Con un lungo messaggio pubblicato sulla sua pagina Facebook, Peter Jackson ha ricordato il grande Ian Holm, scomparso ieri a 88 anni.
Il regista ha condiviso con i fan alcuni retroscena sulla lavorazione del Signore degli Anelli e de Lo Hobbit.
Un doveroso omaggio ad un grande amico, ad una meravigliosa persona, conosciuta sul set di uno dei più grandi film mai realizzati.
Sono molto triste per la scomparsa di Sir Ian Holm.
Era un uomo così piacevole e generoso. Tranquillo e allo stesso tempo sfacciato, con una bella luce negli occhi.
All’inizio del 2000, prima che iniziassimo a girare le scene di Bilbo per La Compagnia dell’Anello, ero molto nervoso all’idea di dover lavorare con un attore così stimato, ma lui riuscì subito a mettermi a mio agio.
Il primo giorno, prima che le telecamere iniziassero a girare, mi prese in disparte e mi disse che avrebbe fatto cose diverse in ogni ripresa ma che non avrei dovuto allarmarmi per questo. Se dopo cinque o sei riprese non fosse stato in grado di darmi quello che stavo cercando, allora sarebbe stato mio compito dargli una direzione precisa.
Ed è stato proprio quello che abbiamo fatto. Ma incredibilmente tutte le sue prove sul personaggio furono meravigliose.
Sono stati veramente rari i casi in cui ho dovuto guidarlo. In sala di montaggio è stato in grado di offrirci un’ampia scelta.
Abbiamo trascorso quattro settimane molto piacevoli girando i primi 30 minuti della Compagnia dell’Anello.
Ricordo il giorno in cui abbiamo girato la scena di Bilbo che racconta le sue avventure ad un gruppo di bambini. Abbiamo iniziato riprendendo la performance di Ian che raccontava la storia, ma serviva anche un’adeguata reazione dei bambini ai vari momenti drammatici.
I ragazzini però si annoiano facilmente, a quel punto sia io che Ian capimmo che sarebbe stato impossibile raccontare la stessa storia più e più volte.
Per mantenere alta l’attenzione dei bambini gli suggerì di cambiare leggermente la storia ad ogni ripresa. Aggiungendo momenti extra, inventando cose… Gli dissi di non preoccuparsi, perché poi avrei aggiustato tutto in sala di montaggio.Mi serviva anche che i bambini stessero al loro posto, mentre spostavamo rapidamente le telecamere. Sul set di un film “rapidamente” equivale a 15/20 minuti. Ed era compito di Ian intrattenerli, raccontando storie durante queste pause. Ed è stato proprio quello che ha fatto.
In un paio d’ore riuscimmo a girare tutto.
Mentre i bambini si allontanavano dal set, mi disse che non aveva mai lavorato così duramente in tutta la sua vita.
Più di 10 anni dopo io e Fran cenammo con Ian e sua moglie. Speravamo che accettasse la nostra proposta di interpretare nuovamente Bilbo per le scene di apertura de Lo Hobbit.
Con molto dispiacere ci rispose di no.
Ci confidò che gli era stato diagnosticato il morbo di Parkinson e che non riusciva più a ricordare le battute. Aveva difficoltà a camminare e non poteva viaggiare in nuova Zelanda.
Ci disse che si era praticamente ritirato, senza però annunciarlo.
Fu un duro colpo per noi, perché avevamo concepito un bel passaggio di testimone tra Ian e Martin Freeman.
E anche a lui piaceva.
A quel punto la nostra cena si trasformo in un brainstorming, con Ian, Sophie, Fran e io intenti a capire come poter permettere a Ian di interpretare Bilbo un’ultima volta.
La soluzione era girare le sue scene Londra, vicino casa.
Alla fine accettò ma sapevo che lo stava facendo solo come favore personale. Lo ringraziai in lacrime, stringendogli le mani.
[…] Spero che nel film il pubblico sia riuscito a vedere Ian Holm riprendere il ruolo Bilbo. Ma quello che ho visto io è un attore meraviglioso che ha recitato nella sua ultima interpretazione. È stato incredibilmente coraggioso da parte sua e molto emozionante per tutti coloro che lo hanno visto.
Saremo per sempre grati a lui per avere accettato.[…] È stato un privilegio lavorare con lui e una benedizione conoscerlo.
Ho sempre amato la performance di Ian nelle scene finali di Il ritorno del re.“Penso di essere pronto per un’altra avventura.”
Addio, caro Bilbo. Buon viaggio Ian.