The Expanse torna oggi su Amazon Prime Video con il primo episodio della sesta e ultima stagione. Si tratta di una stagione breve, di soli sei episodi (con l’ultimo di un’ora). Lo spettro di Game of Thrones si affaccia e ghigna, ma c’è da dire che i fan della serie tratta dai romanzi di James S.A. Corey (ovvero Ty Franck e Daniel Abraham) sono stati abituati ad accontentarsi. The Expanse è stata infatti cancellata da Syfy dopo la terza stagione e salvata da Amazon, che ora ha tutto il diritto di chiuderla prima della conclusione della saga letteraria (che sta proseguendo).
I rischi sono due, in alternativa: o che la stagione 6 sia un finale frettoloso, o che sia un finale deludente e poco epico. La buona notizia è che i primi tre episodi sono business as usual, nel senso che non si avverte quella sensazione di fretta che attanagliava la stagione finale di Game of Thrones. Il ritmo è lo stesso, la natura dello show, con le sue sottotrame politiche che procedono in parallelo, non varia. Questa prima parte sembra un’estensione della stagione 5, al punto che sarebbe consigliabile una revisione, vista la quantità di personaggi, riferimenti, complotti, sfumature.
Naturalmente c’è un vistoso elefante nella stanza: l’assenza di Alex Kamal, ucciso in post-produzione al termine della stagione 5 per via di certe brutte accuse rivolte contro l’attore Cas Anvar. Mossa comprensibilissima, per carità, ma è un vero peccato che un personaggio chiave (vivo e vegeto nei libri) sia stato fatto fuori ora che siamo a un passo dalla fine. Al suo posto, vince un ruolo centrale Clarissa “Peaches” Mao (Nadine Nicole), terrorista pentita e ora nuovo membro dell’equipaggio della Rocinante.
Salta subito all’occhio che, seguendo il modello di John Hammond, stavolta Amazon non ha badato a spese. Il rendering delle navi spaziali, degli stuntmen digitali, dei pianeti e degli asteroidi è più “cinematografico” del solito. Su Laconia, pianeta oltre gli Anelli in cui si svolgono alcuni siparietti incentrati su una famiglia di coloni alle prese con la fauna aliena, le creature sono rese in maniera più che dignitosa. Si vede che in sei episodi sono state concentrate le risorse di dieci, un buon presentimento per il finale di serie.
Uno dei pregi di The Expanse è di non aver mai fatto passi più lunghi delle proprie gambe. La serie è rimasta notevolmente fedele a se stessa nell’arco di sei anni e questa stagione non fa differenza. Clarissa è stata piazzata al posto di Alex per necessità non pertinenti alla sfera creativa. Ma, laddove una qualunque altra serie avrebbe moltiplicato i personaggi, qui a uno se ne sostituisce un altro. The Expanse brilla per parsimonia e rigore, e gli autori Mark Fergus e Hawk Ostby, nonché lo showrunner Naren Shankar, sanno rispettare questo e fare tesoro dei pochi elementi a disposizione. La forza della serie sono sempre stati i personaggi e le loro interazioni, e lo sono anche stavolta.
Il punto debole, invece, è forse l’attore Keon Alexander, interprete del terrorista Marco Inaros. In una serie che è sempre stata popolata di attori carismatici nei panni dei leader “cinturiani”, da Jared Harris a David Strathairn, Alexander risulta una macchietta e non è troppo convincente nei panni della minaccia che dovrebbe rappresentare. Ed è un peccato perché l’esplorazione di ciò che distingue un leader da un despota, un rivoluzionario da un terrorista, è forse il tema più importante di questa stagione. Inaros sta svelando a poco a poco la sua mancanza di empatia nei confronti delle persone per cui afferma di combattere, ma la recitazione di Alexander è spesso monocorde.
E sì, bisogna ammettere che, dopo sei anni, le situazioni tendono un po’ a ripetersi, perciò quel rigore e quella fedeltà di cui parlavamo possono essere anche visti come una linea sottile, un equilibrio che rischia un po’ di spezzarsi. O che magari si è già spezzato, a seconda dei gusti di ciascuno. Insomma, non stupisce più di tanto che Amazon abbia deciso di chiudere The Expanse prima dell’inevitabile declino.
In sintesi, c’è poco da dire ma forse questo è un bene. The Expanse finirà come è iniziata, rispettando le proprie regole e concludendo l’arco dei suoi personaggi. L’unico rischio è che sei episodi siano troppo pochi, ma finora non si percepisce la fretta di concludere, bensì il solito controllo del ritmo e il rispetto dell’atmosfera da thriller politico che ha sempre caratterizzato la serie sin dall’incipit.