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Cineworld: il rinvio di Bond è stata “l’ultima goccia”, ma il vero problema è un altro

Pubblicato il 05 ottobre 2020 di Marco Triolo

Il rinvio di No Time to Die, il nuovo film di Bond, da novembre 2020 ad aprile 2021 è stato accolto come l’ultima goccia, l’inizio della fine per molte sale cinematografiche stremate dalla carestia di titoli dovuta alla pandemia. La chiusura dei cinema della catena Cineworld è stata vista come primo segnale di questo fenomeno e il rinvio di No Time to Die come la causa diretta di esso.

Eppure, Mooky Greidinger, CEO della compagnia, pur ammettendo che il rinvio è stato “l’ultima goccia”, non incolpa assolutamente MGM e Eon. Al contrario, quella che è stata vista come la causa è in realtà essa stessa l’effetto di un problema più stringente: la reiterata chiusura dei cinema di New York voluta dal governatore Andrew Cuomo.

New York, una delle aree più colpite dal Covid-19 in America, è riuscita a superare il momento di crisi e Cuomo, “ha concesso ai ristoranti, alle sale da bowling, ai casinò e ad altre attività di riaprire”, spiega Greidinger. Ma non ai cinema. Il CEO è categorico su questo:

Credo che la gente dovrebbe capire che i cinema di tutto il mondo, e certamente quelli americani, stanno chiudendo in un certo senso a causa dell’inflessibilità del governatore Cuomo.

Un mercato fondamentale

Quello di New York è uno dei due mercati più importanti degli Stati Uniti, in termini di incassi, insieme a Los Angeles. Ma se in California le sale sono aperte ormai al 50%, a New York restano chiuse, senza una data di riapertura precisa all’orizzonte. L’effetto si è visto chiaramente nella performance di Tenet. Il film di Christopher Nolan ha incassato finora 307 milioni di dollari nel mondo, ma di questi solo 45 vengono dal Nord America. “Non c’è dubbio che, dopo quello che è accaduto con Tenet, gli studios non distribuiranno film senza New York”, prosegue il CEO.

Ne parliamo in dettaglio su Cineguru, esaminando anche altri effetti immediati del rinvio di No Time to Die.