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Dopo averlo promesso nei mesi scorsi, la Hollywood Foreign Press Association ha votato con ampia maggioranza (75 sì su 86 membri) le nuove misure per favorire una maggiore inclusività tra i propri membri. Un voto che nasce dalle polemiche scoppiate prima degli scorsi Golden Globes (che la HFPA organizza), quando saltò fuori che nessuno dei membri era nero e che non ce n’era stato uno da vent’anni.
Le nuove misure prevedono di assumere una serie di dirigenti – un CEO, un Chief Diversity, Equity & Inclusion Officer e altre figure – per creare uno staff di manager professionisti dedicati alle riforme della HFPA. Lo scopo è aggiungere una ventina di nuovi membri nel prossimo anno e aumentare la membership del 50% entro i prossimi due. Il prossimo mese e a luglio dovranno tenersi nuove votazioni per portare avanti il piano.
La reazione da parte di Hollywood è stata tutt’altro che positiva, però. Tina Tchen, presidente di Time’s Up, ha definito le decisioni “banalità di facciata”. Un centinaio di agenzie di pubbliche relazioni hanno firmato una lettera in cui si denuncia principalmente un problema: la Hollywood Foreign Press Association non si è data delle scadenze sufficienti per attuare cambiamenti prima dei prossimi Golden Globes:
Il proposto termine del primo settembre per assumere un Chief Diversity, Equity & Inclusion Officer senza alcuna menzione sul termine per assumere il Chief Executive Officer, Chief Human Resources Officer e Chief Financial Officer rende impossibile che i necessari cambiamenti avvengano in tempo per avere un effetto sul ciclo dei Golden Globes 2022. In aggiunta non c’è stata menzione dello stato del Consiglio Generale della HFPA, né dell’ovvia necessità di un Chief Operating Officer.
Il problema, a quanto riporta Deadline, è che il potere attualmente è detenuto da George Goeckner, ex capo avvocato della HFPA che manovra tutto dietro le quinte. Se Goeckner non verrà rimosso o la sua influenza limitata, qualunque nuova gerarchia all’interno dell’associazione (che, lo ricordiamo, è non profit) sarà di fatto inutile.
Intanto, mentre le voci di dissenso nel mondo del cinema americano aumentano, Netflix prende una posizione netta. Il co-CEO Ted Sarandos ha diffuso una nota in cui riconosce un “importante primo passo” fatto dalla HFPA. Tuttavia…
…non crediamo che le nuove politiche proposte – in particolare circa la portata e la rapidità della crescita del numero dei membri – riusciranno a contrastare i problemi sistemici di diversità e inclusione della HFPA, o la mancanza di chiari standard su come i membri dovrebbero operare.
Per questo, sospenderemo ogni attività con la vostra organizzazione finché non saranno apportati cambiamenti più significativi.
Sappiamo che avete molti membri ben intenzionati che vogliono cambiamenti reali – e che tutti noi abbiamo ancora lavoro da fare per creare un’industria equa e inclusiva. Ma Netflix e molti dei talent e dei creatori con cui lavoriamo non possono ignorare il fallimento collettivo della HFPA nell’affrontare questi problemi cruciali con urgenza e rigore.