Il signore degli anelli: La compagnia dell’anello ha compiuto da poco vent’anni (ne abbiamo parlato QUI) ed è oggi considerato un classico (insieme ai suoi sequel, ovviamente). Legioni di fan lo hanno probabilmente visto e rivisto allo sfinimento, eppure c’è un dettaglio, o meglio un errore, che era sfuggito a tutti… tranne che a un solerte fan, che ha tentato a suo modo di avvisare Peter Jackson dell’errore.
Ne ha parlato di recente Sean Astin, interprete di Sam Gamgee, all’interno di un’intervista pubblicata da Screen Rant. L’attore ricorda di uno strano incontro con un fan subito dopo l’ennesimo evento legato al lancio de film:
Saliamo sulla limousine e c’è questo tizio che bussa sul finestrino, perché la gente cercava sempre… Era come un film dei Beatles, ti inseguivano sempre tutti. Era assurdo. Ma questo tizio era vestito elegante. Allora abbassai il finestrino un po’ e lui mi passò una busta nella fessura, dicendo: “Salve, sono il dottor Tizio Caio”. E fa: “Devo far sapere a Peter Jackson che c’è un errore, o un’anomalia”, o qualcosa del genere.
Quando il troll di caverna entra nella tomba di Balin, ed è davvero la prima volta che la Compagnia agisce come un gruppo, e lo stiamo combattendo. Io uso pentole e padelle contro gli orchi, Elijah ha il giubbotto di mithril che lo protegge dagli orchi e il troll lo trafigge con una lancia. Beh, la tomba di Balin è illuminata da un raggio di sole e il troll lo attraversa. Beh, se conoscete Lo Hobbit, quando i troll incontrano la luce del sole si tramutano in pietra. Questo cardiologo aveva identificato questo punto della mitologia in cui avevamo commesso un errore. Ricordo di aver pensato: “Non penso che potremo sistemarlo adesso, amico”.
In effetti l’allergia dei troll al sole è un punto chiave de Lo Hobbit, mostrato nei prequel ma anche nello stesso La compagnia dell’anello, dove il gruppo giunge nel punto in cui Bilbo aveva sconfitto dei troll proprio grazie al sole nascente. È curioso che nessuno se ne sia mai accorto, ma la bravura di un regista si vede anche nel modo in cui riesce a nascondere gli errori e a sacrificare la coerenza per lo spettacolo.