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Dopo Framing Britney Spears arrivano le scuse di Justin Timberlake

Pubblicato il 15 febbraio 2021 di Filippo Magnifico

Negli ultimi giorni si è molto parlato di Framing Britney Spears, il documentario diretto da Samantha Stark e incentrato sulla carriera della famosa pop star.
Un’opera che fa luce sul modo in cui Britney Spears, nel corso della sua carriera, sia stata sfruttata e abusata dal mondo dello star system e che ha contribuito al ritorno del movimento #FreeBritney, supportato da numerose celebrità e associazioni benefiche nazionali.

Ne abbiamo parlato in maniera approfondita in questo articolo, ora siamo qui per parlare di Justin Timberlake. Come molti di voi sicuramente sapranno, il cantante e attore è stato legato a Britney Spears dal 1998 al 2002.
La loro è stata una relazione molto chiacchierata e nel documentario viene messo bene in mostra il modo in cui, una volta finita, sia stata data in pasto ai mass media, che hanno trattato il tutto in maniera particolarmente sessista e misogina, complici anche alcune dichiarazioni rilasciate all’epoca dallo stesso Timberlake.
Ciliegina sulla torta di questo “teatro mediatico” era stata la canzone, “Cry Me a River”, presentata al pubblico come lo sfogo di un uomo tradito dalla donna che amava.

Le scuse di Justin Timberlake

Immancabili le critiche, che pochissimo tempo dopo l’arrivo di Framing Britney Spears sono state lanciate nei confronti Justin Timberlake.
Proprio per questo il cantante ha deciso di rispondere con un messaggio di scuse.

Ho visto i messaggi, i tag, i commenti. E voglio rispondere. Sono enormemente dispiaciuto per tutte quelle volte in cui con le mie azioni ho contribuito al problema, tutte le volte che ho parlato a sproposito, senza dire la cosa giusta. Mi rendo conto di non essere stato all’altezza, sia in quei momenti che in altri, e di aver tratto benefico da un sistema che giustifica la misoginia e il razzismo.

Nel suo messaggio pubblicato su Instagram, Timberlake ha continuato.

Chiedo scusa in particolar modo a Britney Spears e a Janet Jackson, perché voglio bene a queste donne, le rispetto, e so di aver sbagliato.
Sento il bisogno di rispondere in parte anche perché le persone coinvolte meritano di più e, soprattutto, perché è in corso una conversazione più ampia di cui voglio essere parte, crescendo con essa.