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Al cinema dal 19 aprile con tampone obbligatorio?

Pubblicato il 12 aprile 2021 di Marco Triolo

Come riportato dal Corriere della Sera, oggi il ministro della cultura Dario Franceschini incontrerà oggi il Comitato tecnico-scientifico per discutere di un nuovo protocollo che possa far ripartire il settore della cultura al più presto. Si parla addirittura della settimana prossima, lunedì 19 aprile. Data in cui potrebbero – e sottolineiamo “potrebbero” – riaprire musei, teatri e cinema. Ma anche, a quanto trapela, palestre, bar e ristoranti.

Per quanto riguarda il settore della cultura, si parla per i musei di visite a tempo. Per cinema e teatri sarebbe stata invece avanzata un’ipotesi che si preannuncia controversa: Franceschini vorrebbe chiedere minori restrizioni nella capienza delle sale, in cambio della presentazione del tampone all’ingresso. Un tampone che dovrebbe essere stato effettuato entro le 48 ore precedenti.

Mascherine FFP2, distanziamento e vaccino

Tra i requisiti si parla anche dell’uso obbligatorio di mascherina FFP2 durante tutta la proiezione e del solito distanziamento di un metro. Ma anche, come riporta il Corriere, “il fatto di essere già vaccinati”. Non è chiaro, ma potrebbe essere un qualcosa di extra rispetto al tampone: o presenti il tampone, o provi di essere vaccinato e puoi entrare.

L’ultima volta che si era parlato di riaperture – dovevano avvenire il 27 marzo – la capienza massima era stata ipotizzata a 200 persone al chiuso e 400 all’aperto. L’idea è che con l’obbligo del tampone cinema e teatri potrebbero accogliere un po’ più di spettatori. Ma, come detto, un provvedimento del genere non potrebbe evitare di scatenare polemiche.

Federico Mollicone, capogruppo di Fratelli D’Italia nella Commissione cultura, ha detto:

La paventata ipotesi di obbligatorietà del tampone per accedere agli spettacoli e alle attività culturali, quando riapriranno, pregiudicherebbe ancora di più l’economia della cultura, oggi allo stremo.

Attendiamo la riunione annunciata per oggi per saperne di più.

Fonte: Finestre sull’Arte