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Guerre fra Galassie (FantaDoc)

Pubblicato il 21 aprile 2021 di DocManhattan

Come fai a spiegare a chi non c’era, ai tempi, quale cialtronesca meraviglia fosse Guerre fra galassie? Beh, proviamoci. Che la televisione (e più in generale l’entertainment) giapponese tragga da sempre ispirazione dalle mode del momento è cosa risaputa. È per questo, giusto per fare un paio di esempi, che il boom del volley dopo la medaglia d’oro della nazionale femminile alle Olimpiadi di Tokyo del ’64 portò alla nascita del manga Attack no.1, e da questo all’anime noto da noi come Mimì e la nazionale di pallavolo. O che il fenomeno Harry Potter è tracimato nel genere super sentai con una serie di Ranger a tema magico come Mahou Sentai Magiranger. O ancora – ma potremmo andare avanti per ore – che il successo della saga de Il pianeta delle scimmie ha partorito sulle tv nipponiche Saru no Gundan (“l’esercito delle scimmie”) nel ’74.

Restando agli anni 70, a fine decennio il Giappone si prepara all’invasione di Star Wars. Il primo Guerre Stellari di George Lucas è uscito nelle sale americane il 25 maggio del ’77, e nell’arcipelago del Sol Levante arriverà solo un anno dopo, nel giugno del ’78. Ma il paese è stato già investito, ovviamente, dall’onda lunga del fenomeno, che sta colpendo tutto il pianeta. Questo permette ai giapponesi di confezionare un clone cinematografico che a Tokyo e dintorni esce… PRIMA di Star Wars: il 28 aprile ’78, debutta infatti al cinema Uchu kara no messeji (cioè “messaggio dallo spazio”).

IL GENERICO DI DARTH VADER E LO SPIN-OFF IN TV

La storia parla di un malvagio tiranno cosmico, cugino di secondo grado di Darth Vader, che vuole attaccare la Terra a bordo del suo pianeta-astronave. A fermare lui e le sue mire di conquista, un variopinto gruppo di eroi evocati ovviamente da una principessa. Nella battaglia finale nello spazio, il bene riesce a far esplodere il pianeta-astronave del male grazie… al solito condotto che porta le navi degli eroi dritte fino al nucleo principale di tutta la baracca. Era proprio un vizio, pare. Il tutto mescola però oltre a Star Wars anche una delle fonti principali dello stesso George Lucas, cioè i classici film di samurai di Kurosawa, e il budget investito nel progetto è notevole: come scrive Massimo Nicora nel suo libro Tokusatsu (2019), si spende una volta e mezzo quello che è servito a Lucas per il suo film. Nel cast ci sono anche la star dei film d’azione Sonny Chiba e vari attori stranieri, come Vic Morrow e Philip Casnoff.

Pochi mesi dopo, per battere il ferro delle guerre stellari finché è caldo, si decide di realizzare un seguito per la TV di Uchu kara no messeji. Uno show per il piccolo schermo intitolato Uchu kara no messeji: Ginga taisen (“Messaggio dallo spazio: guerre galattiche”), per rendere ancora più esplicita la strizzata d’occhio, di entrambi gli occhi, alla galassia lontana lontana degli americani. Composta da 27 episodi, la serie va in onda in Giappone fra il luglio del ’78 e il gennaio del ’79.

QUASI

Guerre fra galassie è ideata da Shotaro Ishinomori, geniale e prolifico mangaka a cui dobbiamo Cyborg 009, i Kamen Rider e le stesse serie Super Sentai, visto che ha messo mano anche a Himitsu sentai Goranger, alle radici di quelli che diventeranno in Occidente i Power Rangers. La storia si svolge molto tempo dopo rispetto al film, di cui Guerre fra galassie ricicla tutto il riciclabile, soprattutto nelle sequenze di battaglia realizzate con i modellini. Un gruppo di ribelli si oppone al malvagio imperatore Roxeya XIII, aiutato dai sottoposti Koger e Iger. Il cuore della squadra di eroi è formato dai due piloti che fanno le veci di Han Solo e Luke Skywalker, cioè Hayato e Ryu.

Il loro Millennium Falcon è la Liabe, al posto di Leia c’è Sofia, di R2-D2 il robot Tonto, di Chewbecca l’altrettanto scimmiesco Baru. Solo che Hayato e Ryu, come in ogni bravo tokusatsu, si trasformano per gonfiare meglio gli avversari di calci volanti e coppini. I finti Stormtrooper vengono così malmenati dai due eroi nelle vesti di Meteora e Fantasma (in originale, Nagaberoshi e Maboroshi). Il look dei due è una delle cose che sono rimaste più impresse di Guerre fra galassie, e ti credo: si trattava di un bizzarro mix tra motociclisti del futuro armati di sai e… boh, ballerini di Fantastico con la calzamaglia a rete? Guerre fra galassie arriva in Italia nell’80, sulle reti locali, accompagnata dalla sigla dei Superobots (stampata su 45 giri, come retro della sigla di Ken Falco). In tempi a noi più prossimi, cioè l’inizio del decennio scorso, è stata riproposta su Man-Ga, e poi raccolta in 4 DVD da Yamato Video. Al momento, è disponibile nel catalogo Prime Video.

Ma è in Francia che la serie ottiene il maggior successo. Ribattezzata San Ku Kaï (il nome che viene dato in questa versione alla nave Liabe), va in onda su Antenne 2 dal settembre del ’79, in un contenitore per ragazzi. Viene replicata più volte, per tutti i primi anni 80, e ne viene realizzato un adattamento a fumetti, pubblicato da Dargaud e firmato da Pierre Frisano.

SPIDER-MAN E SCORPION

Popy/Bandai ne ha realizzato in Giappone diversi modellini, che riproducevano la nave Liabe, il robottino Tonto (in tutti i sensi), il vascello spaziale Preastar di Sofia e altro ancora. La nave Liabe è stata venduta anche in Occidente da Mattel, nella sua linea di giocattoli Shogun Warriors. Ma in patria Guerre fra galassie non ha ottenuto il successo sperato. Gli ascolti in Giappone sono crollati infatti dopo il primo episodio, e si sono mantenuti bassi per tutto il resto della messa in onda, creando non pochi grattacapi alla produzione (TV Asahi e Toei), visto che era un prodotto televisivo estremamente costoso, con il doppio del budget dello Spider-Man giapponese.

Bizzarro per quanto sia bizzarro, spudorato per quanto sia spesso e volentieri spudorato nella sua natura di prodotto carta carbone, a riguardarlo ora Guerre fra galassie resta però uno show divertente. Naif e pieno di limiti, ma divertente. Di certo ha portato fortuna a uno dei suoi giovani protagonisti: Hayato, quello che si trasformava in Fantasma, era infatti un diciottenne Hiroyuki Sanada. All’epoca promettente stella delle serie d’azione, in quanto karateka allievo di Sonny Chiba, Sanada è da tempo un attore celeberrimo anche a Hollywood grazie a film come L’ultimo samurai, Wolverine – L’immortale, 47 Ronin, Avengers: Endgame e l’ultimo Mortal Kombat, in cui è Scorpion. Dalla calzamaglia a rete a uno che aggancia i nemici con un arpione? Ci sta.