Saranno l’incessante chiacchiericcio e le polemiche, sarà la quantità impressionante di star in “cartellone” (a cominciare da Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence), sarà quel che volete ma Don’t Look Up è ora ufficialmente il secondo film Netflix di maggior successo in assoluto dopo Red Notice. Nella settimana dal 2 al 9 gennaio, il film di Adam McKay ha totalizzato 58,2 milioni di ore di visione. In totale, sin dal lancio avvenuto il 24 dicembre, le ore sono 321.500.000.
Fino a poco fa al secondo posto c’era Bird Box (282.020.000 ore). Parliamo di ore totali nei primi 28 giorni di programmazione, il che significa che Don’t Look Up ha ancora tempo per superare Red Notice, che in quel lasso di tempo ha totalizzato 364.020.000 ore.
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La laureanda in astronomia Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) e il professor Randall Mindy (Leonardo DiCaprio) fanno una straordinaria scoperta: una cometa in orbita all’interno del sistema solare. Il primo problema è che si trova in rotta di collisione con la Terra. E l’altro? La cosa non sembra interessare a nessuno. A quanto pare, avvisare l’umanità di una minaccia delle dimensioni del monte Everest rappresenta un evento scomodo da affrontare. Con l’aiuto del dottor Oglethorpe (Rob Morgan), Kate e Randall partono per un tour mediatico che li porta dall’ufficio dell’indifferente presidente Orlean (Meryl Streep) e del suo servile figlio nonché capo di gabinetto Jason (Jonah Hill), fino alla stazione di The Daily Rip, un vivace programma del mattino condotto da Brie (Cate Blanchett) e Jack (Tyler Perry). A sei mesi dall’impatto della cometa, gestire continuamente le cronache e catturare l’attenzione del pubblico ossessionato dai social media prima che sia troppo tardi risulta essere un’impresa incredibilmente comica. Cosa spingerà il mondo intero a guardare in alto?
Don’t Look Up è scritto e diretto dal premio Oscar Adam McKay (La grande scommessa) ed è anche interpretato da Mark Rylance, Ron Perlman, Timothée Chalamet, Ariana Grande, Scott Mescudi (alias Kid Cudi), Himesh Patel, Melanie Lynskey, Michael Chiklis e Tomer Sisley.
Fonte: Deadline