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Avete già visto l’ultimo episodio di The Book of Boba Fett? Sì? Bene. Qui trovate la recensione, in cui si dice anche di quella cosa dei suoi Power Rangers di Tatooine, con le loro motorette colorate che poi si uniscono per formare un Megazord (probabilmente). Mentre noialtri, tra un secondo, ci mettiamo a parlare dei mostruosi, ma anche cucciolosi Rancor, e della loro storia nell’universo di Star Wars. Storia che passa per le lacrime di un desolatissimo tizio a petto nudo, e per un regalo che non ha portato esattamente bene a, uh, nessuno (nonostante fosse un dono di Bib Fortuna).
I Rancor sono dei rettiloni alti cinque metri, con le braccia lunghe, gli occhietti piccoli e la tendenza a sgranocchiare i tizi umanoidi che vengono dati loro in pasto. Ne esistono di vari tipi e su vari pianeti, perché ad esempio in Star Wars: The Clone Wars abbiamo visto i Rancor della giungla, su Felucia. I Rancor sono delle bestiole legate agli Hutt ben prima dell’arrivo di Jabba.
Grazie alla recentissima serie a fumetti Star Wars: The High Republic, sappiamo infatti che il cartello criminale degli Hutt utilizzava dei Rancor già ai tempi dell’Alta Repubblica, vale a dire duecento anni prima dei fatti di Episodio I. Nella pagina qui sopra (che chiude il numero 4 di Star Wars: The High Republic), l’arrivo della Hutt cyborg Myarga, con il suo look aggressivo, la collana di teschi e un piglio molto meno da debosciata rispetto a Jabba. Sì, qui i Rancor sono corazzati e cavalcati da guardie gamorreane.
Poi ritroviamo i Rancor in alcuni libri e nei cartoon: in The Clone Wars, come detto, e in un episodio di Star Wars: The Bad Batch, “Rampage”, in cui ci viene mostrata una giovane femmina di Rancor, Muchi, di proprietà di Jabba e molto amata dal predecessore di Boba Fett su quel trono di boss del crimine (daimyo), quel capoccione di Bib Fortuna.
Il Rancor più famoso è ovviamente quello visto, sempre sotto casa di Jabba, ne Il ritorno dello Jedi. Il nome del mostro è Pateesa, e viene ucciso da Luke Skywalker, che lo fa trafiggere dagli spuntoni di una automatica. E ok, questo lo sapete tutti. Quello che forse non sapete è che quel mostrone venne concepito dal team di Lucas come “un incrocio tra un orso e una patata”, e in un primo momento avrebbe dovuto muoverlo un attore in costume. Ma la soluzione non funzionava, quindi si optò per un pupazzone con parti meccaniche.
La scena clou in quella parte di Episodio VI sono le lacrime dell’addestratore del Rancor, il corelliano Malakili, che già che ci facevano intuire quanto poi ci ha confermato Danny Trejo in persona (!) nell’ultimo episodio di The Book of Boba Fett: i Rancor sono in fondo dei cuccioloni. Solo non devi farli incazzare. O tenerli troppo a stecchetto. Del resto, come insegnava Plauto, il destino di un individuo (qui di un mostro carnivoro) è sempre insito nel nome: Pateesa nella lingua degli Hutt vuol dire “amico”, ed era stato un regalo di compleanno di Bib Fortuna al suo padrone, Jabba.
Non ha portato bene, diremo, visto che sono finiti ammazzati tutti e tre…