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Il finale della seconda stagione di The Boys è stato per alcuni versi catartico e per altri malinconico: nell’ottavo episodio della stagione 2 abbiamo visto chiudersi – nel bene o nel male – il ciclo praticamente di ogni personaggio, in vista di una stagione 3 (già annunciata da tempo, per quanto difficilmente arriverà sugli schermi prima del 2022) che traghetterà la serie verso lidi totalmente nuovi.
La fedina penale di tutti i Boys è stata ripulita: grazie a Mallory e alle sue influenze con le autorità e con la CIA, tutte le accuse a carico di Butcher, Hugie, Latte Materno, Frenchie e Kimiko sono cadute: sono tutti liberi e pronti a ricominciare una nuova vita, non necessariamente insieme (anche se è molto probabile che Butcher possa accettare la proposta di Mallory di tornare al lavoro, rimettendo insieme il team). Ryan (dopo aver creato un legame con un Butcher) sembra essere di nuovo al sicuro, mentre Becca lascia purtroppo suo figlio e suo marito.
Maeve, oltre ad aver salvato la vita ai Boys nella battaglia finale contro Stormfront, ha finalmente trovato il coraggio di ribellarsi a Homelander, grazie al video che mostra la verità sulla tragedia dell’aereo (vista nel quarto episodio della prima stagione): il suo futuro e quello di Starlight all’interno dei Sette si prospetta roseo, nella speranza che le due riescano a cambiare le “basi morali” della squadra (di cui tornerà a far parte anche A-Train).
I cattivi infine hanno la peggio: Stormfront, smascherata sui social, è stata quasi uccisa da un’esplosione del potere di Ryan (che in definitiva sembra aver trovato qualcuno da odiare), e le è stato attribuito anche il massacro in tribunale. Sappiamo però che è ancora viva da qualche parte: la rivedremo forse nel futuro della serie? Magari in piena salute, considerando che fra i suoi poteri si conta anche un fattore di guarigione? Per conoscere la traduzione delle frasi che pronuncia in tedesco, cliccate QUI!
Homelander invece, proprio quando aveva iniziato a mostrare un lato umano (ed il pubblico aveva forse iniziato ad empatizzare con lui), si è ritrovato di nuovo solo come dopo la morte (avvenuta per sua mano) di Madeline. Il suo egocentrismo psicopatico sembra lasciare sempre più il passo alla vera e propria disperazione: le premesse per la nascita di un mad villain in piena regola (o l’inizio di un cammino di redenzione, ma non sembra probabile) sono tutte al loro posto.
Infine, abbiamo anche scoperto l’artefice della strage in tribunale vista nello scorso episodio: la colpevole è Veronica Neuman, membro del Congresso e promotrice del movimento anti-Vought, che per chiudere il cerchio toglie di mezzo anche Alastair Adana, leader della Chiesa della Collettività. Ma quali sono le motivazioni di questo personaggio?
Mettendo insieme i puntini, spiegare cosa abbia spinto Victoria Neuman ad agire come abbiamo visto potrebbe essere un procedimento lungo, ma affatto difficile da comprendere; di fatto, probabilmente le sue reali motivazioni verranno spiegate nella terza stagione in arrivo, mentre per ora possiamo solamente analizzare gli elementi che abbiamo a disposizione.
Il primo omicidio che Victoria ha commesso (o avrebbe commesso, non essendo stato confermato al 100%) on screen è quello di Susan Raynor, vice-direttrice della CIA, che pare si stesse avvicinando troppo ad una scomoda verità che non conosciamo ancora. La Raynor, appena prima di morire, stava rivelando una teoria riguardante “Un colpo di stato interno alla Vought”, e tutto lascia supporre che sia stato proprio ciò che aveva appena capito a decretare la sua fine.
Ciò potrebbe significare che la Neuman è una spia della Vought, inserita nella macchina politica nazionale per figurare volutamente come il volto della protesta contro la compagnia: quale metodo migliore per controllare le posizioni ostili se non inserire un proprio agente a capo delle stesse? Victoria è un Super, ed è difficile credere che lo sia diventata senza che la Vought lo sapesse, sia che lo sia dalla nascita (come lascia presagire l’uso perfettamente calibrato del suo potere) o che lo abbia acquisito in età adulta (come i soggetti degli esperimenti di Stormfront).
Anche Alastair Adana e la Chiesa della Collettività lavorano per la Vought? Victoria è legata ad essi e sembra aver pianificato lo smascheramento di Stormfront: consegnando i documenti sul passato della Super a Hugie e Starlight, A-Train sembrava aver agito di sua spontanea volontà, ma il finale ci fa invece credere che sia stato Adana a tirare le fila delle sue azioni. Il dialogo fra Adana, A-Train e Abisso sarebbe stato quindi solamente una messinscena; o magari A-Train potrebbe aver semplicemente battuto sul tempo il leader della Chiesa della Collettività (o ancora essere stato manipolato senza essersene reso conto).
Alastair e la Chiesa sono sembrati fin dall’inizio legati in qualche modo alla Vought, ma il legame che hanno con la compagnia pare limitarsi ad un reciproco scambio di informazioni e di favori. Stormfront infatti ne era un tempo membro, e non sembra tenerla in alta considerazione. Adana avrebbe quindi agito di concerto alla Neuman semplicemente per il tornaconto della Chiesa, senza sapere in cosa stava davvero prendendo parte e probabilmente neanche essendo a conoscenza che quest’ultima era una agente della Vought: ciò che chiede in cambio del suo aiuto sono semplici sgravi fiscali, ed aggiunge inoltre che possiede altre armi da poter usare contro Stan Edgar. E proprio mentre lui nomina il CEO della Vought, Victoria cambia espressione e procede all’eliminazione dell’ultimo testimone scomodo.
Le azioni di Victoria Neuman, in ultima analisi, portano a due risultati:
Stan Edgar era infatti indirettamente succube di Stormfront, moglie del fondatore della compagnia Frederick Vought. Solamente ora che la Super nazista è stata tolta di mezzo Edgar possiede il reale controllo: il fatto che le sue mani fossero legate era stato reso palese nel momento in cui A-Train, membro fondamentale per le campagne marketing della compagnia fondate sulla diversità, era stato messo da parte (dietro le spinte razziste di Stormfront stessa).
Victoria sembra a prima vista un personaggio ambiguo: le sue azioni sembrano andare a volte contro la Vought, mentre altre a suo favore; in realtà l’unica persona a beneficiare di ognuna delle morti che lei ha causato, nonché delle dirette od indirette conseguenze delle sue azioni, è proprio Stan Edgar. E ciò quadra anche con le ultime parole di Susan Raynor: la vicedirettrice della CIA era probabilmente riuscita a capire che l’uomo stava cercando di “deporre” Stormfront, tramite la pianificazione di un vero e proprio colpo di stato con la complice Victoria Neuman (e proprio per questo è stata messa a tacere). Le morti in tribunale hanno quindi avuto un duplice effetto: creare un clima di paura e velocizzare l’approvazione del Composto V, ma anche creare ad arte una prova fasulla ma inattaccabile della colpevolezza di Stormfront, cui gli omicidi sono stati attribuiti. Infine, tramite la morte di Alastair Adana, ogni prova che potesse far risalire a Victoria e quindi ad Edgar è stata eliminata.
Edgar Stan e Victoria Neuman hanno portato a termine un piano diabolico che li vede ora in due posizioni di predominio e di controllo assoluto: il primo è ora il vero capo della Vought (mentre prima la sua era probabilmente una gestione “di facciata”), mentre la seconda, che si appresta ad essere rieletta, è il punto di riferimento di tutti coloro che si oppongono alla Vought stessa, Mallory e i Boys compresi, a capo del nuovo “Ufficio per gli Affari dei Super”. E compreso anche Hugie, che pur essendosi affrancato dalla squadra è finito a lavorare per quella che non sa essere la più pericolosa villain dell’intera storia.