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Better Call Saul: il mid-season finale e QUEL colpo di scena (SPOILER)

Pubblicato il 24 maggio 2022 di Marco Triolo

Ce lo ricordiamo tutti come stavamo alla fine del terzo episodio della stagione 6 di Better Call Saul, quando Nacho Varga ha incontrato la fine per mezzo di una pallottola (da lui stesso sparata) che ha incontrato il suo cervello. Il settimo episodio, finale di metà stagione della serie (che tornerà su Netflix dal 12 luglio con gli ultimi sei episodi), ha replicato l’esperienza, anzi ha rilanciato con una morte decisamente più inaspettata (il povero Nacho era condannato da almeno due episodi) e per questo ancora più terrificante. Stiamo parlando della morte di Howard Hamlin (Patrick Fabian), altro personaggio storico della serie che, come Nacho, è morto per una pallottola in testa. Sparata, però, da Lalo Salamanca (Tony Dalton), con la freddezza del vero killer psicopatico. E solamente perché Howard si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Nell’episodio, intitolato Plan and Execution, Kim e Jimmy portano finalmente a compimento il loro elaborato piano per screditare Howard e costringere HHM a patteggiare con Schweikart & Cokely per chiudere il caso Sandpiper. Manco a dirlo, tutto funziona alla perfezione, e Clifford Main (Ed Begley Jr.) si convince una volta per tutte che il socio sia uscito di senno per colpa della cocaina. Hamlin non ha prove, ma non ha intenzione di darla vinta a Jimmy. E così, la sera dopo l’udienza, si reca a casa della coppia per far sapere ai due quello che pensa di loro.

È in quel momento che Lalo si intrufola alla festa.

E, se in quel momento il cuore non vi è balzato in gola, i casi sono due: o siete spettatori casuali, o un cuore non lo avete affatto. Perché, dal momento in cui Lalo inizia ad avvitare il silenziatore sulla pistola, è ovvio che Howard dovrà rimpiangere di non aver fatto testamento.

Azione e reazione

Quella di Howard è una morte più che mai “tematica”. Non solo la sua rapidità e insensatezza servono a ricordare a tutti quanto letale sia Lalo Salamanca, ma Howard incarna le conseguenze che Jimmy e Kim non pensavano di dover affrontare. Lo ha spiegato molto bene Rhea Seehorn a Deadline:

Questa è la personificazione di ciò a cui Kim e Jimmy hanno cercato di credere per tutta la stagione: che le loro azioni non avessero conseguenze. Che loro non stessero realmente facendo del male a nessuno, e ora una persona sta morendo ai loro piedi. Penso che un evento del genere causerebbe un cambiamento epocale in chiunque. Resta da vedere come reagirà Kim, cosa farà di questo. È traumatico.

Nel sesto episodio di Better Call Saul, Axe and Grind, avevamo assistito a un flashback in cui una giovanissima Kim, scovata a rubare in un centro commerciale, riceveva dalla madre un insegnamento sbagliatissimo: che le azioni, anche quelle peggiori, non hanno conseguenze. La morte di Howard Hamlin è la dimostrazione che è vero l’esatto contrario, che ogni azione ha conseguenze e quelle conseguenze possono venire a bussarti alla porta quando meno te l’aspetti, e lasciarti la moquette imbrattata di sangue.

Patrick Fabian ha fatto un grande lavoro in questi ultimi episodi, facendoci simpatizzare per un personaggio spesso antipatico (in una saga in cui, non dimentichiamolo, Peter Gould e Vince Gilligan ci spingono da sempre a parteggiare per i “cattivi”), un uomo innocente che, nonostante tutto gli remasse contro, ha sempre mantenuto la sua dignità. Per questo la sua morte è ancora più spaventosa e spiazzante, anche se estremamente coerente con l’affresco che Gould e Gilligan stanno ormai dipingendo da sei stagioni di Better Call Saul.