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La cantante Duffy contro 365 giorni: “È un film pericoloso, come può Netflix non capirlo?”

Pubblicato il 03 luglio 2020 di Filippo Magnifico

Nel 2008, grazie al singolo “Mercy”, Duffy aveva raggiunto un enorme successo a livello mondiale, per poi scomparire dalle scene qualche anno dopo.
La cantante gallese è recentemente tornata alla ribalta, grazie ad una dolorosa confessione.

Duffy ha infatti rivelato sul suo profilo Instagram di “essere stata rapita, tenuta prigioniera per alcuni giorni e violentata“.
Una tragica storia, che l’artista ha deciso di raccontare ora, a distanza di anni, dopo un lungo percorso personale che le è servito per riprendersi (per quanto possibile) dal trauma subito.

Consapevole di quanto sia importante combattere la violenza sulle donne, Duffy ha ora deciso di scagliarsi contro 365 giorni, pellicola diretta da Barbara Białowąs e Tomasz Mandes e ispirata al primo romanzo della trilogia letteraria scritta da Blanka Lipińska, da poco disponibile su Netflix.

Duffy contro 365 giorni

La pellicola ha recentemente raggiunto l’attenzione dei media perché rappresenta il cosiddetto “So Bad, It’s Good ma è anche vero che la sua storia è decisamente controversa.
In poche parole 365 giorni parla di un uomo potente che si “innamora” di una donna e decide di rapirla, costringendola a stare con lui un anno (365 giorni, appunto).
La cantante ha quindi deciso di scrivere una lettera aperta all’amministratore delegato di Netflix Reed Hastings.

Non riesco proprio ad immaginare come Netflix non sia stata in grado di rendersi conto di quanto questo film sia insensibile e pericoloso“, ha scritto Duffy. “Alcune giovani donne hanno addirittura chiesto per scherzo a Michele Morrone [il protagonista] di essere rapite“.
Sottolineando quanto il film risulti offensivo nei confronti di tutte quelle donne che sono state costrette ad affrontare un simile orrore, l’artista ha poi proseguito:

Nel suo essere glamour per pure ragioni economiche e di intrattenimento, 365 giorni ferisce tutte le persone che hanno dovuto affrontare lo stesso dolore e gli stessi orrori. Quello che meritiamo io e tutte le altre persone che hanno conosciuto da vicino queste ingiustizie è l’esatto opposto: abbiamo bisogno di storie vere, piene di speranza, in grado di darci una voce.

Il trailer di 365 giorni