SerieTV The Doc(Manhattan) is in
Ieri è arrivato su Disney+ il primo episodio di Moon Knight (le nostre impressioni senza spoiler sui primi quattro, visti in anteprima, le trovate qui) ed è partita la solita caccia agli easter egg. Le citazioni, dall’universo Marvel cartaceo e non solo, i riferimenti del caso e tutto quello che richiederebbe una buona sfogliata a un’enciclopedia Marvel per essere approfondito. Ma tranquilli, siamo qui per questo. Ecco dunque gli easter egg più sfiziosi del primo episodio. E sì, uno in particolare – come da titolo – è davvero figo. E tutto da leggere.
Partiamo da una citazione talmente esplicita che la maggior parte di voi l’avrà colta di sicuro. Nel dialogo tra Steven Grant (Oscar Isaac) e Arthur Harrow (Ethan Hawke) nel museo, quando Harrow parla di avatar, Steven/Marc risponde quello che si legge qui sopra.
Parla ovviamente nel primo caso di Avatar di James Cameron e nel secondo (“anime”) del cartoon omonimo, Avatar: The Last Airbender, da cui è stato tratto nel 2010 il film di M. Night Shyamalan, L’ultimo dominatore dell’aria.
Tornando ad Arthur Harrow, il personaggio di Ethan Hawke ha poco in comune con quello dei fumetti a cui è ispirato. Il Dr. Arthur Harrow cartaceo non solo appare in un unico albo (Moon Knight vol. 2 #2, aprile 1985), ma più che un santone a capo di una setta è il classico scienziato pazzo che conduce ricerche su cavie umane. Ad accomunarlo alla versione live action che ne porta il nome, però, è non solo la ferrea convinzione di operare nel giusto, ma anche il tema del dolore.
In quel fumetto dell’85, il Dr. Harrow viene presentato infatti come un esperto nel campo delle ricerche sul dolore. Nella serie TV, Harrow la sua ricerca la porta avanti in modo più spicciolo, diciamo così, riempiendosi i sandali di schegge di vetro.
Lo stesso vale grosso modo per altri personaggi dell’episodio, i cui nomi vengono dalle storie del Moon Knight a fumetti, ma qui hanno un ruolo diverso. È così per Layla (di lei parleremo la prossima volta) e per il mimo verniciato d’oro, indicato nei credits come “Crawley” e interpretato da Shaun Scott. Come confermato su Twitter dallo sceneggiatore dell’episodio, è un omaggio a Bertrand Crawley, un senzatetto che nei comics ha fatto a lungo l’informatore di Moon Knight.
Idem per Donna, la responsabile di Steven al museo: nei fumetti c’è una Donna Kraft, personaggio creato nel ’92 e in seguito diventata addetto stampa di Marc Spector nella sua compagnia, la SpectorCorp. Lo abbiamo già detto che nei fumetti Moon Knight è stato a lungo un Batman vestito di bianco e con la fissa per la luna, sì?
Beh, ripetiamolo. Perché, in quanto simil-Batman a tema egizio, Moon Knight ha avuto anche il suo Alfred. Il suo pilota/assistente personale, il francese Jean-Paul Duchamp, detto Frenchie. Il nome Duchamp appare nell’episodio nell’elenco delle chiamate perse sul cellulare, in mezzo a quelle di Layla.
Ma dicevamo dell’easter egg figo. A inizio episodio, Steven si attarda a parlare con la bambina all’interno del museo. Mentre le spiega le cose, si intravede sullo sfondo un QR Code, accanto a un sarcofago. È quello della foto qui sopra. Inquadrando il codice (su uno schermo sufficientemente grande), si ottiene questo link:
Una pagina del sito Marvel in cui è possibile leggere in digitale il fumetto in cui Moon Knight è apparso per la prima volta: Werewolf by Night #32 (agosto 1975), di Doug Moench e Don Perlin. Sì, l’albo in cui Moon Knight si presentava confessando di avere un nome piuttosto stupido. Quello, peraltro, era un inside-joke, perché il personaggio avrebbe dovuto chiamarsi in un altro modo. Ma di quello parliamo la prossima settimana. Promesso.