SerieTV The Doc(Manhattan) is in
Abbiamo dovuto aspettare quasi un mese per poterne parlare con voi, visto che i primi quattro episodi di Moon Knight li abbiamo visti in anteprima a marzo. Ma ora che finalmente siamo tutti in pari, e che i prossimi due episodi di questa miniserie dell’MCU sono lo stesso, lampeggiante punto interrogativo per tutti quanti: cosa succederà? Dove andrà a parare Moon Knight, come serie? Cosa è davvero reale di quanto visto fino a questo momento? La risposta, come spesso accade, viene dai fumetti. Ovviamente, da qui in avanti, SPOILER: leggete solo dopo aver visto il quarto episodio.
Ancora con noi? Bene. Ricapitolando: in tanti erano convinti ormai di aver inquadrato bene Moon Knight, questo incrocio tra Fight Club e Indiana Jones, quando la quarta puntata è arrivata a sparigliare le carte.
Arthur Harrow (Ethan Hawke) spara a Marc Spector. E… quest’ultimo si risveglia in un ospedale psichiatrico da L’esercito delle 12 scimmie. Quasi tutti i personaggi visti in precedenza sono lì dentro, compreso lo stesso Harrow, che è il suo terapista. E poi c’è pure Steven Grant chiuso in un sarcofago. Tutto sembra uno scherzo della mente di Spector, ossessionato dalla VHS di un clonazzo di Indiana Jones chiamato “Tomb Buster”.
Sì, insomma: che diavolo sta succedendo?
Nella recensione dei primi quattro episodi, linkata poco sopra, vi avevamo lasciato in effetti un indizio: questo Moon Knight, scrivevamo, era dichiaratamente ispirato a due saghe a fumetti relativamente recenti, Moon Knight: Dalla morte (2014), di Warren Ellis, e soprattutto Moon Knight: Lunatico (2016), di Jeff Lemire e Greg Smallwood. Ecco, ora puntiamo i fari proprio su quest’ultima.
I registi Justin Benson e Aaron Moorhead, che hanno diretto in coppia il secondo e il quarto episodio di Moon Knight, alternandosi alla regia con Mohamed Diab, hanno dichiarato che la loro principale fonte d’ispirazione sono stati proprio i quattordici numeri della run di Lemire e Smallwood del 2016. In quelle storie, proprio come visto in TV, Marc Spector si risveglia in un manicomio e tutta la sua vita precedente, come eroe sui tetti di New York City, viene messa in discussione. Cosa è reale dei suoi ricordi? È esistito davvero un Moon Knight, o – come gli dicono lì in ospedale – è tutto frutto della sua mente?
In quel ciclo di storie, Marc Spector scende a patti con i suoi problemi di identità, ed esce da questa esperienza diverso, ma rafforzato: forse per la prima volta da tanto tempo, in pace con i suoi diversi io. Una delle teorie più diffuse su quello che accadrà ora nello show è, appunto, che l’ospedale sia un modo per la mente di Marc di metabolizzare ciò che sta accadendo, per affrontarlo al meglio. Come le prime due stagioni di Mr. Robot? In buona sostanza.
C’è in ballo ancora la faccenda della terza identità, che sembra proprio rappresentata da quel corpo (che non vediamo) nel secondo sarcofago. Abbiamo conosciuto Marc Spector e Steven Grant, manca ancora all’appello la terza identità storica del Moon Knight a fumetti, Jake Lockley. Sarà un tassista di NYC come su carta? Difficile, visto che le caratteristiche dei personaggi, nomi a parte, sono molto diverse nella serie, e lo Steven Grant dei fumetti – praticamente Bruce Wayne – è diventato qui un commesso di un museo bullizzato dal suo capo.
Quanto alla tipa degli Happypotami che terrorizza a fine episodio Marc e Steven con il suo saluto, si tratta di Tueret o Taueret (in inglese traslitterato Taweret), divinità egizia della fertilità già menzionata nel primo episodio e membro degli Enneadi. Nella run di Lemire e Smallwood non appare, e non è mai apparsa del resto da nessuna parte nel Marvel Universe cartaceo, per quanto mi risulta, ma in quei fumetti dall’ospedale psichiatrico si sconfina molto presto nella mitologia egizia. Tutto secondo programma finora, in altre parole.
Naturalmente, torneremo a parlarne mercoledì prossimo, dopo l’episodio 5 di Moon Knight.