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Francis Ford Coppola parla dei 50 anni de Il padrino e di Megalopolis

Pubblicato il 18 febbraio 2022 di Marco Triolo

GQ ha pubblicato una lunga intervista a Francis Ford Coppola, nella quale il regista parla dei cinquant’anni de Il padrino – che tornerà nelle sale dal 28 febbraio al 2 marzo – e del suo prossimo progetto, l’ambizioso Megalopolis. Spazio anche per l’immancabile riflessione sullo stato dell’industria del cinema americano nell’era della Marvel.

I cinquant’anni de Il padrino

Nell’intervista, realizzata da Zach Baron, Coppola definisce Il padrino “il film che mi ha rovinato”, nel senso che “fu un tale successo che tutto quello che facevo veniva paragonato a esso”. Il regista ricorda che, all’epoca della post-produzione del film, era talmente al verde da essere costretto a vivere ospite della star James Caan. Coppola aveva il sogno di realizzare progetti molto personali, ma fu costretto a dirigere Il padrino per ragioni economiche, anche se ammette che poi divenne qualcosa di personale. E confessa che non si sarebbe mai aspettato il successo che il film ebbe, scherzando sul fatto che sarebbe potuto accadere solo facendo un patto col Diavolo:

“Ti piacerebbe che Il padrino diventasse uno dei film di maggior successo nella storia?”. E io avrei detto: “Beh, cosa vuoi in cambio?”. E lui avrebbe risposto: “Lo sai cosa voglio in cambio”.

Megalopolis

Parlando di Megalopolis, Coppola rivela di aver raccolto il budget necessario – circa 120 milioni di dollari – completamente di tasca propria. Nessuno si è offerto di finanziarlo, esattamente come accaduto all’epoca di Apocalypse Now:

Se nessuno voleva finanziarmi a 33 anni, quando avevo appena vinto ogni premio e infranto ogni record, prova a immaginare come hanno reagito adesso, al Coppola di oggi.

Ma di cosa parla Megalopolis? Coppola resta sul vago, ma spiega che si tratterà di “una storia d’amore” che sarà anche un’indagine filosofica sulla natura dell’uomo. Il film sarà ambientato a New York, ma una New York piena di echi dell’antica Roma. Coppola sogna di realizzare un film che, come La vita è meravigliosa, venga rivisto da tutti una volta l’anno. La domanda centrale del film è: “La società in cui viviamo è l’unica possibile?”. La trama, così come descritta dal regista:

Una donna è divisa tra la lealtà a due uomini. Ma non solo due uomini. Ciascun uomo porta con sé un principio filosofico. Uno è suo padre, che l’ha cresciuta, le ha insegnato il latino quando era piccola e crede in una visione molto classica della società, il Marco Aurelio della situazione. L’altro, che è il suo amante, è il nemico di suo padre e ha una visione più progressista, del tipo “Facciamo un balzo nel futuro, leviamoci di torno questa spazzatura che ha contaminato l’umanità per 10 mila anni. Scopriamo quello che siamo realmente, cioè una specie illuminata, amichevole, gioiosa”.

Coppola sta aspettando che “il film sia scritto per farlo” E ammette:

So che più lo farò personale, […] più sarà difficile da finanziare. E più a lungo incasserà, perché la gente passerà i prossimi cinquant’anni a chiedersi: cos’è davvero Megalopolis? Che cosa ci sta dicendo?

Lo stato del cinema

Come altri colleghi prima di lui, Martin Scorsese in primis, Coppola commenta l’attuale situazione del cinema mondiale e l’emergenza dello streaming. L’intervista è stata fatta in dicembre, e Coppola confessa di non vedere l’ora di andare a vedere West Side Story di Steven Spielberg, anche per parlare con il pubblico della sala locale nella Napa Valley, dove risiede, per “ricordare loro l’emozione di andare al cinema”:

Voglio che West Side Story abbia grande successo, per ricordare alla gente che un debutto in sala è molto più importante del cosiddetto streaming. Lo streaming è solo home video.

E prosegue:

Una volta c’erano i film degli studios. Ora ci sono i film Marvel. E cos’è un film Marvel? Un film Marvel è un prototipo rifatto ancora ancora ancora e ancora per farlo sembrare diverso. Anche gli autori di talento… ad esempio prendiamo Dune di Denis Villeneuve, un artista estremamente dotato, e prendiamo No Time to Die di […] Cary Fukunaga. Artisti di grandissimo talento. Eppure potremmo prendere questi due film e trovarci dentro la stessa sequenza […] in cui le auto si scontrano. Quella roba c’è in tutti i film, la devono avere per forza, per giustificare il loro budget. E questi sono i bei film e gli autori di talento.

Infine, il regista sogna di realizzare un altro film dopo aver diretto Megalopolis, un lavoro che pensa che gli ruberà tre anni, da qui al 2025:

Se sarò ancora vivo, mi piacerebbe senza dubbio fare un altro film che ho abbandonato prima di questo, intitolato Distant Vision.

Un progetto, iniziato nel 2015, incentrato su tre generazioni di una famiglia italo-americana simile alla sua, raccontata in parallelo con la nascita della televisione e quello che ne è conseguito. Coppola lo definisce “un progetto di cinema live”. Qualunque cosa significhi.