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La caduta della casa degli Usher: Frank Langella dice la sua sulle accuse di molestie

Pubblicato il 06 maggio 2022 di Marco Triolo

Dopo il licenziamento dal cast di The Fall of the House of Usher, adattamento de La caduta della casa degli Usher di Edgar Allan Poe, Frank Langella ha voluto dire la sua. L’attore, accusato di condotta inappropriata sul set della miniserie Netflix di Mike Flanagan, condotta che gli è costata il ruolo (poi affidato a Bruce Greenwood), ha scritto la sua versione dei fatti in un articolo pubblicato da Deadline. Il pezzo esordisce, senza tante cerimonie, con “Sono stato cancellato. Di punto in bianco”, per poi proseguire spiegando perché, secondo lui, le accuse a lui rivolte sarebbero assurde:

Nella crescente pazzia che attualmente pervade il nostro settore, non avrei mai potuto immaginare che le parole “danni collaterali” sarebbero cadute sulle mie spalle. Hanno portato con loro un peso che non pensavo avrei dovuto sostenere negli ultimi decenni nella mia carriera. E insieme a esso un inatteso senso di grave pericolo.

Frank Langella spiega che vedeva il ruolo di Roderick Usher com “il mio ultimo momento di gloria. Stranamente profetico, data la situazione attuale”. E racconta in dettaglio la sua versione dei fatti:

Il 25 marzo di quest’anno, stavo interpretando una scena d’amore con l’attrice che interpretava la mia giovane moglie. Entrambi eravamo completamente vestiti. Io ero seduto su un divano, lei era in piedi davanti a me. Il regista ha gridato “stop”. “Mi ha toccato la gamba”, ha detto l’attrice. “Questo non l’avevamo provato”. Si è poi voltata e ha lasciato il set, seguita dal regista e dal coordinatore di intimità. Ho tentato di seguirla, ma mi è stato detto di “darle spazio”. Ho aspettato per circa un’ora e mi è stato quindi detto che non sarebbe tornata sul set e avevamo concluso.

L’indagine

Langella dunque parla dell’indagine scattata poco dopo:

Circa una settimana dopo, il reparto risorse umane chiese di parlarmi al telefono. “Prima che la scena d’amore iniziasse il 25 marzo”, disse l’inquirente, “il nostro coordinatore di intimità aveva suggerito a entrambi dove mettere le mani. È stato portato alla nostra attenzione che lei abbia detto: “È assurdo!”. “Sì”, dissi, “L’ho detto. E lo penso ancora”. Era una scena d’amore. Regolamentare il posizionamento delle mani, nella mia mente, è ridicolo. Mina l’istinto e la sponaneità.

L’attore spiega che le risorse umane di Netflix gli hanno poi suggerito di non contattare personalmente l’attrice, il coordinatore di intimità o nessun altro nella compagnia. E prosegue:

Quando sei l’attore protagonista devi, secondo me, dare l’esempio mantenendo l’atmosfera leggera e amichevole. Ciò nonostante, ecco alcune delle accuse: 1. “Ha raccontato una barzelletta fuori luogo”. 2. “A volte mi chiamava ‘piccola’ o ‘tesoro'”. 3. “Mi abbracciava o toccava la spalla”.

“Non puoi farlo, Frank”, ha detto il nostro produttore. “Non puoi fare battute. Non puoi fare complimenti. Non puoi toccare. È un nuovo ordine”.

Frank Langella contro la cancel culture

E conclude:

Quel pomeriggio, fui licenziato. Non mi consentirono un’udienza con Netflix. La mia richiesta di incontrarmi faccia a faccia con l’attrice fu negata. I registi e il produttore smisero di rispondere alle mie e-mail e chiamate. Entro 30 minuti dal mio licenziamento, una lettera fu consegnata a cast e troupe e un comunicato stampa fu diffuso immediatamente. I miei rappresentanti e io non ottenemmo alcuna opportunità di commentare o corroborare quella versione.

Non posso conoscere le intenzioni della mia accusatrice o di Netflix, ma l’impatto su di me è stato incalcolabile. Ho perso una parte emozionante, la possibilità di futuri guadagni e forse mi toccherà affrontare un periodo di disoccupazione. Netflix mi ha licenziato dopo tre mesi di lavoro con solo tre settimane ancora da girare, e ancora devono finire di pagarmi per i miei servizi. Soprattutto, la mia reputazione è stata danneggiata.

Questi oltraggi sono, per me, la vera definizione di condotta inaccettabile.

La cancel culture è l’antitesi della democrazia. Inibisce la conversazione e il dibattito. Limita la nostra abilità di ascoltare, mediare e scambiarci punti di vista opposti. La cosa più tragica è che annulla il giudizio morale.

“Questo non è giusto”, conclude Frank Langella. “Questo non è americano”. Staremo a vedere se ci saranno ulteriori risposte da parte di Netflix e dei diretti interessati.