Ora che la Mostra di Venezia 2020 è stata confermata, ci si inizia a chiedere che aspetto avrà. Variety ha indagato sulla questione, sentendo l’opinione dei coinvolti per fare un quadro plausibile della situazione.
Di certo non si tratterà di un’edizione solamente italiana: come sempre accoglierà titoli da tutto il mondo. Lo conferma una fonte anonima, interna alla Biennale:
L’edizione di quest’anno sarà probabilmente più piccola per quanto riguarda il numero dei titoli, ma non sarà assolutamente una faccenda esclusivamente italiana. Come sempre, la selezione di Venezia sarà assolutamente internazionale.
La “spia” promette anche “la presenza al Lido di talent e star internazionali”. Anche se questo apre un’altra questione: è vero, il 3 giugno verranno riaperti i confini italiani agli altri paesi europei e, in generale, la situazione dovrebbe sbloccarsi per settembre. Ma quanti vorranno davvero rischiare di mandare i propri contingenti al Lido?
In ogni caso, i lavori per la Mostra sono già iniziati. Il direttore Alberto Barbera è sbarcato al Lido dopo aver lavorato per mesi da remoto. Nicola Maccanico, executive vice president di Sky Italia afferma:
Sono in contatto con Alberto e, ora che la decisione è stata presa, lo trovo davvero determinato.
E aggiunge:
Il mondo si divide in due gruppi. Quelli che infilano la testa sotto la sabbia nell’attesa che passi la tempesta, e quelli che hanno capito che dobbiamo aiutarci a vicenda e provare cose nuove.
Giorgio Gosetti, direttore della sezione parallela Giornate degli autori, ha detto che dobbiamo aspettarci “tra il 30 e il 40 percento” del normale numero di registi, star, produttori e giornalisti. La sfida sarà “capire cosa questa esperienza potrà insegnarci in termini di rinnovo della formula del festival”. Se, ad esempio, gli accrediti verranno concessi a un numero molto ridotto di giornalisti, magari sarà possibile vedere i film selezionati in streaming, o partecipare a eventi stampa da remoto.
Gosetti inoltre ritiene che non si dovrà procedere alla selezione senza tenere conto della situazione eccezionale che stiamo vivendo. Questo potrebbe tradursi nella selezione di film in versione “work in progress”.