Prima o poi qualcosa del genere doveva succedere. Ci troviamo nella sesta e ultima stagione di Better Call Saul, prequel di Breaking Bad, e, in un modo o nell’altro, i personaggi non presenti in quest’ultima dovranno uscire di scena. Non sappiamo ancora quale sarà il destino di Kim Wexler (Rhea Seehorn), ma il terzo episodio della stagione, Rock and Hard Place, ci ha svelato quello di Ignacio “Nacho” Varga (Michael Mando).
Dopo essere riuscito a sfuggire alla furia dei gemelli Salamanca, Nacho ha deciso infine che l’unica via d’uscita dalla situazione in cui si trovava fosse quella di costituirsi. Ma non alla DEA, bensì a Gus Fring (Giancarlo Esposito), per stringere con lui un patto: Nacho avrebbe concesso a Gus di consegnarlo ai Salamanca come capro espiatorio, in cambio dell’incolumità di suo padre. E così è andata: Nacho è stato riportato negli Stati Uniti, dove lo ha accolto l’unico amico rimasto nell’organizzazione di Fring: Mike Ehrmantraut (Jonathan Banks), costretto a ubbidire al suo boss controvoglia. Mike si premura di far avere a Nacho un ultimo pasto, dopodiché lo concia per le feste in modo che Nacho porti sul volto i segni della sua “cattura”.
A quel punto, dopo un toccante e asciuttissimo sguardo d’addio tra Nacho e Mike, si svolge il confronto finale: da una parte Fring e i suoi, dall’altra Juan Bolsa (Javier Grajeda), Don Hector (Mark Margolis) e i gemelli Salamanca (Luis e Daniel Moncada). In mezzo Nacho, con una confessione studiata a tavolino insieme a Fring in modo da esonerarlo. Nacho segue il copione – d’altra parte in gioco c’è la salvezza di suo padre – ma infine decide di improvvisare: anziché farsi uccidere, come da programma, prende in ostaggio Bolsa e si spara un colpo in testa. Non prima di aver riversato tutto il suo odio contro Hector, confessandogli di essere stato lui a sostituire le sue pillole con delle caramelle, causandogli l’ictus che lo ha costretto sulla sedia a rotelle (chapeau a Michael Mando per l’intensità in quella sua ultima sparata).
Una grande uscita di scena per uno dei principali personaggi “originali” della serie. La cosa incredibile è che tutto l’arco di Nacho è frutto di retro-ingegneria da parte degli autori della serie, Vince Gilligan e Peter Gould. Nell’episodio 2×08 di Breaking Bad, intitolato proprio Better Call Saul, per convincere Saul/Jimmy a difendere Badger in tribunale, Jesse e Walter lo rapivano e lo portavano in una zona desertica, minacciandolo con una pistola. Preso dal panico, Saul gridava: “Non sono stato io, è stato Ignacio!”, per poi chiedere ai due se li avesse mandati Lalo.
Lalo, ovvero Eduardo Salamanca (Tony Dalton), è uno degli antagonisti di Better Call Saul, attualmente latitante dopo aver finto la sua morte in seguito a un attentato orchestrato da Fring. È stato proprio Nacho ad aprire le porte della villa messicana di Lalo, facendo entrare i sicari. A partire da quei due nomi pronunciati da Saul in Breaking Bad, Gould e Gilligan hanno tessuto una tela complessa, che si è dipanata nell’arco di sei stagioni fino ad arrivare a quella che, a posteriori, era una conclusione inevitabile.
Ora resta da vedere come gli autori sfrutteranno ulteriormente questa coincidenza: Lalo già sospetta che Jimmy abbia collaborato con Mike e Fring, e potrebbe ritenere l’avvocato un complice nell’attentato alla sua vita. Sappiamo già che Walter e Jesse (ovvero Bryan Cranston e Aaron Paul) appariranno in alcuni dei prossimi episodi. È lecito pensare, a questo punto, che le timeline delle due serie si accavalleranno, perché quella battuta di Saul/Jimmy in Breaking Bad fa pensare che Lalo sia ancora a piede libero, e che la faccenda sia in sospeso. Bob Odenkirk ha detto che la stagione finale di Better Call Saul ci “farà venire voglia di rivedere Breaking Bad ancora una volta”. L’intenzione, ormai è chiaro, è quella di mostrarci eventi che daranno un nuovo significato a quel primo incontro tra Saul, Walter e Jesse. Non vediamo l’ora.
Nel frattempo: addio, Nacho. Non eri un bravo ragazzo, ma hai tentato con tutte le forze di esserlo, e per questo ti abbiamo voluto bene.