Da Bloodmoon a House of the Dragon, come è nato il prequel di Game of Thrones

Da Bloodmoon a House of the Dragon, come è nato il prequel di Game of Thrones

Di Filippo Magnifico

Il 22 agosto arriverà in Italia su Sky e in streaming su NOW, in contemporanea assoluta con la messa in onda della tv via cavo americana, House of the Dragon, la serie prequel di Game of Thrones che racconterà la storia della Casa Targaryen.

Un lungo approfondimento pubblicato dall’Hollywood Reporter ripercorre la storia di questo progetto, approfondendo anche i motivi che hanno portato alla cancellazione di Bloodmoon, il primo prequel entrato in produzione.

I primi passi nel 2016

Tutto inizia nel 2016, quando HBO conferma che il percorso di Game of Thrones si concluderà con l’ottava stagione. Da quel momento il network inizia a pensare al possibile futuro del franchise, prendendo in considerazione diversi spunti per eventuali prequel e spin-off e studiando le opere di George R. R. Martin.
Inizialmente vengono presi in considerazione quindici spunti considerati interessanti, che poi, attraverso un ulteriore processo di selezione, diventano cinque (la cosiddetta “guerra dei cinque pitch“).
Tra i questi troviamo:

  • Un progetto sulla distruzione dell’antico impero Targaryen di Valyria, curato da Max Borenstein (Kong: Skull Island)
  • Un progetto su Nymeria del premio Oscar Brian Helgeland (L.A. Confidential)
  • Un progetto sulla conquista di Westeros da parte di Aegon, scritto da Rand Ravich e Far Shariat (The Astronaut’s Wife)

Il caso Bloodmoon

Nel 2018, prima ancora del finale di Game of Thrones, la HBO ordina il pilota di un possibile progetto prequel dal titolo (provvisorio) Bloodmoon. Ambientata migliaia di anni prima degli eventi de Il trono di spade, la serie si svolge durante la famigerata Età degli Eroi. Al centro del progetto la discesa nella Lunga Notte, l’interminabile inverno che vede l’ascesa dei White Walkers.

Il pilot viene affidato alla regia di S.J. Clarkson (Dexter, Jessica Jones). Nel cast grandi nomi come Naomi Watts, Josh Whitehouse (Poldark), Tony Regbo (Reign), Ivanno Jeremiah (Humans) e Georgie Henley (Le Cronache di Narnia).
Jane Goldman viene invece coinvolta come showrunner.

Secondo quanto dichiarato dallo stesso Martin:

Bloodmoon è stato un progetto molto difficile. C’era un popolo molto più primitivo. Non c’erano ancora draghi. Gran parte del pilot ruotava attorno al matrimonio di un casato del sud con un casato del nord e si addentrava in temi molto importanti della storia degli Estranei.

Martin esprime le sue perplessità alla HBO, del resto si tratta di un argomento che è stato trattato pochissimo nei libri (circa otto pagine), quindi il rischio è altissimo. L’episodio pilota in ogni caso viene girato con un budget di circa 30 milioni di dollari.

Il risultato? Neanche Martin lo sa.
Bloodmoon non è mai stato mostrato all’autore, ed è stato cancellato prima ancora di passare nelle sue mani.
Secondo quanto dichiarato da Casey Bloys, content chief di HBO:

Non c’era niente di così sbagliato, semplicemente i Pilot sono complicati.

Robert Greenblatt, all’epoca presidente di WarnerMedia, ha aggiunto:

Non era inguardabile, orribile o altro. Era stato prodotto molto bene e sembrava straordinario. Ma non mi aveva fatto provare le stesse emozioni della serie originale. Non aveva quella profondità e ricchezza che aveva il pilot della serie originale.

A quanto pare per Jane Goldman, che credeva moltissimo nel progetto, la cancellazione ha rappresentato un vero e proprio shock.

Arriva House of the Dragon

Ed è così, quindi, che si arriva a House of the Dragon e al coinvolgimento di Ryan Condal e Miguel Sapochnik come co-showrunner. Entrambi sono stati coinvolti nello show, in modo tale da ricreare la collaborazione tra David Benioff e D. B. Weiss, particolarmente efficace nel gestire una produzione titanica come Game of Thrones.

La HBO decide di dare subito il via, senza girare prima il pilot. Una mossa audace, considerando che i due precedenti tentativi di girare l’episodio pilota di una serie basata sull’opera di Martin erano falliti (nell’elenco c’è anche il primo tentativo, fallito, fatto per Game of Thrones).
Ryan Condal e Miguel Sapochnik in ogni caso hanno dimostrato un grande rispetto per il materiale originale, che passa anche attraverso i nomi dei protagonisti.

I nomi sono molto importanti

Condal e Sapochnik hanno infatti rivelato di aver discusso molto sui nomi dei personaggi della serie. Era anche stata valutata la possibilità di cambiarli, per non avere in scena una Principessa Rhaenyra e una Principessa Rhaenys. Come specificato da Condal:

Sono un fan dei libri da ormai 20 anni ed ero un fan di Game of Thrones. Ho visto l’episodio pilota la notte in cui è stato trasmesso su HBO e così ogni episodio successivo. Non si può rifare Game of Thrones, è praticamente come i Beatles. Il mio approccio è quello di un fan che vuole realizzare quello che ha sempre voluto vedere e sono molto contento del risultato. I Targaryen sono come i Jedi in Star Wars. Abbiamo sentito parlare di questo periodo in cui erano tanti e potenti e abbiamo sempre voluto vederlo. E ora possiamo.

Il cast di House of the Dragon

In dieci episodi girati nel Regno Unito, House of the Dragon vanta un grande cast che include fra i protagonisti Paddy Considine, Matt Smith, Olivia Cooke, Emma D’Arcy, Steve Toussaint, Eve Best, Sonoya Mizuno, Fabien Frankel, Rhys Ifans.

Nel cast anche Milly Alcock, Bethany Antonia, Phoebe Campbell, Emily Carey, Harry Collett, Ryan Corr, Tom Glynn-Carney, Jefferson Hall, David Horovitch, Wil Johnson, John Macmillan, Graham McTavish, Ewan Mitchell, Theo Nate, Matthew Needham, Bill Paterson, Phia Saban, Gavin Spokes, Savannah Steyn.

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