due personaggi in età diverse devi avere ragione quattro volte. Ma ora che ho visto il risultato, so di aver fatto la cosa giusta.

Mentre erano impegnati a definire la prima stagione, gli showrunner si sono resi conto che stava emergendo un tema per certi versi inaspettato. Quello della società patriarcale, che avrebbe preferito distruggersi piuttosto che vedere una donna sul trono. Come dichiarato da Sapochnik:

Non abbiamo mai detto che sarebbe stato indispensabile fare la serie su questo tema. Ad un certo punto ci siamo resi conto di averlo di fronte a noi.

A differenza delle prime stagioni di Game of Thrones, ci sarà meno sesso. Ma la cosa rimarrà lo stesso un aspetto importante della vita dei Targaryen. Anche la tematica dell’aggressione sessuale è presente, ed è stata trattata con la necessaria attenzione. Come confermato da Sapochnik:

È nostra intenzione fare luce su questo aspetto. Non si può ignorare la violenza perpetrata sulle donne dagli uomini in quel periodo. Non deve essere minimizzata a non deve essere glorificata.

I personaggi

Parlando di Rhaenyra Targaryen, Emma D’Arcy ha detto

Rhaenyra sta combattendo una personale battaglia su cosa vuol dire essere donna. Ha il terrore di rimanere bloccata nella maternità ed è molto consapevole del fatto che la sua posizione sarebbe molto diversa se fosse un uomo. Come persona non binaria, ho respinto e attratto sia l’identità femminile che quella maschile e penso che tutto questo sia rappresentato in modo molto fedele qui.

La figura di Alicent Hightower, interpretata da Olivia Cooke, è stata accostata a quella di Cersei Lannister, interpretata nella serie originale da Lena Headey. Un paragone che piace molto all’attrice:

Adoro questo paragone perché Cersei era il mio personaggio preferito. Alicent ha un lato molto oscuro dentro di lei, ma sta anche lottando per ciò che pensa sia buono.

Per quanto riguarda Re Viserys, interpretato da Paddy Considine, pare che George R. R. Martin sia rimasto molto impressionato dall’interpretazione dell’attore. Parlando del suo personaggio, Considine ha detto:

È un brav’uomo ma un pessimo Re, questo perché cerca di accontentare tutti.

E poi c’è Matt Smith, che interpreta Daemon Targaryen. Il suo casting in un primo momento non è stato accolto positivamente dai fan della saga, ma secondo il team produttivo aveva una “strana qualità androgina” che lo rendeva perfetto. Parlando del suo personaggio, Smith ha detto:

Sono sempre stato interessato a sovvertirlo un po’, a farlo diventare qualcosa di diverso. Penso ci sia una specie di natura strana e sensibile dentro lui, un po’ di genuina lealtà e delle qualità umaniste che si possono chiaramente vedere.

Interpretare Daemon si è anche rivelato particolarmente difficile, questo a causa di un incidente avvenuto sul set, che ha causato problemi a un disco cervicale. Smith, che ha comunque proseguito con le riprese, è tuttora impegnato con la riabilitazione.

Si tratta di un fastidioso dolore al collo, letteralmente, fisicamente e metaforicamente.

Condal e Sapochnik hanno scelto Steve Toussaint per il ruolo di Corlys Velaryon, conosciuto come il Serpente di Mare (The Sea Snake). Nelle pagine scritte da Martin il personaggio è bianco, ma Condal e Sapochnik sapevano che per questa produzione il tema dell’inclusione sarebbe stato molto importante. Come specificato da Condal:

Il mondo è cambiato molto tra il 2011 e il 2021 ed è anche cambiato quello che il pubblico si aspetta di vedere. Sia io che Miguel ci siamo interrogati su come poter includere un cast diversificato per House of the Dragon, facendo sembrare la cosa del tutto organica e lontana da qualsiasi simbolismo. Era anche importante che determinate etnie non venissero incluse solo per essere pirati, schiavi e mercenari.

Per Toussaint è stato un vero e proprio trauma scontrarsi con i cosiddetti “odiatori del web”, che hanno reagito al suo casting con commenti particolarmente sgradevoli e razzisti:

Non mi sono reso conto che il mio casting fosse un grosso problema fino a quando non ho ricevuto insulti razzisti sui social media. Sì, è successo proprio questo. Ero sconvolto e poi ho pensato “OK, quindi questo significa molto per alcune persone, ma non posso permettere che questo mi crei dei problemi”.

I set, le nuove tecnologie e i draghi

Gran parte dell’azione si svolge all’interno della Fortezza Rossa ma ci sono anche state molte riprese in esterni. Dieci settimane tra Spagna, Portogallo e Inghilterra settentrionale.

Inoltre la produzione si avvalsa dell’aiuto di un video wall per aggiungere sfondi in tempo reale alle scene. Si tratta in poche parole di una tecnologia molto simile a quella usata per le riprese di serie come The Mandalorian. Tutto ciò che prima era delimitato dal green screen è stato sostituito da immagini non statiche create in tempo reale, che hanno offerto agli attori la sensazione di trovarsi all’interno di un reale ambiente, dinamico e molto simile al risultato finale che viene mostrato al pubblico.

Il video wall si è rivelato molto utile nel realizzare le scene di volo con i draghi, perché gli attori non si sono limitati a recitare di fronte a un green screen ma hanno per certi versi provato la stessa esperienza dei loro personaggi.
Per quanto riguarda i draghi stessi, nella serie ce ne sono almeno 17, ognuno di loro con un diverso aspetto e una diversa personalità. Alcuni ricordano le lucertole tropicali. Come dichiarato da Condal:

La più grande differenza rispetto alla serie originale, è che in questa era i draghi esistono, non sono una specie estinta miracolosamente tornata. Quindi ci sono molte cose che ruotano attorno a loro.

Il parere di George R. R. Martin

Dal canto suo, George R. R. Martin sembra molto soddisfatto del risultato finale. Condal ha ricordato il giorno in cui Martin ha visto l’episodio pilota:

George non è un tipo espansivo. Ma ha amato così tanto il pilota che Miguel e io abbiamo ricevuto messaggi di testo pieni di punti esclamativi.

Martin, che ha visto nove dei dieci episodi che compongono la serie, ha poi aggiunto:

È potente, è viscerale, è oscura, è come una tragedia shakespeariana. I personaggi sono tutti imperfetti. Sono tutti umani. Fanno cose buone. Fanno cose cattive. Sono guidati dalla brama di potere, dalla gelosia, dalle vecchie ferite, proprio come gli esseri umani. Proprio come li ho scritti.

Gli altri progetti

Come sappiamo George R.R. Martin è anche impegnato con altri progetti destinati a HBO e HBO Max, sia live action che animati.
Parlano dei progetti animati, Martin ha paragonato lo stile a quello di altre produzioni come Love Death + Robots.

Le serie animate procedono alla grande. La concept art è assolutamente sbalorditiva.