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Secondo quanto riporta l’agenzia stampa Bloomberg, il governo cinese avrebbe ordinato ai media locali di limitare la copertura degli Oscar 2021, evitando di mandare in diretta la Notte degli Oscar. E soprattutto evitando di menzionare Chloé Zhao e Nomadland, ma anche Do Not Split, un cortometraggio documentario diretto da Anders Hammer e incentrato sulle proteste a Hong Kong nel 2019.
Il problema con Chloé Zhao risale a un’intervista del 2013 pubblicata dalla rivista Filmmaker, in cui definiva la Cina “un posto dove ci sono bugie ovunque”. Inizialmente celebrato in Cina dopo la vittoria del Leone d’Oro, Nomadland rischia ora di non essere nemmeno distribuito nel paese.
In risposta alla questione, gli autori di Do Not Split si sono detti per nulla sorpresi:
Questa presunta censura degli Oscar dovuta alla nomination al nostro documentario sfortunatamente non è una grande sorpresa, dopo aver visto come la libertà di parola e di stampa stia venendo drasticamente limitata a Hong Kong. Purtroppo la situazione là sta deteriorando in questo momento, e vediamo attivisti e politici pro-democrazia rischiare molti anni di prigione per colpa della nuova, drastica legge di sicurezza nazionale.
La produttrice Charlotte Cook ha aggiunto:
È importante che il mondo sappia dell’erosione delle libertà che sta avvenendo a Hong Kong. E ogni forma di censura non fa che confermare ulteriormente quanto sia cruciale che questa storia e gli eventi passati, odierni e futuri di Hong Kong siano raccontati nella maniera più ampia possibile.
Fonte: Deadline